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日本国 Il Clan Hosokawa\Giappone

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Carlos V, 24 Agosto 2013.

  1. Carlos V

    Carlos V

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    Fine del regno di Ietsuna I Kan'in

    Gli anni '70 del XVI secolo si aprono con il botto: una parte dei nobili giapponesi, legati al clan Uesugi (l'ultimo clan ancora indipendente), si oppongo la processo di centralizzazione avviato nell'ormai lontano 1507 con la salita allo Shogunato dei Kan'in e si sollevano in armi, spalleggiati da indipendentisti coreani.
    A Kyoto arrivò una lettera in cui si chiedeva allo Shogun di condere ai nobili le autonomie e i privilegi di un tempo; la richiesta era di per sé anacronistica, dal momento che la società giapponese era attraversata da cambiamenti che non era possibile fermare e un ritorno ai vecchi costumi era impensabile. Ietsuna decise quindi di intervenire con il pugno di ferro e soffocò la ribellione. Il capo dei rivoltosi, Yoshihide Uesugi, venne giustiziato, non prima di averli confiscato le proprietà.
    Rivolta dei nobili 1570.jpg
    Quarta Guerra Coreana (24 Luglio 1570 - 5 Agosto 1571)
    Una sera lo Shogun era al teatro kabuki di Kyoto ad assistere ad uno spettacolo, circondato dal suo seguito. Un messaggero avanzò a passo svelto tra i posti a sedere ed arrivò infine al cospetto del governatore. Il messaggero eseguì un profondo inchino, toccando il pavimento con la fronte, com'era usanza nei rapporti con personaggi di rango superiore; Ietsuna lo invitò ad alzarsi.
    Il messaggero aveva con sé un rotolo di carta che estrasse dalla larga manica del suo kimono e lo porse allo Shogun, dicendo: - E' il rapporto del Loto Blu, dicono che hanno importanti notizie. -
    Ietsuna aprì il rotolo e lesse rapidamente quanto vi era scritto, subito dopo un sorriso di soddisfazione comparve sul suo volto: - Un ninja si è infiltrato a Seoul e ha rubato i sigilli del re coreano. Grazie a quelli abbiamo creato un documento che ci autorizza a prendere possesso dell'intera Corea. Il sigillo testimonierà l'autenticità del trattato. -

    Il 24 Luglio 1570 l'ambasciatore giapponese consegna la dichiarazione di guerra ad uno sconcertato re coreano e subito dopo alle truppe già di stanza nella penisola viene dato ordine di muovere all'attacco dei territori ancora rimasti liberi.
    La guerra ebbe un corso lineare: le truppe coreano, inferiori in numero e in equipaggiamenti (4.000 uomini in tutto) vennero sconfitte e le città assediate. La prima città a cadere fu proprio Seoul: il re, che si era nascosto nel suo palazzo, venne fatto prigioniero. Dopo qualche mese caddero anche le città del nord e il re coreano fu costretto a firmare la pace.
    Il 5 Agosto 1571 la Corea cessava di esistere come entità politica, venendo annessa al Giappone dopo una serie di scontri protratti per circa un secolo. Della gloria acquisita nel tardo '400, quando dominava su Cina e Manciuria, non restava più nulla se non il ricordo. La Corea paga il fatto di non aver saputo amministrare i territori sottomessi e il fatto di essere stata legata a vecchie logiche feudali, senza comprendere i cambiamenti in atto nell'estremo oriente per tutto il corso del '500 (centralizzazione politica, commercio d'oltremare, ascesa del ceto borghese).
    Annessione della Corea.jpg
    Tra il 1571 e il 1574 il Cattolicesimo, importato dai missionari europei, si diffuse a macchia d'olio presso varie comunità giapponesi. Se prima era stata toccata la Corea, ora le conversioni interessavano il cuore del Giappone: nel 1571 si convertirono gli abitanti di Harima, che trasformarono il monastero di Himeji in una chiesa; nel 1572 fu la volta dei sudditi della vicina Aki; nel 1574 anche gli abitanti di Tokachi abbracciarono la fede cristiana, in disaccordo con il governatore di Hokkaido, un fanatico religioso che presto avrebbe cercato di arginare questo fenomeno.
    Harima Cattolicesimo.jpg
    Aki Cattolicesimo.jpg
    Tokachi Cattolicesimo.jpg
    Ietsuna non restò tuttavia fermo nell'ambito delle esplorazioni. Erano passati diversi anni dal naufragio della Nagato Manu nelle acque del Pacifico e tutti credevano che la nave fosse stata distrutta o divorata da un mostro marino, tanto che nessuno volle più arruolarsi per esplorare quel misterioro mare.
    Lo Shogun volse allora la sua attenzione a sud, verso le Isole delle Spezie (l'odierna Indonesia) ed arruolò un mercenario, tale Yoshiakira Satake, con il compito di esplorarle e valutare la possibilità di fondarvi delle colonie. I Giapponesi conoscevano già il vasto arcipelago, ma ad un livello superficiale e non avevano mai avuto rapporti con quelle popolazioni, senza contare che di molte isole non si conosceva l'interno.
    A Satake venne affidato un contingente di 2.000 uomini e salpò alla volta del gruppo di isole più vicino, le Filippine, all'epoca popolate da tribù indipendenti senza alcun tipo di forma statale.
    Nel Marzo del 1572 Satake approdò sulle bianche spiagge filippine, dove trovò una popolazione locale sostanzialmente pacifica.
    Sbarco sulle Filippine.jpg
    La spedizione si mosse quindi verso ovest, attraversando una catena montuosa che tagliava l'isola di due parti e, dopo aver compiuto delle ricognizioni topografiche, cominciò a spostarsi più a sud. Il contingente attraversò una fitta giungla (un ambiente al quale i Nipponici non erano abituati) ed arrivò nella parte meridionale del Kalusunan (Luzon per gli Occidentali). Qui trovarono delle tribù più numerose e più aggressive, che attaccarono i Giapponesi mentre erano fermi nel loro accampamento; la spedizione ebbe la meglio per superiorià tecnologica piuttosto che numerica (erano 2.000 Giapponesi contro 7.000 nativi). La armi da fuoco terrorizzavano infatti gli indigeni, che rinunciavano allo scontro e permettevano così ai Giapponesi di risalire verso il più pacifico nord.
    Ietsuna ricevette notizie sull'andamento della spedizione e decise di inviare dei coloni nella regione di Cagayan, che sempre nel 1572 fondarono il primo insediamento.

    Nel frattempo la Cina stava attraverso una nuova fase turbolenta. Gli Shun dimostrarono grande forza ed inflissero una dura sconfitta ai nomadi dell'Orda Oirat, fino ad allora ritenuta invincibile, e conquistarono vasti territori nel nord, compreso il ricco centro commerciale di Liaoxi.
    Gli Xi speravano di approfittare di questo conflitto e mossero guerra agli Shun mentre questi avevano l'intero esercito impegnato in Mongolia. Nemmeno loro immaginavano che gli Shun avrebbero conseguito questo incredibile risultato e ben presto si ritrovarono in una situazione rischiosa, da soli contro un esercito numeroso (42.000 uomini) e tecnologicamente più avanzato. Pertanto chiesero aiuto al Giappone.
    Ietsuna però, contrariamente ai suoi predecessori, non era affatto interessato alle vicende cinesi e negò l'aiuto agli Xi, lasciandoli al loro destino.
    Come ritorsione, gli Xi chiusero i loro porti ai mercanti giapponesi. Anche gli Shun, che temevano che il Giappone potesse rifornire gli Xi con viveri e armamenti, chiusero le loro tratte commerciali. Il Giappone si ritrovò così isolato diplomaticamente e con il commercio fortemente compromesso. Ietsuna ebbe allora l'idea di finanziare le attività dei pirati giapponesi, i Wokou, per andarsi a prendere direttamente le merci che gli servivano. Invece di commerciare, avrebbe saccheggiato le navi cinesi. Fu una mossa subdola e spregiudicata, considerato che i precedenti Shogun si erano battuti anima e corpo per estirpare la piaga della pirateria.
    Wokou.jpg
    Gli anni '70 furono anni di progresso tecnologico, con l'introduzione di pezzi d'artiglieria più maneggevoli e precisi di quelli, rudimentali, usati per tutto il XVI secolo. Degna di nota fu l'introduzione della colubrina sul modello europeo e di un nuovo tipo di cavalleria leggera armata di pistole, che attaccava i nemici utilizzando la tattica del caracollo (in pratica sparava al nemico da una posizione sicura e poi si ritirava per ricaricare le armi).
    Questi cavalleggeri armati di doppie pistole e katana sarebbero stati l'inizio di una rivoluzione in ambito militare, con una maggiore attenzione alle manovre (accerchiamenti, sortite, ecc.) sui fianchi rispetto al passato.
    Tecnologia militare 10.jpg
    Ma torniamo al governatore di Hokkaido, l'isola di recente colonizzazione. Costui non gradiva la diffusione del Cristianesimo sulla regione di sua competenza e decise di perseguitare i Kirishitan (così venivano chiamati i Cristiani in Giappone). Le sue azioni repressive, che spesso sconfinavano nella ferocia, convinsero molti a tornare ai culti shintoisti, ma una larga fetta della popolazione nel 1574 si ribellò e prese le armi.
    La protesta, la prima di carattere religioso in Giappone, divenne una sollevazione contro il governo e lo status quo in generale e pertanto lo Shogun, normalmente tollerante nei confronti dei Cristiani, non poté fare altro che intervenire. Un esercito di 19.000 uomini stava infatti assediando la città del governatore a Tokachi e anche le altre comunità cristiane giapponesi erano in fermento e pronte a sollevarsi.

