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What if: Alessandro non muore nel 323 a.C.

Discussione in 'Antichità' iniziata da Pandrea, 23 Settembre 2013.

  1. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Alessandro Magno muore a soli 33 anni, dopo aver conquistato l'impero persiano ma senza averlo ancora consolidato. Infatti alla sua morte ciò che resta della sua dinastia, il fratellastro Filippo III e il figlio Alessandro IV, viene distrutto e l'impero verrà diviso con le note guerre dei diadochi.

    Cosa succede se non muore?

    1) Ulteriori espansioni? Alessandro pare stesse preparando una spedizione contro l'Arabia e aveva fatto esplorare le coste del Caspio. Inoltre come si comporta verso i greci d'Italia e di Sicilia e verso Cartagine?

    2) Come procede il suo progetto di fusione tra greci e persiani? Un anno prima di morire aveva fatto sposare ben 80 ufficiali macedoni con altrettante donne persiane, stessa cosa per 10.000 veterani. Egli stesso sposò donne persiane ed infatti suo figlio Alessandro IV era mezzo persiano. Come cambia l'ellenismo con Alessandro alla sua guida? C'è da dire che la fusione proseguì, anche se meno guidata dall'alto, e l'ellenismo retrocedette significativamente soltanto dalla Persia, rimanendo in Egitto, Anatolia e Medio Oriente per un millennio, senza dimenticare la dominazione greca sull'India esauritasi soltanto verso la fine del I secolo a.C.

    3) Come si relaziona con l'aristocrazia macedone? Essa vedeva molto male le tendenze orientali e divinizzanti assunte dalla monarchia di Alessandro, come pure il suo stesso carattere, molto impulsivo ed irascibile. Le congiure non mancarono e non mancano ipotesi che la sua morte non fu accidentale. D'altro canto aveva dovuto esautorare la rimanente aristocrazia persiana al suo ritorno dalle spedizioni in India, in quanto infedele, quindi con chi governa l'impero?

    4) La domanda fondamentale: dando ad Alessandro almeno una ventina d'anni di vita, permettendo così al figlio nato nel 323 di raggiungere la maggiore età, l'impero rimane unito?

    Autorizzato da Invernomuto
     
  2. Il legato di Roma

    Il legato di Roma

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    Allora, wath if davvero interessante, tuttavia è piuttosto vago, indi posso solo dare alcune alternative e non una risposta sicura. Voglio innanzitutto dire che le mie fonti arrivano dai tre libri di Manfredi della serie alexandros, e quindi se il caro Valerio ha scritto strafalcioni e io non lo so, mi scuso in anticipo. Allora, per quanto riguarda il destino del mondo nelle mani di Alessandro, probabilmente non avrebbe continuato la sua espansione in oriente, e quindi in Cina, dato che i suoi soldati avevano voluto tornare per forza indietro dopo la battaglia dell'Idaspe. Probabilmente avrebbe continuato verso il nord della macedonia, quindi in dacia, mesia e successivamente sarmatia (dopo un'esperienza molto negativa in scitia, penso che l'avrebbe evitata come la peste), e in seguito anche in Italia. Ho letto che il magno, aveva un parente, cugino o cognato, ora non ricordo con precisione, che reggeva il trono dell'Epiro, e che aveva mire espansionistiche in Italia e sulla costa adriatica. Mi ricordo anche che aveva buoni rapporti con le colonie greche nel sud Italia (esclusa la Sicilia), infatti scrisse una lettera dritta ai romani, in cui chiedeva di che i romani smettessero di assaltare navi greche nel mediterraneo. Non penso che avrebbe tentato avventure in nord Africa, al massimo in Sicilia. Tutto questo premettendo sempre che avrebbe deciso di continuare l'espansione del proprio impero. Per quanto riguarda la successione, posso dire, che si, i fedeli di Alessandro si sarebbero attenuti al sistema di successione ereditario, ma non si può nemmeno essere sicuri che non avrebbero tentato di usurpare il trono al figlio o addirittura scatenare una guerra civile mentre Alessandro era ancora in vita. Per quanto riguarda l'integrazione tra Grecia e Persia, Alessandro, negli ultimi anni, aveva cominciato ad avere strani comportamenti, almeno a detta dei macedoni. Infatti si stava "persianizzando": preferiva le truppe persiane a quelle dei suoi compatrioti macedoni, vestiva come un persiano e aveva mogli persiane, e anche un figlio persiano.

