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I lavori che gli italiani non vogliono più fare

Discussione in 'Off Topic' iniziata da TFT, 25 Giugno 2011.

  1. TFT

    TFT

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    Da quando ho memoria ho sempre sentito ripetere questa frase: "gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare"; recentemente questo mito politicamente corretto ha avuto vasta popolarità in tv grazie a omuncoli come Brunetta che esorta gli italiani a "fare quei lavori che non si vogliono più fare" o Tremonti che afferma "l'economia si sta rialzando (?) grazie agli immigrati che fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare.

    Ma quali sono questi fantomatici lavori? In base a cosa vengono decisi che sono out per gli italiani? C'è qualcosa di vero o è il solito buonismo italiano?
     
  2. Lister

    Lister

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    Posto che brunetta come persona e come ministro lo reputo nullo, e che Tremonti non lo condivido

    Credo che sia parzialmente vera questa situazione, di cui i signori sopracitati non ne sono certo gli scopritori

    Mi spiego: oramai il laurearsi e' una cosa (GIUSTAMENTE!!!) alla portata di praticamente chiunque, e cio' comporta un'inflazione di dottori, dottorati,ecc ecc. Il problema vero pero' e' il tipo di lauree che consegue la massa di "studenti" che sono alla ricerca di un titolo: scienze politiche, dell'amministrazione, comunicazione, merendine varie. A cosa ti qualifica questo percorso di studi? NULLA, o quasi, pero' sei dottore, e pensare di andare a fare lavori manuali/di fatica, forse giustamente, non voglio giudicare, e' inpensabile ai più, che finiscono in call center, cocopro, stage infiniti... Il precariato di cui ci si riempie la bocca!
    Ingegneri precari? Pochi. Dottori in legge precari? Pochi. Medici precari? Pochi... Io la penso cosi', nel rispetto di chi con impegno e fatica si e' laureato e vive con 500 euro al mese...
     
  3. Topo

    Topo

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    Se ti fai un giro in un qualunque cantiere edile puoi farti un'idea dei lavori che gli italiano non vogliono più fare.
     
  4. feste

    feste

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    se ti fai un giro dove c'è lo spaccio di droga ti renderai conto che gli italiani non vogliono più lavorare,in Italia non c'è nessuno che ha voglia e bisogno di lavorare quindi preferiamo importarli dall'estero,almeno ci insegnano come si coglie il basilico,come si fanno i palazzi,come si fa i parcheggiatori,come gli infermieri,come si spaccia la droga,come si fa i deliquenti etc etc insomma abbiamo bisogno di importare qualcuno che dia una spinta alla nostra economia e di questo dobbiamo essere felici,guai a non esserlo perchè fanno solo i lavori che noi non vogliamo più fare.
     
  5. Vestinus

    Vestinus

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    in realtà fare il manovane in cantiere,lavorare in agricoltura etc sono lavori mai disprezzati dagli italiani...sono i costruttori/datori di lavoro che prediligono usare la manodopera immigrata clandestina perchè la possono pagare poco o nulla (un cesto di arancie!) ed ignorano ogni minimo diritto sindacale...

    dunque è una favoletta bella e buona, un mido political correct per dire: ci conviene la manofopena immigrata in nero o meno perchè la paghiamo di meno!
     