    Purtroppo, Ietsuna morì improvvisamente all'età di 22 anni, il 7 Settembre 1574, a causa di una malattia sconosciuta, dopo aver regnato per soli 8 anni, sufficienti però per lasciare un segno indelebile del suo passaggio. Ietsuna I Kan'in passerà alla storia come "il Navigatore", essendo stato il primo Shogun ad intraprendere coraggiose esplorazioni nel Pacifico, indicando la via da seguire ai suoi successori. Il fratellino Fusahito aveva solo 12 anni e non poteva ancora aspirare allo Shogunato, perciò la guida della nazione venne assunta da un consiglio di reggenti.
    Morte di Ietsuna.jpg


    Mappa 1574.jpg
    L'estremo Oriente il 7 Settembre 1574, alla morte di Ietsuna I Kan'in

    Religioni 1574.jpg
    Il quadro religioso è tutt'altro che omogeneo: metà della popolazione segue lo Shintoismo, cioè la religione di Stato giapponese; l'altra metà è divisa tra i seguaci di Confucio e delle minoranze Cristiane e Buddhiste. Questa frammentarietà è dovuta ovviamente alle guerre di conquista in Corea e Cina. Si presume che la religione potrebbe costituire in futuro un elemento di instabilità politica e sociale (ma già si vedono le prime avvisaglie con la rivolta di Hokkaido).
     
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  2. alberto90

    alberto90

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    Evviva, le prime colonie giapponesi ..... io tifo per un Giappone cristiano cattolico.
     
  3. Carlos V

    Carlos V

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    Consiglio di Reggenza (7 Settembre 1574 - 21 Ottobre 1576)
    ADM 0 DIP 3 MIL 1


    Dopo la cerimonia funebre in onore dello Shogun Ietsuna I, il governo fu temporaneamente assunto da un consiglio di reggenti, in gran parte esponenti dell'aristocrazia che avevano sempre vissuto alla corte di Kyoto e che nulla sapevano di come gestire una nazione.
    Fu l'architetto di corte Isshiki, che aveva già servito Ietsuna in passato, a prendere in mano le redini della situazione e ben presto seppe imporre le sue decisioni a tutto il Consiglio. Avviò un'importante politica edilizia, costruendo dei mercati e dei templi shintoisti in tutto il regno: i mercati facilitavano lo smercio dei beni prodotti in patria e diedero un certo impulso all'artigianato (ancora provato alla politica di austerity in vigore da almeno una decina d'anni); i templi servivano a rafforzare la presenza della fede shintoista sul territorio.
    I ribelli di Tokachi vennero sconfitti dopo una sanguinosa battaglia e la situazione su Hokkaido tornò gradualmente alla normalità.
    Vittoria sui ribelli di Hokkaido.jpg
    Nel 1575 venne casualmente scoprerto un ricco filone d'oro nelle miniere del Giappone centrale e questo causò una vera e propria corsa all'oro, con centinaia di poveri che accorsero verso le montagne nella speranza di prendere una fetta di quella ricchezza. Isshiki, con un editto creato appositamente per l'occasione, emanò un bando di assunzione obbligatoria per tutti i minatori, che avrebbero ricevuto come compenso il 25% di ciò che avrebbero recuperato dalle miniere, mentre la restante parte sarebbe andata allo Stato; chi avrebbe lavorato senza regolare assunzione sarebbe stato dichiatato scavatore clandestino e, quindi, arrestato.
    Si calcola che il Tesoro reale guadagnò dalle miniere ben 400 yen.
    Corsa all\'oro.jpg
    Nel 1576 un gruppo di nobili cinesi, approfittando del vuoto di potere centrale, ristabilirono una certa autorità sulle province d'oltremare e chiesero ai reggenti di assumere direttamente il controllo degli affari interni. Isshiki avrebbe voluto usare il pugno di ferro, nonostante la rivolta fosse già nell'aria, ma fu fermato dagli altri consiglieri che accolsero le richieste dei nobili pur di continuare a vivere senza pensieri alla corte di Kyoto. Metà delle entrate fiscali delle province cinesi andarono nelle tasche dei nobili, demolendo così l'apparato amministrativo giapponese.
    Nobili locali in rivolta.jpg
    Nel frattempo, Satake riprese le sue esplorazioni nelle Filippine e tra il 1575 ed il 1576 raggiunse l'isola di Mindanao, la più meridionale dell'arcipelago, scontrandosi con le ostili tribù locali. Successivamente, salpò alla volta di Palawan, isola posta ad ovest rispetto alle altre ed anche qui ebbe uno scontro armato con i nativi. Nel 1576 l'esplorazione delle Filippine era stata completata, l'arcipelago era stato cartografato, ma ci si era resi conto che tutta la popolazione era estremamente bellicosa.

    Fusahito I Kan'in (21 Ottobre 1576 - 10 Ottobre 1600)
    ADM 4 DIP 3 MIL 3
    Segno zodiacale: Scorpione

    [​IMG] Costruttore di patrimoni
    [​IMG] Erudito
    [​IMG] Tollerante verso i Cristiani
    [​IMG]
    Ritratto di Fusahito a cavallo con l'armatura da Imperatore (acquerello su carta, 1578)
    Fusahito raggiunse la maggiore età a 15 anni e venne investito quindi del titolo di Shogun. Era già sposato da un anno con una ragazzina giapponese di un anno più giovane di lui ed aveva già concepito un figlio, Ienobu.
    Fusahito sollevò Isshiki dall'incarico di reggente e lo ricompensò per i suoi servigi con una tenuta nei pressi di Tajima, anche se l'architetto non abbandonò mai del tutto la gestione dello Stato. Fusahito aveva gusti letterari molto raffinati per la sua età ed era appassionato di poesia, teatro e diritto.
    Fisahito I Kan\'in.jpg
    Nel 1576 si compirono passi in avanti nel campo dell'ingegneria navale e della cartografia. I Giapponesi idearono un nuovo tipo di nave: la nave testuggine, detta anche Kobukson, che era rivestita parzialmente in ferro ed aveva 25 cannoni per lato; sarebbe stato il nuovo mezzo per il dominio navale del Giappone. Era un'imbarcazione imponente, lenta, ma quasi inaffondabile e progettata per resistere a numerosi proiettili d'artiglieria.
    In secondo luogo, il Giappone adottò la caravella, ormai quasi in disuso in Europa, nella sua flotta, nel ruolo di nave di supporto e di interdizione delle rotte nemiche.
    Vennero introdotti degli strumenti europei, come il cannocchiale ed il sestante, e venne adottata ufficialmente la cartografia occidentale, compresa la tecnica per realizzarla. Queste innovazioni permisero ai Giapponesi di effettuare traversate più lunghe in mare aperto, con più sicurezza e di tracciare mappe dettagliate dei luoghi di recente scoperta (come le Filippine).
    Tecnologia diplomatica 9.jpg
    [​IMG]
    La Kobukson (nave testuggine), era rivestita in ferro ed aveva 50 cannoni