    Concludo di nuovo col dire che le mie informazioni potrebbero rivelarsi errate se Manfredi possa aver scritto strafalcioni (cosa che considero comunque improbabile)
     
  3. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Una guerra civile contro Alessandro penso sarebbe stata un suicidio per chiunque, il macedone non aveva fama di essere clemente e quasi tutti i diadochi erano fedeli alla sua persona, per non parlare dell'esercito. Quale soldato macedone sarebbe andato contro Alessandro Magno, colui che non era mai stato sconfitto?

    Immagino ti riferisca ad Alessandro il Molosso, re dell'Epiro, zio e contemporaneamente cognato di Alessandro Magno, in quanto fratello di Olimpia e sposo di Cleopatra sorella del Magno. Morì nel 331/330 in Italia,non so però quanto ad Alessandro interessasse la penisola. Secondo me un impero alessandrino unito avrebbe seguito le stesse vie espansive degli Achemidi, cioè il controllo dell'Arabia o perlomeno delle sue rotte e il Nord Africa (più volte tentato dai persiani, ma sempre finito in tragedia).
     
  4. Rio

    Rio

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    Ho 3 ipotesi, tutte di caduta:
    1) Alessandro non riesce a gestire il maxi impero (principalmente per mancanza di collegamenti veloci per la burocrazia), lascia le regioni in mano a persone di sua fiducia, e si ritrova a governare un "impero di carta".
    2) Poco alla volta lo splendore dell'impero attira i barbari asiatici, alessandro non riesce più a fronteggiare tutti, e abbandona l'asia
    3) Classica congiura, alessandro muore
     
  5. Armilio

    Armilio

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    E' un what if giusto e interessante, ma fin troppo ampio. Con Alessandro vivo, a meno di altri imprevisti, si sarebbe creato quell'impero universale dalla Grecia all'India che Alessandro sognava, almeno finché lui rimaneva in vita. Di per sé però questo non avrebbe cambiato molto la storia, imho: avrebbe semplicemente preso il posto dell'impero persiano, solo più allargato. Il problema è un'altro: sarebbe sbarcato anche in Italia? in questo caso, non per fare il romanocentrico, ma avrebbe cambiato un sacco di cose. O forse no: forse dopo la sua morte l'impero si sarebbe sfaldato e Roma avrebbe ripreso il suo corso in modo più ellenizzato. Perché è anche questo il punto: Per influire veramente sulla storia l'impero di Alessandro sarebbe dovuto durare anche dopo la sua morte, grazie ad un Alessandro che riesce a rafforzarlo. In questo caso forse sarebbe stato veramente un impero Romano ante-litteram con un baricentro spostato verso oriente. Perché Roma è diventata quel che è anche perché il ricco e popoloso oriente era diviso e litigioso.
     