    Nel 1577 la tensione con le comunità cristiane sfociò in conflitto aperto. Benché anche il nuovo Shogun si fosse proclamato tollerante nei confronti dei Cristiani, i governatori locali erano più intransigenti e compivano ripetutamente vessazioni e ingiustizie nei confronti dei Kirishitan.
    I Cattolici di Aki imbracciarono le armi e si sollevarono; il capo dei rivoltosi, un certo Tokugawa, espresse la sua volontà di convertire l'intero Giappone al Cattolicesimo e programmò una marcia su Tokyo allo scopo di rovesciare le istituzioni. La reazione di Fusahito fu tempestiva: egli inviò due eserciti nella regione, che riuscirono ad avere la meglio sui 17.000 ribelli solo dopo una dura battaglia. La protesta si dileguò nelle campagne, ma c'era comunque stato un notevole spargimento di sangue.
    Tensioni con i Cristiani.jpg
    La situazione in Cina era ancora tesa. Gli Shun, guidati dal loro imperatore Hui I Zhao, salito al potere nel 1570, inflissero una dura sconfitta agli Xi, sottraendoli alcuni possedimenti costieri. A seguito di questa sconfitta, le masse contadine esplosero in una rivolta e ben presto il regno degli XI si ritrovò preda di una guerra civile senza precedenti.
    Mentre l'esercito Shun era impegnato al fronte, i Mongoli ne approfittarono per ribellarsi alla dominazione cinese e nel 1576 riuscirono contro ogni previsione a proclamare la loro indipendenza. Nelle steppe a nord della Cina fece quindi la sua comparsa un redivivo Khanato Mongolo, che era scomparso dalle cartine sin dal 1482. Il neonato regno, ripristinato dopo quasi 100 anni, mosse subito guerra ai nomadi dell'Orda Oirat, ormai in preda ad una crisi devastante, anche di ordine strutturale, ed aggrediti dai vicini Khazaki.
    Situazione nel 1578.jpg
    L'Estremo Oriente il 1 Maggio 1578
    Il 25 Giugno 1578 il clan Uesugi, l'ultimo clan rimasto indipendente ed ultima testimonianza del passato feudale del Giappone, venne integrato nei domini della corona: il capo del clan consegnò i suoi titoli allo Shogun e si ritirò a vivere come nobile a corte.
    Ma le sorprese non erano finite. Avendo ormai assunto il controllo del Giappone, lo Shogun Fusahito si recò al Palazzo Imperiale di Kyoto, residenza del Mikado che viveva in completo isolamento. Fusahito fece irruzione nell'edificio con il suo seguito di fedeli samurai e, dopo un breve scontro con la Guardia Imperiale, depose l'Imperatore. Ogimachi (1517-1593), 106° nell'ordine di successione tradizionale, lasciò la capitale giapponese e fu inviato alla Città Proibita di Pechino per continuare a vivere una vita di lussi, ma lontano dai centri di potere.
    Fusahito l'8 Luglio 1578 si autoproclamò Imperatore (fu un vero e proprio colpo di Stato) e divenne il 107° Mikado della storia giapponese. Abolì tutto ciò che era rimasto delle vecchie usanze feudali, compreso l'istituto dello Shogunato, ed organizzò una fastosa cerimonia di incoronazione.

    [​IMG]8 Luglio 1578 - Monarchia feudale [​IMG]

    Il kanji a sinistra significa "gloria e onore", mentre quello a destra "forza"
    Il 24 Novembre 1578 una nave olandese affondò nei pressi delle coste giapponesi a causa di una tempesta. La nave trasportava un carico di spezie, stoffe e armi occidentali; i superstiti riuscirono a tuffarsi in mare e a costruire una zattera di fortuna utilizzando barili e assi di legno.
    Fusahito ordinò che i marinai olandesi venissero salvati dalla furia del mare e questi in cambio si offrirono di diventare consulenti dell'imperatore, per aiutarlo nel progresso tecnologico e scientifico del regno; sulla nave viaggiavano infatti ingegneri militari, botanici e astronomi, che ebbero un posto a corte ed una retribuzione. Uno di loro venne nominato persino precettore dell'erede al trono.
    Nave occidentale.jpg
    La colonia a Cagayan divenne una città autonoma e pertanto si decise di inviare una nuova spedizione di coloni nella vicina regione di Samtoy, al di là della catena montuosa che tagliava in due Luzon.
    Nel 1579 anche la regione di Etchu si convertì al Cattolicesimo, contribuendo ad aumentare il numero di Cristiani in terra giapponese e, probabilmente, anche l'instabilità politica.
    Etchu si converte.jpg
    L'8 LUglio 1578 segna la nascita del Giappone come stato nazionale, in maniera molto simile a quanto era già accaduto con le monarchie europee: il Giappone era diventato una nazione moderna, con un'amministrazione centralizzata e un popolo che si potesse identificare nel territorio e cominciare a pensare come tale superando i localismi feudali. L'istituto dello Shogunato venne abolito e così tutte le cariche inferiori, come pure i vecchi codici che regolavano la società giapponese tradizionale, per far posto ad una gestione del regno più efficiente.
     
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  4. Carlos V

    Carlos V

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    Fusahito I Kan'in
    II Parte

    Quando la problematica situazione generale del Giappone in seguito al colpo di Stato si stabilizzò, Fusahito cominciò a pensare alla politica estera. Il neo-imperatore si ritrovò di fronte ad una situazione internazionale molto diversa rispetto a quella che avevano osservato i suoi predecessori: la Cina continuava ad essere divisa in tre regni in perenne lotta tra loro, ma con l'ingombrante egemonia degli Shun; in secondo piano, i nomadi delle steppe stavano attraversando una grave crisi e stavano perdendo numerosi territori.
    Occorreva quindi effettuare le mosse giuste e soprattutto evitare che il Giappone si creasse l'immagine di Stato invasore ed oppressore, ma per capire determinate scelte del Mikado diamo prima uno sguardo alla Cina agli inizi degli anni '80.

    Si è già accennato alla guerra Shun-Xi, che vede i primi uscire nettamente vincitori, grazie ad un sovrano carismatico, Hui I Zhao, e ad una superiorità tecnologica da fare individia persino al Giappone. Gli Shun furono i primi in Oriente ad adottare truppe armate di archibugio, spada e corazza: questi temibili soldati, ancora imbattuti sul campo, venivano chiamati la "truppa di ferro".
    Gli Shun sottrassero alcuni territori agli Xi, che nel frattempo sprofondarono nella guerra civile; il debole sovrano Hui I Zheng non riuscì a contenere il malcontento del popolo e dovette affrontare per giunta una nuova guerra con gli Zhou, che approfittarono della sua debolezza per aggredirlo.
    Di fronte agli strabilianti successi degli Shun, nacque una coalizione contro di loro, di cui facevano parte i Manchu (prima alleati degli stessi Shun) e l'Orda Oirat. Fusahito ritenne quindi che bisognava far fronte comune contro la potenza emergente della Cina e nel 1581 entrò ufficialmente nella coalizione.

    I mesi che precedettero la guerra furono convulsi: un gruppo di ninja vennero sorpresi a trafugare documenti statali in territorio cinese e questo causò un incidente diplomatico; poco tempo dopo, una spia cinese venne catturata dalle guardie di palazzo a Kyoto, che le trovarono addosso una pergamena con informazioni riservate.
    Fusahito ordinò alla marina di recarsi nel Mar Giallo per pattugliarlo e mettere in sicurezza le rotte nell'area, inoltre portò la consistenza dell'esercito a 45.000 uomini. D'altra parte, anche gli Shun stavano affilando le armi, reclutando soldati da tutte le campagne del regno e Hui I Zhao ebbe a disposizione nel giro di un paio d'anni quasi 30.000 uomini.
    Nonostante le difficoltà, i ninja riuscirono a creare una flasa rivendicazione sull'importante piazza commerciale di Liaoxi.

    Guerra del Mar Giallo (18 Novembre 1581)
    Fusahito salpò da Naniwa alla volta di Pechino, dove ebbe un incontro con gli ambasciatori dei nomadi e dei Manchu: le tre delegazioni discussero a lungo dell'intervento in guerra e si decise di comune accordo di iniziare la guerra a Novembre, dando il tempo ai Giapponesi di prepararsi al meglio e ai nomadi di stipulare una pace con i Khazaki (le cui trattative erano già in corso).

    Il 18 Novembre 1581 l'imperatore Shun ricevette la dichiarazione di guerra con i sigilli giapponesi, mancesi e mongoli: era scoppiata la guerra. Hui I Zhao non ne fu sorpreso e già aveva dato ordine di predisporre una linea difensiva lungo la costa.
    Coalizione anti-Shun.jpg
    Le truppe giapponesi, già presenti come guarnigioni nei pressi di Pechino, marciarono alla volta della capitale nemica Jainan, sulla costa. Fusahito si mise alla testa delle sue truppe e si preparò a cingere d'assedio la città, quando ricevette la notizia che un grande esercito nemico (26.000 uomini) si stava digirendo verso la sua posizione.
    Il primo scontro avvenne a Donghai, un villaggio immerso nelle risaie cinesi di una fertile pianura: i Giapponesi riportarono una bela vittoria, nonostante l'evidente inferiorità tecnologica.
    Nella Battaglia di Donghai entrarono in scena per la prima volta i cavalieri con pistole e katana, che grazie alla tattica del caracollo riuscirono a disperdere l'intero fianco destro dello schieramento nemico, provocando una rotta generale.
    La città di Jainan venne assediata per terra e per mare, finché i Cinesi non tornarono nuovamente all'attacco per spezzare l'assedio. La Battaglia di Shuyang venne combattuta con i Giapponesi in posizione difensiva su una collina e i Cinesi nella pianura sottostante; Fusahito aveva fatto erigere una palizzata intorno alla collina per proteggere le artiglierie in cima, che colpirono ripetutamente le temute "truppe di ferro". Lo scontro venne vinto ancora una volta dal Giappone.
    Jainan si arrese per fame nella torrida estate del 1582, quando il caldo e la mancanza di viveri debilitarono fisicamente la popolazione civile. Dopo una breve sosta per procurarsi delle scorte, Fusahito riprese la marcia, dirigendosi a sud.
    [​IMG]
    Fanti giapponesi che sparano da dietro le palizzate durante la Battaglia di Jianhu (Aprile 1583)

    Nella Battaglia del Mar Giallo, le flotta giapponese, forte delle nuovissime Kobukson, inflisse una dura sconfitta alla marina cinese e la costrinse a rintanarsi nei suoi porti. Nessuna delle navi testuggine venne affondata, mentre 1/3 della flotta cinese era colata a picco, soprattutto naviglio di piccole dimensioni.

    L'esercito giapponese arrivò nei pressi della città di Yancheng alle porte dell'autunno e la mise sotto assedio. Alcuni ricognitori avvertirono il Mikado dell'arrivo di un esercito cinese di 20.000 uomini da ovest; Fusahito fece disboscare una foresta di bambù per erigere delle fortificazioni nelle campagne e proteggere le truppe assedianti.
    I due eserciti si scontrarono nei pressi di Jianhu e anche questa volta i Cinesi furono costretti alla ritirata, dal momento che non riuscirono a distruggere le postazioni di tiro dei fanti giapponesi, riparati dietro delle palizzate di bambù.
    Yancheng cadde agli inizi della primavera, dopo aver affrontato un inverno particolarmente rigido, con abbondanti piogge che causarono lo straripamento dei fiumi e la devastazione di ampie zone coltivate. Anche nell'accampamento giapponese si registrarono dei danni causati dal fango.
    Dopo aver preso il controllo delle coste, Fusahito pensò di marciare verso l'interno, per prendere controllo del Fiume Giallo e tagliare i rifornimenti ai nemici.
    Teatro delle operazioni 1 Gennaio 1584.jpg
    Il teatro delle operazioni il 1 Gennaio 1584

    [​IMG]
    Fusahito I Kan'in dopo la presa di Yancheng (Giugno 1583)

    Guerre di religione in Giappone
    In patria, la situazione era precipitata. Grazie all'assenza dell'imperatore, i governatori locali stavano perseguitando i Cristiani, che si sollevarono nuovamente in rivolta.
    Il 1582 segna l'inizio delle Guerre di Religione in Giappone, un evento purtroppo annunciato e causato soprattutto dall'ottusità dei funzionari locali, contrari alla diffusione del Cattolicesimo e alla presenza europea in generale.
    I primi a prendere le armi furono i cittadini di Aki, che radunarono un esercito di 17.000 uomini. Fusahito, impegnato già con le difficili operazioni al fronte, non poteva fare nulla per fermare la rivolta e pertanto i ribelli presero possesso della città, bruciarono i templi pagani ed assassinarono il governatore.
    La rivolta contagiò la vicina Harima, dove a sollevarsi furono 10.000 contadini. La protesta raccoglieva nuovi adepti e le fila dei ribelli arrivarono a contare ben 32.000 uomini, tutti provenienti dal ceto povero.
    Anche la Corea venne investita da questa ondata di contestazione: i Cattolici coreani di Hwangae si sollevarono contro le persecuzioni dei governatori giapponesi ed un esercito di 64.000 uomini mise a ferro e fuoco la penisola.
    Nel 1583 i Kirishitan presero possesso di un terzo del Giappone meridionale e proclamarono un governo provvisorio ispirato ai principi cristiani, una sorta di repubblica retta da un'oligarchia di nobili cristiani e vescovi.
    Guerre di religione.jpg
    Nei primi anni '80, c'erano in Giappone un totale di 106.000 ribelli cristiani, sicuramente la forza militare più vasta di tutto l'Oriente, ma scarsamente addestrata ed peggio equipaggiata, essendo composta da contadini poco avezzi alle armi. Approfittando del caos generale, i cittadini di Pechino manifestarono contro le tasse imposte dai Giapponesi e Fusahito firmò rapidamente un documento che le abbassava, pur di non avere a che fare con altri ribelli.

    Anche sul versante coloniale le cose non andavano bene. A Samtoy si avviò una bella produzione di spezie, una merce molto richiesta soprattutto in Europa, ma i bellicosi nativi massacrarono gli abitanti della colonia. Su oltre 300 coloni, ne sopravvissero solo 46; i nativi diedero alle fiamme abitazioni e magazzini e rubarono un importante carico di spezie. La colonia cominciò a riprendersi, seppur lentamente e in un clima di crescente insicurezza.
    Le merci di Samtoy.jpg

    Nota: Non è possibile che io subisca gli eventi sulle rivolte così passivamente. :mad: Perché non posso convertire il Giappone al Cristianesimo? E perché, come Imperatore, non posso ordinare ai miei sottoposti di essere più tolleranti?
     
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    Ultima modifica: 23 Febbraio 2014
  5. Carlos V

    Carlos V

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    [​IMG]
    In questa partita non sto usando la modalità Ironman, quindi niente Achievements, ma sto registrando per conto mio gli obiettivi che sono riuscito a raggiungere. :) E per finire, un po' di statistiche.

    Achievements:
    [​IMG] Finché morte non ci separi (Organizza un matrimonio reale con un'altra nazione)
    [​IMG] Questo è mio! (Conquista una provincia)
    [​IMG] Vittorioso! (Vinci una guerra)
    [​IMG] E' un grande esercito (Recluta un esercito fino al limite massimo di rifornimento)
    [​IMG] Per la Gloria (Annetti diplomaticamente un vassallo)
    [​IMG] E' tutta una questione di soldi (Accumula almeno 3000 monete d'oro)


    Statistiche:
    Il 4° esercito più grande al mondo:
    47.000 uomini, di cui 36.000 fanti, 8.000 cavalieri e 30 pezzi d'artiglieria

    La 3° flotta più grande al mondo:
    38 navi, di cui 6 Kobukson, 4 navi mercantili, 17 galee, 11 navi da trasporto

    Un patrimonio stimato in circa 2800 yen
    Nei bilanci si registra un passivo di 14 yen al mese a causa della guerra
    Inflazione all'1,8%
     
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    Ultima modifica: 23 Febbraio 2014
  6. alberto90

    alberto90

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    Sinceramente non capisco come mai tu non possa convertire il Giappone .... puoi sempre lasciare che le rivolte facciano il loro corso ... a volte la religione cambia in questo modo ...
     
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  7. Carlos V

    Carlos V

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    Fusahito I Kan'in
    II Parte

    La guerra in Cina, iniziata nel 1581, si stava progressivamente spostando verso le regioni più interne. I Giapponesi avevano subito significative perdite, nonostante avessero mobilitato praticamente tutti gli uomini abili del regno (si calcola che tra il 1581 ed il 1585 entrarono in servizio quasi 30.000 riservisti).
    La situazione in patria, dilaniata dagli scontri religiosi, dalle violenze e dai saccheggi, contribuiva ad abbattere il pur tenace morale dei soldati giapponesi, che non desideravano altro che tornare a casa dai propri cari.