  6. Il legato di Roma

    Il legato di Roma

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    In effetti, se Alessandro, dopo aver terminato la sua avventura in oriente, si fosse voltato verso occidente, una delle sue prime vittime sarebbe stata probabilmente l'Italia, se quest'ultima fosse stata sottomessa, probabilmente Alessandro non si sarebbe fermato li. Probabilmente si sarebbe interessato alla Sicilia, e quindi entrando in contatto con i cartaginesi, e scatenando probabilmente una nuova grande guerra. Conoscendo il fatto che in Alessandro ardeva il desiderio di dominare il mondo, posso dedurre che non si sarebbe limitato a sconfiggere i cartaginesi solo in Sicilia, ma probabilmente avrebbe caricato a testa bassa il nemico fino ai possedimenti in Spagna, passando per l'Africa e le Baleari. E poi, sarebbe interessante sapere il destino del mondo, con l'impero alessandrino espanso dalla Spagna fino all'India, dopo la morte del grande conquistatore. L'Italia e il resto sarebbero diventati regni successori? La cultura ellenistica avrebbe soggiogato quella romana?
    Inoltre bisogna sempre considerare un possibile scontro contro l'impero cinese: anche se in quel periodo la Cina era divisa da conflitti interni, era pur sempre una potente forza militare.
     
  7. Carlos V

    Carlos V

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    What if interessante senza dubbio, ma anche vasto poiché gli avvenimenti di cui stiamo parlando vanno a modificare completamente la storia del mondo antico dall'Italia all'India.
    Alessandro, poco prima della sua morte, stava progettando di invadere la penisola arabica, un progetto tutto sommato fattibile sia perché l'Arabia era abitata da tribù nomadi di pastori (siamo ben lontani dai fasti della civiltà islamica medievale) sia per la vicinanza logistica all'Egitto e alle città fenicie. Stava pianificando anche un attacco contro Cartagine, già allora potenza navale di primo piano nel Mediterraneo, e i suoi possedimenti in Nord Africa e Sicilia: il progetto avrebbe dovuto prevedere la costruzione di un'imponente flotta e quindi trasformare l'impero alessandrino in una potenza anche sui mari.
    Dubito che si sarebbe esteso ancora verso l'India o addirittura la Cina, dal momento che i suoi soldati erano stanchi di anni di campagne militari in territori lontani e semi-sconosciuti; probabilmente sarebbero passati alcuni anni dopo il ritorno di Alessandro a Babilonia prima di intraprendere una nuova guerra. Occorreva consolidare l'impero, portare avanti il progetto di fusione tra greci e persiani e riformare al burocrazia e soprattutto bisognava lasciar riposare i soldati, magari anche rinfrescare le truppe con nuove leve miste greche-persiane.
    Secondo me, una nuova guerra sarebbe stata intrapresa intorno al 313 a.C. da un Alessandro quarantenne e la meta sarebbe stata l'Occidente, probabilmente non avrebbe avuto interesse a conquistare l'Italia (benché Roma fosse già famosa sulla scena internazionale) perché le minacce all'epoca venivano da Cartagine e dalle potenti poleis siciliane (Siracusa su tutte). In ogni caso, se avesse voluto comunque invadere l'Italia (fermandosi al Lazio oppure alle Alpi?), sarebbe stato dopo aver soggiogato le due potenze del Mediterraneo. Improbabili, invece, delle spedizioni in Spagna o in Gallia, se consideriamo il morale dei soldati alla fine delle campagne militari in Oriente. Certo, la Spagna poteva essere appetibile per via della presenza di importanti giacimenti metalliferi (sotto il controllo dei Cartaginesi), mentre la Gallia (o meglio la città di Marsiglia, che era pure di cultura greca) sarebbero stati un trampolino di lancio ideale per i commerci con i capi barbari dell'Europa e del Baltico, magari in maniera più diffusa di quanto avveniva prima.