    La città di Kaifeng venne presa piuttosto rapidamente e Fusahito decise di lanciarsi all'attacco dell'esercito cinese accampato lungo la costa. L'obiettivo era eliminare o quantomeno indebolire le forze nemiche, ancora consistenti (circa 35.000 attivi) e tenaci, in modo da avere la strada spianata verso nord e quindi verso l'importante snodo commerciale di Liaoxi.
    L'attacco purtroppo si rivelò un fallimento: la superiorità tecnologica dei cinesi, dotati di archibugi e corazze in acciaio, si fece sentire tutta sul campo di battaglia, dove i fanti giapponesi combattevano ancora armati di spada, lancia e arco. Anche se non fu un massacro e molti riuscirono a dileguarsi, la sconfitta fece tramontare ogni ulteriore sogno di conquista, almeno per quella volta.
    La pace venne siglata frettolosamente in un piccolo villaggio rurale nei pressi di Kaifeng, il 26 Agosto 1584: Fusahito ed il suo omologo cinese, Hui, si incontrarono in un casolare adibito alla produzione di farina di riso e firmarono entrambi un rotolo di carta con i termini dell'accordo. La pace prevedeva che al Giappone andasse la regione di Huai'an ed un quantità d'oro del valore di 120 yen. Un bottino abbastanza misero, visto lo sforzo bellico e gli obiettivi della guerra.
    L'urgenza era tornare in patria per sedare i ribelli, liberi ormai di autogestire le province occupate e costringerne persino gli abitanti a convertirsi al Cattolicesimo.
    Pace con gli Shun 1586.jpg
    Il malconcio esercito nipponico salpò dai porti cinesi già prima della fine dell'estate del 1584; la flotta fece tappa prima in Corea. Fusahito fece riposare l'esercito a Seoul per alcune settimane e rinforzò i ranghi con delle milizie locali, contemporaneamente emanò un editto con cui annunciava la diminuzione della pressione fiscale, con la speranza di calmare gli animi (logoramento da guerra -2).
    Quando le truppe mostrarono segni di ripresa dalla guerra, Fusahito le ritenne pronte per scendere nuovamente in campo, questa volta contro un nemico decisamente meno potente ed organizzato degli Shun. Lo scontro campale avenne nei pressi di Gangwon; forte delle lezioni imparate nella guerra cinese, Fusahito fece schierare l'artiglieria sulla sommità delle colline e da lì bombardò le truppe nemiche in basso, impantanate nelle risaie.
    I ribelli furono sconfitti rapidamente: il capo della rivolta, Yoshiaki Hosokawa, venne giustiziato e con lui molti altri prigionieri; i più fortunati furono condannati ai lavori forzati sulle navi da guerra o nelle riasie, oppure inviati nelle Filippine come coloni.
    Vittoria sui ribelli Gangwon.jpg
    I ribelli controllavano ancora la parte settentrionale della Corea, ma Fusahito diede la precedenza a quelli ancora presenti in Giappone. Nella primavera del 1585, la flotta salpò alla volta del Giappone meridionale, quasi interamente occupato dai ribelli, che si erano abbandonati ad incredibili violenze: massacri di pagani, templi incendiati, ruberie ai danni dei funzionari imperiali e distruzione dei simboli dello Stato (esattori delle tasse, burocrati, alloggi delle guarnigioni).
    Fusahito arrivò in una madrepatria devastata e confusa. Dopo essersi scontrato con sparuti gruppi di ribelli subito dopo lo sbarco, il Mikado mosse all'attacco di uno degli eserciti principali, che stava saccheggiando le città lungo la costa occidentale. Lì ebbe uno scontro con Iemitsu Tokugawa, un fanatico religioso che aveva persino inviato una lettera la Papa per chiedergli di lanciare una crociata contro il Giappone e convertirlo interamente alla fede apostolica. L'esercito ribelle venne annientato e i superstiti non subirono sorte diversa rispetto ai loro colleghi coreani. Iemitsu venne giustiziato ed essendo un nobile, i suoi beni vennero confiscati.
    Vittoria sui ribelli giapponesi 1.jpg
    L'esercito più grande si trovava però a Suo ed era comandato dal coordinatore di questa ribellione di massa, un aristocratico di nome Yoshimoki Takeda, con sospetti legami con pirati e contrabbandieri. Il suo intento era controllare le coste giapponesi (e ci era in parte riuscito) per dotarsi di una flotta ed offrire probabilmente delle basi ai pirati.
    Fusahito restò a Kyoto qualche mese; trascorse tutta l'estate e l'autunno del 1585 a riorganizzare le forze ed emanò un altro editto con cui stabiliva la parità giuridica tra Shintoisti e Cristiani (logoramento da guerra -2). Quando i tempi furono maturi, si lanciò all'attacco delle forze di Yoshimoki, che stavano costruendo accampanenti lungo le coste e stavano derubando i mercanti in transito con le navi. La battaglia fu cruenta ed anche molto dura, ma alla fine il Mikado ebbe la meglio e sconfisse un esercito di 27.000 uomini, più numeroso del suo.
    La fine riservata a Yoshimoki era scontata: venne decapitato e la sua testa inviata a Kyoto in una scatola rivestita di lacca; i suoi collaboratori subirono sorte simile e tutti gli altri divennero, nel migliore dei casi, rematori per le galee.
    Vittoria sui ribelli giapponesi 2.jpg
    Con la morte del capo della ribellione, la situazione tornò lentamente alla normalità: un altro esercito ribelle in Corea, forte di 32.000 uomini, si arrese spontaneamente e Fusahito concesse la grazia ai sovversivi; le guarnigioni cristiane deposero le armi e riconsegnarono le città nelle mani del Mikado; alcuni centri tornarono persino allo Shintoismo.
    Nel 1586 Fusahito emanò un nuovo editto, con cui assegnava un appezzamento di terreno a tutti i reduci di guerra, di dimensione doppia se si fossero stabiliti nelle colonie (logoramento da guerra -2). Superata la crisi istituzionale, l'imperatore preferì concentrarsi sullo sviluppo del regno. Innanzitutto, assunse un consigliere militare che si era formato in Cina con lo scopo di introdurre nuove tecnologie nell'esercito; il consigliere pretese un pagamento sostanzioso per i suoi servizi e l'esborso di denaro mandò rapidamente in rosso i bilanci del regno (9 yen al mese di stipendio).
    L'imperatore decise inoltre di abbandonare le politiche di austerità dei predecessori (iniziate nel 1566 in seguito al Biennio di Fuoco, come richiamo ad una sobrietà di costumi) e promosse attivamente una nuova stagione culturale, incoraggiando ad esempio gli artigiani ad assumere più assistenti in bottega, tramite sgravi fiscali.

    [​IMG]
    Gli strumenti del funzionario imperiale: rotoli di carta, pennini e inchiostro di china
    Gli anni '80 del XVI secolo videro un'intensa attività legislativa per modernizzare lo Stato

    Ma l'episodio più importante fu l'emanazione, il 1 Maggio 1586, della Hosoku Migi (法則 右; "Legge Giusta"), con cui si stabiliva la creazione di tribunali statali diretti da magistrati nominati direttamente dall'Imperatore (e che rispondevano solo a lui), che sostituivano i vecchi tribunali in mano ai nobili locali e i consigli di villaggio, accusati spesso di scarsa obiettività nelle decisioni. Con questa legge, si sottomettevano tutti i sudditi ad un unico codice di leggi, che era presente anche prima, ma che veniva applicato solo nei centri maggiori.
    Tecnologia amministrativa 8.jpg
    Nel 1587, le tensioni con le comunità Cristiane portarono a nuovi episodi di rivolta, causati anche stavolta dai governatori locali per nulla tolleranti ed incredibilmente ottusi. Fusahito decise di rimboccarsi le maniche: bisognava accorciare il divario tecnologico con i Cinesi, proseguire nella colonizzazione delle Filippine e creare una solida struttura statale di tipo moderno.
     
  8. Carlos V

    Carlos V

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    Non ne posso più di questi eventi di rivolte. :mad: L'unico modo per farli cessare è convertirmi al Cristianesimo, ma il gioco non me lo consente, per qualche oscuro motivo.
    Mi rivolgo quindi a tutti coloro che stanno seguendo quest'avventura: secondo voi è corretto che io faccia scattare artificiosamente degli eventi per diventare Cattolico? Quest'azione rispetta lo spirito della partita oppure è una forzatura (semplicemente perché il gioco non lo prevede)? Ricordate però che a causa di un malus i miei missionari non posso convertire nessuna provincia, per cui l'80% delle persone continuerà ad essere pagana e senza possibilità di conversione (se non tramite evento).
     
  9. Pinky

    Pinky

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    Non è certo una forzatura. Il governo cadrebbe velocemente dopo una cosa del genere.
     
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  10. alberto90

    alberto90

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    Io a quest'ora avrei usato qualche trucco .... non per altro, ma giusto per evitare di avere sempre una rivolta in casa contro cui impegnare truppe che potrebbero essere usate in guerra ...
     
  11. Carlos V

    Carlos V

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    Fusahito I Kan'in
    IV Parte

    Tra la fine degli anni '80 gli inizi degli anni '90 Fusahito dovette fare i conti con un deficit preoccupante: le finanze dello Stato erano scese da 3000 yen a quasi 2200 e la spesa più "pesante" sul bilancio era senza dubbio lo stipendio di Hidenobu Takeda. Costui era un ingegnere che si era formato presso le accademie militari degli Shun, perciò aveva acquisito le tecniche per la creazione di armamenti più moderni e le tattiche per poterli utilizzare al meglio. L'Imperatore, consapevole del divario tecnologico con i rivali cinesi, decise di assumerlo affinché aggiornasse le sue forze armate, uscite particolarmente malconce dagli scontri con gli Shun; Hidenobu pretese un pagamento mensile di ben 9 yen al mese (una cifra altissima per l'epoca, degna di un aristocratico), che suscitò non poche perplessità a corte a pure qualche voce di dissenso.
    Tuttavia, il suo arrivo a Kyoto si dimostrò la scelta giusta e ben presto si videro i frutti del suo lavoro: egli realizzò un nuovo tipo di archibugio con un sistema di innesco migliore, che conferiva al proiettile una maggiore capacità di penetrazione delle armature e ridisegnò le armature della cavalleria, rendendole più leggere, ma al tempo stesso robuste.
    Tecnologia Militare 11.jpg
    Nel frattempo, l'Imperatore si mosse con decisione anche in ambito coloniale. Memore della strage di coloni avvenuta qualche anno prima alle Filippine, decise di muovere un contingente di 3.000 uomini contro le tribù di Luzon. Benché i Giapponesi avessero comunque intenzione di attaccare, le tribù erano talmente feroci e bellicose che presero loro l'iniziativa e aggredirono i fanti giapponesi in marcia nella giungla.
    Dopo un primo scontro, da cui i Nipponici uscirono vittoriosi, le truppe imperiali cominciarono a dare la caccia ai nativi: la popolazione idingena, che nel 1588 contava 21.000 individui, scese rapidamente nel 1590 a 3.400 persone. I guerrieri furono trucidati, i villaggi vennero dati alle fiamme e molti furono costretti a fuggire verso sud, in direzione dell'isola di Mindanao, a bordo delle loro canoe.
    I Giapponesi posero fine all'incubo dei nativi e coronarono il loro successo militare con la fondazione di Manila. Poco tempo dopo, i coloni giapponesi cominciarono a creare delle piantagioni di thé intorno agli insediamenti, rendendo l'isola di Luzon la colonia più proficua in termini commerciali.
    Le merci di Manila.jpg
    [​IMG]
    La città di Manila, fondata dai Giapponesi nel 1589, qui è solo un villaggio coloniale
    Il quadro religioso continuava ad essere turbolento: il numero di sudditi che si convertiva al Cristianesimo cresceva sempre di più, anche al di fuori della madrepatria, e aumentavano anche le tensioni con i governatori locali, da sempre ostili verso le credenze religiose occidentali.
    Nel 1587, ben 27.000 contadini si ribellarono a Mutsu, nel Giappone settentrionale, contro i metodi repressivi del Daimyo locale; nel 1589 scoppiò un'altra rivolta nella città di Himeji, nella quale ben 15.000 persone imbracciarono le armi. Il tutto mentre l'esercito era ancora in via di ricostruzione dopo la guerra in Cina (anche questo altro decisivo fattore di deficit).
    Fusahito, stufo di tutte queste rivolte e rivolto principalmente alla ricostruzione di un Paese martoriato dalle guerre di religione, il 1 Marzo 1591, con l'Editto di Kyoto, adottò ufficialmente il Cattolicesimo come religione di Stato.


    [​IMG] Editto di Kyoto - 1 Marzo 1591 [​IMG]

    Il Mikado ricevette una lettera del Papa, spedita direttamente da Roma. Poiché a corte nessuno conosceva il latino, la lingua con cui era stata scritta l'epistola, Fusahito fece tradurre il testo da alcuni missionari gesuiti che vivevano ed operavano Kyoto.
    La lettera era sostanzialmente un benvenuto nella comunità apostolica da parte del Santo Padre, che accoglieva i fedeli giapponesi come nuovi membri di una grande famiglia. Inoltre, inviava la sua benedizione al sovrano giapponese, raccomandandogli di agire secondo i principi cristiani.
    Fusahito, però era rimasto pagano (e così tutto l'ambiente di corte) e aveva emanato l'editto non tanto per convinzione religiosa, quanto per convenienza politica. A riprova di ciò, bisogna dire che i Cristiani in tutto l'impero erano appena il 25% del totale e lo Shintoismo continuava ad essere professato in tutte le classi sociali.
    Il Mikado ricevette in dono una mappa del mondo allora conosciuto impreziosta da miniature e con le diciture scritte in due lingue, latino e giapponese.
    Vediamo come si presentava l'Europa nel 1591.
    L\'Europa nel 1591.jpg
    Si nota subito il predominio della Spagna su quasi tutto il continente. Francia e Inghilterra sono scomparse: la Francia si era già frantumata negli anni passati ed era stata infine spartita dai suoi vicini; l'Inghilterra probabilmente era stata annessa per via di legami dinastici.
    Liberi dal giogo inglese, gli Irlandesi hanno ritrovato la loro unità e sono riusciti a restare indipendenti.
    Il Regno di Napoli ha unificato quasi tutta la penisola italiana; sopravvivono ancora il Ducato di Milano, il regno del Piemonte, il Granducato di Firenze e la Repubblica di Venezia.
    Nel Sacro Romano Impero i vecchi vassalli del re di Francia, in particolare la Contea di Nevers e la Bretagna, sono diventati molto forti e insieme coprono almeno la metà del territorio francese; più a est è nata l'Olanda, mentre la Lega Anseatica possiede territori sia in Germania che nella penisola scandinava. La Silesia riesce a resistere, pur rimanendo schiacciata da tanti vicini così forti.
    L'Austria non è riuscita ad emergere ed è rimasta confinata nei suoi territori d'origine. Nemmeno l'Ungheria non ha subito grandi cambiamenti. I Turchi Ottomani hanno un impero esteso dalla Bosnia alla Siria; una potenza militare notevole, ma non straordinaria.
    Nelle pianure dell'Europa orientale, si estende il Commonwealth polacco-lituano, che ha bloccato le mire espansionistiche sia dell'enorme Impero Russo che del potente Khanato di Crimea.
    A nord, abbiamo un Impero Svedese che si è esteso ai danni della Danimarca (che è stata annessa), mentre la Norvegia è incredibilmente riuscita a restare indipendente.


    Ho modificato una decisione del gioco per consetirmi la conversione al Cattolicesimo, altrimenti non mi sarei liberato più delle rivolte (ne stavano scoppiando altre). Era una decisione creata originariamente per i Daimyo e non per l'Imperatore, quindi, in fondo, non ho barato: dopotutto per quale motivo l'Imperatore non potrebbe convertirsi ad un'altra religione? :)
     
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  12. alberto90

    alberto90

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    hai fatto benissimo ... ti consiglio di mantenere un atteggiamento molto tollerante con tutte le religioni, così potrai dedicarti senza problemi alla guerra senza temere rivolte religiose ....
     
  13. Pinky

    Pinky

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    Hai ancora il malus per la conversione? Non mi ricordo se sia causato dalla religione o dalla politica
     
  14. Mac Brian

    Mac Brian

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    Una svolta molto interessante, spero che prima o poi ti confronterai con la Spagna.
     
  15. andry2806

    andry2806

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    sinceramente io spero che lo faccia in America
     
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  16. Carlos V

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    Fusahito I Kan'in
    V Parte

    La proclamazione dell'Editto di Kyoto, che sanciva il Cristianesimo come religione ufficiale dell'impero (pur mantenendo la libertà di culto anche per gli Shintoisti e i Buddhisti), creò non pochi grattacapi al Mikado.
    Se era vero, infatti, che i Cristiani fossero la fazione più incline alla ribellione e quella più vivace dal punto di vista sociale, va comunque considerato che erano pur sempre una minoranza nel quadro religioso giapponese. La proclamazione dell'Editto venne quindi percepita dal resto della popolazione (ora definita "pagana") come un oltraggio ed una mancanza di rispetto nei confronti dei costumi della società giapponese e del culto degli antenati.
    Gli anni successivi furono particolarmente roventi: i "pagani" iniziarono a manifestare contro ogni espressione del governo, che fossero esattori delle tasse o giudici; agli inizi degli anni '90 si registrò un'evasione fiscale altissima, con cali per l'erario fino all'80% e con il risultato che il bilancio statale andò rapidamente in deficit. Il motivo di tanta evasione va ricercato nel fatto che i "pagani" non volevano più versare le tasse verso un sovrano che percepivano come estraneo e irrispettoso.