    In ogni caso, alla morte del condottiero macedone, l'impero da lui creato sarebbe stato scosso da spinte centrifughe: un organismo politico così vasto, con collegamenti saltuari e non capillari (nonostante la presenza della Strada Regia da Susa a Sardi fatta costruire dai Persiani) e quindi con una scarsa presenza del potere centrale in ogni singolo dominio, avrebbe alimentato le lotte tra i Diadochi che in qualche modo si sarebbero sbarazzati degli eredi di Alessandro a prescindere dalla loro età. Certo, non sappiamo poi come avrebbero reagito i figli di Alessandro a questa situazione, essendo stati eliminati in tenera età, e quindi se avrebbero avuto il pugno di ferro contro i compagni d'arme del loro padre.
    Come conseguenza di ciò, l'ellenismo sarebbe stato ancora più marcato, come più marcata sarebbe stata la "grecità" in Oriente, forse si sarebbe creato un substrato culturale comune come quello esistente nell'Impero Romano, tanto nei costumi che nella lingua (il greco come lingua ufficiale affiancato da varie derivazioni locali e dialetti). Forse sarebbe cambiato anche l'epicentro della cultura ellenistica, storicamente proiettato verso le città del mediterraneo (Alessandria d'Egitto, Alicarnasso, Sardi, Pergamo), mentre Alessandro privilegiava la Mesopotamia e la Persia occidentale come fulcro dei suoi domini (Persepoli, Pasargade, Susa, Ectabana).
    In conclusione, la storia avrebbe proseguito nel suo corso come la conosciamo, ma con qualche decennio di ritardo (ma poi qui andiamo a sconfinare nel campo della storia romana, che si sarebbe confrontata con un Oriente molto diverso) e con una cultura ellenistica maggiormente diffusa e maggiormente incisiva nelle popolazioni dalla Macedonia all'India.
     
    Ultima modifica: 29 Settembre 2013
  8. Pandrea

    Pandrea Guest

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    1) Le espansioni: le steppe a nord del Caucaso, il Caucaso stesso e i deserti dell'Asia centrale non offrivano nessun interesse ad un greco. Qui Alessandro, immagino, avrebbe stabilito un Limes simile a quello romano sul Reno-Danubio, con alleanze con le tribù oltre confine più amichevoli e la distruzione di quelle troppo espansive.

    L'India offriva molte ricchezze, ma il primo tentativo di "scoprire i confini orientali del mondo" aveva portato ad un semplice vassallaggio del rajà Poro, lungo l'Indo. Credo però che sarebbe stata l'India la prossima grande campagna di Alessandro, una volta medizzato l'esercito e ristabilito il potere, anche per una componente psicologica di Alessandro sempre teso all'avventura. Sicuramente il Magno aveva le capacità di sconfiggere i rajà indiani e anche senza Alessandro i regni greci staccatisi dall'impero seleucide riuscirono ad imporsi su una larga fetta di subcontinente:
    [​IMG]
    Ma naturalmente una cosa è dominare l'India avendola come centro, un'altra è averla come periferia. Dubito che l'India, anche con Alessandro vivo, sarebbe rimasta a lungo legata a Babilonia. Forse però sarebbe continuata la dominazione greca, sottoforma di regno indipendente, riuscendo anche a resistere più a lungo grazie al "cuscinone" macedone contro i nomadi.

    La Sicilia e Cartagine non lo so se avrebbero destato l'interesse di Alessandro. Ormai il centro dell'Impero era spostato ad est, con la Grecia come periferia, e Cartagine e la Sicilia non hanno mai destato l'interesse dei regni ellenistici, pur con le dovute differenze rispetto ad un impero alessandrino unito. Forse avrebbe richiesto un atto di vassallaggio alle città sicule e avrebbe combattuto Cartagine sul mare, ma per una vera espansione fin laggiù si sarebbe dovuto aspettare un consolidamento simil-romano dell'Impero.

    2) L'ellenismo: in fondo è proseguito e fino alla conquista islamica il Mediterraneo orientale era greco. Ma con Alessandro il centro dell'impero era Babilonia e forse sarebbe stato ancora più accentuato, coinvolgendo anche la Persia e l'India e rimanendo come substrato culturale anche dopo eventuali invasioni dei popoli delle steppe. Il greco sarebbe diventato lingua popolare e ora in Persia, parte dell'India e Levante parlerebbero lingue neogreche.

    3-4) Aristocrazia macedone: ora iniziano le dolenti note. I greci, e i macedoni con loro, erano un popolo fortemente razzista. L'universalismo alessandrino era rarissimo, i greci consideravano gli altri popoli inferiori (se non in senso etnico, in senso culturale) e volevano il più possibile evitare i contatti. Basti pensare alle Olimpiadi, evento esclusivamente greco, e alle polemiche per la partecipazione dei mezzi-greci macedoni. Vi è da dire però che questo atteggiamento era tipico della Grecia classica, i greci d'Italia avevano perduto da tempo questa ideologia, e non sono del tutto sicuro che anche i macedoni fossero così radicali. Comunque è certo che nessun greco avrebbe accettato di prendere ordini, anche solo per la burocrazia, da un non-greco.

    Quindi tutta la componente greco-macedone dell'Impero avrebbe fortemente rigettato la fusione cercata da Alessandro e non sarebbero mancate le tensioni, anche perché il Magno era consapevole di questo e stava sempre più medizzando l'esercito. Per gestire l'Impero, avendo dovuto annientare l'infedele aristocrazia persiana sopravvissuta alla prima invasione e fidandosi poco dei generali macedoni, avrebbe fatto ricorso ad un'aristocrazia nuova, scelta tra coloro che accettavano il suo progetto culturale.
    A questo punto i greco-macedoni sarebbero stati esclusi dall'amministrazione e dall'esercito, costretti a sottostare ad un sistema imperiale universalistico uguale a quello persiano contro cui avevano combattutto. Non dubito che avrebbero cercato di fermare il processo prima che fosse troppo tardi, preferibilemente tramite congiura date le difficoltà di sconfiggere militarmente Alessandro oppure con l'aperta rivolta, magari proclamando come anti-re Filippo III, il fratellastro di Alessandro, malato mentale ma di "razza pura", in opposizione al "mezzosangue" Alessandro IV e al traditore della grecità Alessandro Magno.

    A questo punto abbiamo il punto di svolta di tutta la nostra storia alternativa: se e come vince Alessandro. Se Alessandro perde, al trono viene posto Filippo III, marionetta dei generali macedoni i quali provvedono a spartirsi l'impero come da Storia. Se Alessandro vince, dipende dal punto a cui era arrivata la stabilizzazione dell'Impero. Se non era a buon punto prima della guerra civile, tutto l'Impero collassa sotto le spinte centrifughe e le periferie si staccano (confini orientali, il sempre in rivolta Egitto, la Grecia) ed Alessandro deve cercare di riunificare il tutto, se ci riesce, altrimenti abbiamo sempre un mondo ellenistico frammentato, ma con il baricentro orientato in Persia anziché nel Levante.

    Se Alessandro vince e l'Impero è stabilizzato al punto da evitare spinte secessioniste, con l'eccezione della zona meno medizzabile di tutte cioè la Grecia, si compie la trasformazione del debole impero alessandrino in un impero romano ante-litteram.
    L'impero di Alessandro Magno poteva diventare un precoce impero romano, l'ideologia universalista e multiculturale unita ad un'unica lingua e cultura c'erano. I punto deboli dell'impero alessandrino sarebbero stati, a differenza di Roma, avere una "testa" fragile: un solo uomo, a prescindere da chi fosse, anziché un'intera città espressa dal Senato, ed il ruolo troppo fondamentale dell'esercito. Probabilmente si sarebbe evitata tutta la fase repubblicana e avremmo avuto da subito un equivalente della fase imperiale dello Stato romano, con tutti i problemi annessi ma forse una maggiore tendenza al mantenere unito il tutto, anche in caso di guerre civili.



    Oppure, come nel link qui sotto, Alessandro finiva per conquistare un impero dalla Somalia alla Scozia e dall'Atlantico al Pacifico XD
    http://www.fmboschetto.it/racconti/Alessandro/fanta_Alessandro.htm
     

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