    [​IMG]
    "Bottega teatrale", 1594, olio su tela
    Il quadro rappresenta un artigiano intento a creare maschere per il teatro Kabuki, sotto lo sguardo incuriosito di due dame e di alcuni bambini. La crisi sociale e religiosa dell'impero si combatteva anche a teatro, visto come una piacevole attività di svago.


    La riduzione del Tesoro divenne una vera e propria emergenza nazionale, quando nel 1595 gli yen custoditi presso il Palazzo Imperiale di Kyoto scesero da più di 2.000 ad appena 1.700, raggiungengo i livelli di almeno un secolo prima. Nonostante non fosse di per sé una grave perdita, non era comunque un Tesoro ideoneo alle esigenze di un grande impero, quale il Giappone era diventato.
    Fusahito corse ai ripari effettuando dei tagli dove poteva: ridusse principalmente le spese per l'esercito e la marina, sacrificando tutta una serie di strutture di servizio come le fucine dei fabbri (per l'esercito) e i tessitori di vele (per la marina). Licenziò in tronco anche alcuni validi consiglieri di corte, soprattutto quelli che esigevano un salario più elevato. Sembrava di tornare ai tempi dell'austerity di metà secolo.

    Il 1 Novembre 1592 il Conclave elegge un nuovo Papa: il cardinal Emilio Borromeo, che prende il nome di Paolo IV. Il Giappone non ha ancora alcun cardinale da inviare (e da far eleggere) a Roma. Il nuovo pontefice ha in simpatia i Giapponesi e si prodiga per inviare nuovi missionari in Oriente e convertire i pagani alla fede apostolica.
    Papa Paulus IV.jpg
    Nel 1589 un colpo di Stato, esito di una congiura di una parte dell'aristocrazia, rovescia la monarchia degli Xi, ormai in fortissimo calo di popolarità, ed instaura una Repubblica Nobiliare, a capo della quale viene eletto l'intraprendente Jing Peng.


    Intervento giapponese nella Seconda Guerra Civile Cinese (25 Settembre 1593 - 7 Ottobre 1595)

    Il principe Jing Peng sale al potere con un unico obiettivo in mente: annientare i rivali Shun. Nel 1593, senza nemmeno avvisare delle sue intenzioni l'alleato giapponese, Jing dichiara guerra agli odiati Shun con il pretesto di alcuni incidenti di confine.
    Fusahito, sebbene contrariato dall'atteggiamento ambiguo degli Xi, invia comunque un contingente di 21.000 uomini in territorio cinese, da unire ai 9.000 samurai già presenti come presidio in zona. Il piano è quello di occupare le fortezze lungo la costa e annientare la flotta nemica per avere il totale controllo del Mar Giallo, indispensabile per far affluire al fronte rinforzi e rifornimenti in tutta sicurezza.
    Gli Shun lasciarono quasi mano libera ai nipponici, dal momento che preferirono aggredire prima le forze degli Xi, che avevano oltrepassato in massa i confini a sud. In tutta la guerra si ebbero perciò solo occasionali scaramucce; la sola vera battaglia venne combattuta contro 9.000 cinesi nei pressi del Lago Gaoyou.

    Fu solo in secondo momento che gli Shun seppero organizzarsi al meglio su entrambi i fronti, ma ormai era troppo tardi: i Giapponesi avevano occupato tutta la costa che andava da Liaoxi fino all'odierna Shangai e pure alcune regioni dell'interno, mentre gli Xi avevano occupato alcuni importanti territori di confine.
    Teatro cinese 1595.jpg
    Nel 1595 il principe Jing Peng e l'imperatore Gang I si incontrarono ad Hanyang per discutere della pace. Gli Shun avevano subito gravi perdite e il blocco navale operato dai Giapponesi aveva strozzato la loro economia; gli Xi avevano speso tutto il denaro in questa guerra, arrivando persino ad indebitarsi con un potente banchiere cinese di Nanchang. Era chiara la volontà di chiudere il conflitto quanto prima.
    Gli Xi ottennero le province di Nanchang e Wenzhou, famose per le loro vaste risaie e per la produzione di grosse quantità di farina di riso grazie all'impiego di mulini ad acqua; al Giappone non andò nulla, se non il riconoscimento definitivo dei suoi territori in Cina da parte degli Shun. Un bottino insulso, se comparato allo sforzo bellico.
    Pace tra Xi e Shun.jpg
    Terminata la guerra, Jing Peng venne colto da manie di grandezza e fece erigere in tutto il regno statue che lo ritraevano in piedi o a cavallo e commissionò persino dei ritratti da esporre nei templi insieme all'immagine di Confucio. Nel 1596 arrivò persino ad imporre il culto e l'adorazione della sua persona. Nel Luglio del 1597 venne assassinato durante una festa ad Hanyang da un fanatico religioso, convinto che il principe Jing stesse oltraggiando le usanze religiose cinesi.
    Il Concilio nei nobili venne così chiamato a votare il nuovo principe e venne scelto il più moderato Dang Yuang, facoltoso proprietario terriero e benefattore di una comunità di monaci Shaolin.

    Nemmeno gli Shun se la passavano bene. La guerra appena terminata aveva lasciato gravi devastazioni nelle campagne e i raccolti dell'annata 1596/1597 non erano stati buoni. I contadini esplosero in una violenta rivolta contro una classe dirigente che non voleva rinunciare ai lussi cui era abituata da tempo.
    A peggiorare le cose, nel 1595 era stato eletto come Khan dei Khazaki l'ambizioso Jarmuhambet I Burilgijin, che si riteneva erede diretto per discendenza maschile di Gengis Khan. Egli divenne re di un territorio che si estendeva dal Lago d'Aral alla Mongolia occidentale e aveva il sogno di ricostruire il glorioso Impero Mongolo.
    Quando vide che gli Shun erano stremati dalla guerra e dalle rivolte, pensò bene nel 1597 di invaderli per ristabilire una presenza mongola in Cina. Fusahito ovviamente vide con favore questa invasione ai danni degli Shun.

    Per quanto riguarda la colonizzazione, il Mikado aveva inviato ben due spedizioni nelle isole centrali dell'arcipelago filippino ed entrambe erano state massacrate senza pietà dai nativi. Fusahito usò quindi il pugno di ferro contro le tribù delle isole ed inviò un contingente di 3.000 samurai per debellare la minaccia: i soldati sterminarono qualcosa come 12.000 nativi, rasero al suolo i villaggi e affondarono le imbarcazioni da pesca usate da queste popolazioni. Ben pochi riuscirono a sopravvivere e coloro che erano sfuggiti alle katane giapponesi si erano rifugiati come profughi nella vicina Mindanao.
    Quando l'area venne liberata dalla presenza indigena, i coloni giapponesi poterono edificare tranquillamente i loro insediamenti, prendendo quindi possesso delle isole centrali.

    Nel 1593 alcuni ingegneri navali europei presentarono alla corte di Kyoto il progetto di una nuova imbarcazione adibita al trasporto di persone e merci: il Flute, una nave molto più capiente e robusta dei tradizionali scafi giapponesi in uso fin dal 1400.
    Tecnologia diplomatica 10.jpg
    [​IMG]
    Il flute Imagawa, realizzato sul modello di quello olandese
    Le politiche di austerity varate agli inizi del decennio (e soppresse solo durante la guerra) portarono ad un leggero miglioramento, facendo toccare al Tesoro quota 1.770 yen nel 1598. Nel contempo il fenomeno dell'evasione fiscale si ridusse drasticamente, sia perché sempre più Giapponesi si convertivano al Cattolicesimo (nel 1595 Kyoto era tutta Cattolica) e quindi pagavano le tasse, sia perché Fusahito seppe offrire divertimenti e svaghi alla popolazione, migliorando la reputazione della corona.

    Adesso per il sovrano, che aveva 34 anni, si prospettava il difficile compito di traghettare il Paese alle soglie del nuovo secolo e di superare nuove sfide: colmare il divario tra il sud del Giappone, più ricco e cristianizzato, e il nord più arretrato e pagano; portare il Tesoro a livelli accettabili attraverso un'attenta gestione delle finanze; proseguire nelle conquiste in Cina e nella colonizzazione; modernizzare un vetusto esercito che utilizzava armi ed equipaggiamenti vecchi di almeno 200 anni.
     
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    Ultima modifica: 17 Aprile 2014
  17. alberto90

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    E' una tecnica che dovrei usare anche io con i nativi quella di sterminarli ... XDDD
     
  18. Carlos V

    Carlos V

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    Fine del regno Fusahito I Kan'in

    A cavallo tra il '500 ed il '600 il Giappone e le terre sottomesse erano un calderone pronto a scoppiare: nella madrepatria gli Shintoisti detestavano il Mikado per via dell'Editto di Kyoto, mentre in Cina e Corea i sentimenti indipendentisti si erano nuovamente accesi.
    Già nel 1594 un gruppo di borghesi di Kankha, provincia marittima tra la Corea e la Manciuria, aveva occupato le sedi del governo e aveva fatto richiesta di annessione al sovrano mancese. Allora il governo era intervenuto sedando la rivolta e bloccando i canali d'informazione dei ribelli, ma il fuoco continuava a covare sotto la cenere.

    Conquista delle Ryu Kyu (24 Marzo - 2 Novembre 1598)
    Fusahito, ancora deluso per non aver recuperato niente dalla guerra contro gli Shun, decise di muovere guerra al piccolo e indipente arcipelago delle Ryu Kyu. Non si trovò nemmeno una scusa per invaderlo: semplicemente al sovrano delle isole (che si faceva curiosamente chiamare "imperatore") venne recapitata il 24 Marzo 1598 la lettera con la dichiarazione di guerra.
    Una spedizione di 7.000 uomini sbarcò sulle isole ed ebbe uno scontro con il modestissimo esercito di locali, che arrivava ad appena 2.000 soldati ed era equipaggiato con armi obsolete e in disuso pressoché ovunque. La sede del sovrano venne messa sotto assedio per tutta l'estate ed espugnata senza troppi problemi nel pieno dell'autunno.
    Il 2 Novembre 1598 il re delle isole venne catturato e Fusahito lo invitò a condurre un esilio "dorato" a Formosa, dove avrebbe vissuto in una lussuosa villa sorvegliato a vista dalle guardie. Subito dopo si procedette all'annessione delle Ryu Kyu, importante collegamento con le Filippine, all'Impero Giapponese.
    Pace con Ryu Kyu.jpg
    Il 1 Gennaio 1600 il Mikado adottò ufficialmente il calendario gregoriano e tutte le festività cristiane; a onor del vero, il calendario era già utilizzato a corte da qualche anno, ma il suo utilizzo venne esteso praticamente ad ogni settore della società.
    Il sovrano fece anche redigere la prima copia della Bibbia in lingua giapponese, che successivamente venne messa in stampa e fatta circolare presso dotti e sacerdoti; il latino rimase invece la lingua delle funzioni religiose, benché in Giappone non lo comprendesse quasi nessuno.
    L\'Oriente nel 1600.jpg
    L'Oriente il 1 Gennaio 1600
    Il pontefice Paolo IV si ammalò e morì ai primi di Aprile del 1600, dopo aver regnato per appena 8 anni. Il Conclave si dovette così nuovamente riunire per scegliere il nuovo Papa. Questa volta Fusahito inviò il vescovo della diocesi di Osaka come osservatore a Roma.
    Il Conclave elesse come pontefice il 25 Aprile 1600 il cardinal Ferdinando Orsini, che prese il nome di Innocenzo IX. Costui era più un teologo e preferiva trascorrere il tempo a studiare testi sacri, piuttosto che preoccuparsi di missionari e crociate; contrariamente al predecessore, delle conversioni in Giappone gliene importava ben poco e lasciò mano libera ai missionari senza particolari direttive.
    Papa Innocenzo IX.jpg

    Seconda Guerra del Mar Giallo (7 Ottobre 1600)
    Il regno degli Shun era diventato da un po' di tempo una specie di torta di cui tutti ne volevano un pezzo. Dopo l'invasione dei Khazaki con il sogno di riportare la Cina sotto la dominazione mongola, anche una coalizione di Zhou e Manchu mosse guerra agli Shun, sperando di conquistare qualche territorio approfittando della debolezza del rivale.

    Fusahito non fu da meno e il 7 Ottobre 1600 inviò la dichiarazione di guerra a Gang I e lo fece a nome di tutta la coalizione di cui era il capo (ma in realtà voleva perseguire obiettivi strettamente personali). Al conflitto si unirono gli Xi per ricambiare il favore di qualche anno prima e l'Orda Oirat.

    Per una strana coincidenza, Fusahito morì appena tre giorni dopo l'inizio del conflitto, il 10 Ottobre 1600. Era nel Palazzo a Kyoto in riunione con i suoi generali per discutere della guerra davanti ad un'enorme mappa, quando un fanatico shintoista squarciò con la sua katana una parete di carta e trafisse l'imperatore colpendolo alle spalle. Fusahito di accasciò a terra sanguinante, imbrattando la mappa della Cina che si estendeva di fronte a lui. L'aggressore venne trucidato dalle guardie lì presenti, ma poi non rimase altro che annunciare ad un popolo indifferente la morte del sovrano.
    La cerimonia funebre si celebrò con sobrietà e Fusahito venne tumulato nel cimitero privato degli Imperatori a Kyoto; il defunto sovrano ricevette messaggi di stima solo dai sudditi cattolici e dalle teste coronate di tutta Europa, mentre nulla arrivò dai pagani e dallo stesso Papa.
    Subito dopo, fu il fratello Ienobu Kan'in ad assumere il governo in mezzo all'indifferenza generale. Essendo di fede shintoista, non avvenne nessuna cerimonia di incoronazione in stile europeo, ma solo un formale colloquio con il gran sacerdote di Kyoto e altri dignitari. Come erede venne designato il cuginetto Yoshizumi Kan'in.
    Ienobu I Kan\'in.jpg

    Ienobu I Kan'in (10 Ottobre 1600)
    ADM 0 DIP 4 MIL 4
    Segno zodiacale: Acquario

    [​IMG] Tattico astuto
    [​IMG] Socievole
    [​IMG] Abile negoziatore
    [​IMG]
    Ritratto di Ienobu Kan'in, acquerello su carta di riso, 1601
    Il nuovo imperatore sedeva su un trono alquanto spinoso: la situazione generale era tesissima, con rivolte pronte a scoppiare in qualsiasi momento, un bilancio che era tornato pericolosamente in passivo e una guerra in corso.
    Dovette subito confrontarsi con delle ribellioni: numerosi contadini di fede shintoista avevano abbracciato le armi e aveva preso possesso di alcuni centri costieri, approfittando dell'assenza dell'esercito imperiale. Ienobu fu costretto a rimpatriare una parte delle sue truppe per affrontare i ribelli e riuscì a sconfiggerli dopo duri scontri.
    A Novembre avvenne la sua presentazione all'esercito imperiale, durante la quale assunse la guida ufficiale delle forze armate e si mise a capo del contingente diretto in Cina. Riguardo alla guerra appena scoppiata, confermò essenzialmente le direttive del fratello ed approvò il piano di occupazione delle coste.

    Il 6 Dicembre 1600, una grande folla di persone a Pechino, aizzata da nobili e borghesi cinesi, fece irruzione nella Città Proibita (divenuta nel frattempo sede del governatore locale), massacrando le guardie e prendendo in ostaggio il governatore stesso.
    Subito dopo un esercito di ben 30.000 persone prese le armi e assalì le principali sedi del potere, mettendo a ferro e fuoco l'intera regione. Era la più grande rivolta in Cina da almeno trent'anni.
    Ribellione di massa in Cina.jpg
    Il 1 Gennaio 1601 Ienobu cominciò a lavorare su un vasto piano di riforme, che prese il nome di Riforma Yoi (良い, "Buona"), con l'intento di risolvere i problemi di tutti i settori della società. Per redigere questo piano, vennero convocati a corte tecnici e giuristi sia Giapponesi che europei e si formò una vera e propria commissione, che venne denominata Commissione Ienobu, dal nome del suo presidente, cioè l'imperatore stesso.
    La Riforma Yoi si poneva i seguenti obiettivi, ritenuti indispensabili per guidare il Giappone nel nuovo secolo:
    - Convertire tutti i sudditi al Cattolicesimo;
    - Presentare un cardinale ad un futuro conclave (non necessariamente il prossimo);
    - Riprendere le esplorazioni nel Pacifico;
    - Riqualificare le aree economicamente arretrate;
    - Portare il bilancio in attivo e il Tesoro ad almeno 2.500 yen.

    Religioni nel 1600.jpg
    Questa immagine dà un'idea più chiara del quadro religioso in Giappone ai primi del '600. Si può notare che solo il centro-sud del Paese e alcune enclavi in Corea professano il Cattolicesimo, mentre tutto il resto è pagano. Tutte le province non Cattoliche rappresentano un fattore di instabilità, oltre che un focolaio per le rivolte.
     
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  19. alberto90

    alberto90

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    Meglio se converti in fretta .... rischi di ritrovarti nella stessa condizione di prima ....
     
  20. Federico 2 di Prussia

    Federico 2 di Prussia

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    Tanto arriverà lo stato pontificio e ti pialla:)

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