  6. TFT

    TFT

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    Ecco esatto, quoto te anche per dare una risposta a Topo. Io conosco una persona che lavora come muratore in una ditta che non è proprio una dittarella, avete presente la stazione Milano Centrale? Ecco l'ha ristrutturata quella ditta. Da quello che mi ha detto sono 300 operai e di immigrati ce ne sono 2.
    Io poi faccio l'operaio in agricoltura, un lavoro di merda dove prendi se ti va bene 500 euro al mese lavorando 9 ore al giorno sabato compreso, siamo in 8 in azienda: 3 ragazzi della mia età, 3 ragazzi diciottenni, una signora sulla cinquantina e il capo. Prima c'era un indiano che dopo aver rubacchiato un po' ha pure detto che era un lavoro di merda e non lo voleva più fare e che se ne andava a Parma nell'azienda di un suo parente a cazzo. Tra l'altro questo si vantava che in india aveva fatto l'ingegnere, il professore, l'architetto (e che sei venuto in Italia a raccogliere lamponi???)
    Per Feste, non saprei, alle fine se hai fame di lavoro hai fame e prendi quello che vuoi. Personalmente penso che sia più disperato un giovane italiano che non sa dove sbattere la testa che un immigrato con millemila agevolazioni statali, parenti che lo aiutano e magari qualcosaltro sotto, non che tutti gli immigrati siano svogliati e/o delinquenti (a parte gli zingari) però diciamo che da noi di solito non arriva la crem de la crem.
     
  7. rob.bragg

    rob.bragg

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    tanto per darvi alcuni numeri :

    Forza Lavoro 2010.jpg
     
  8. feste

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    Il mio post era in chiave ironica,e non contro chi è giallo o nero che colpe ne a relativamente.C'è chi ha interesse a sfruttare i nuovi schiavi,i vecchi ormai costano troppo e a diversità del costo di manodopera assumo chi mi costa meno anche se poi fa dei muri fatti alla cazzo,o vende della droga che fa schifo perchè la taglia più volte del dovuto,o mi raccoglie il basilico a cottimo invece che a ore.
    Il bello che la favola la raccontano tutti, diverse bandiere,ma stessa favola,chissà con sfumature diverse?
    E noi che facciamo ci autofustighiamo .
     
  9. kaiser85

    kaiser85

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    C'è anche un altro problema.. supponiamo di vivere in un sistema perfetto che esegua controlli a tappetto, rigidi e frequenti in modo tale che nessun allevatore/coltivatore possa scampare ai controlli. (prendiamo in esame il settore agricolo).
    In virtù di tali controlli, gli allevatori sarebbero costretti ad assumere in maniera regolare, con paga piena, orari da contratto, contributi previdenziali e via dicendo.. a questo punto dato che la storiella dell'italiano che non fa questi lavori è in parte vera per le cose dette sopra (istruzione elevata), io per primo anche se laureato, me ne andrei a raccogliere arance e così magari anche altri al posto degli stranieri.
    Questo processo comporterebbe un aumento dei costi per il produttore e innescherebbe quindi un aumento importante dei prezzi dei prodotti agricoli e quindi dell'inflazione. La caduta dei consumi porterebbe a minor profitti e quindi impossibilità di fare investimenti nel settore, molte aziende chiuderebbero e poi?....
     
  10. rob.bragg

    rob.bragg

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    I numeri a volte valgono più delle parole ...

    Irregolari - 2.jpg

    Irregolari - 3.jpg

    Irregolari - 4.jpg
     
  11. Pandrea

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    Infatti... un italiano, anche se vuole lavorare manualmente e duramente, vuole perlomeno una paga che non lo faccia vivere sotto un ponte, orari di lavoro umani, diritti sindacali... ttta roba che non bisogna dare agli immigrati.
     
  12. rob.bragg

    rob.bragg

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    Però sui numeri, bisogna provare a ragionarci :) :

    - se il lavoro nero nel "mezzogiorno" è più del doppio che al nord ;
    - ma nel mezzogiorno l'incidenza degli stranieri è meno di un quarto rispetto al nord,

    c'è qualche problema nei "luoghi comuni".

    Ho l'impressione che buona parte del lavoro nero sia costituita da italiani

    E guardate la distribuzione del "lavoro nero" in agricoltura, industria, costruzioni e servizi ... Al nord è soprattutto nell'agricoltura; al centro-sud in tutti i comparti.

    (fonti ISTAT - rapporti al Parlamento - 2010)

    Certo, in queste satistiche gli stranieri irregolari non sono nemmeno censiti ... :)
     
  13. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Forse però è perchè gli stranieri vanno nella parte ricca del paese...
     
  14. rob.bragg

    rob.bragg

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    ... dove dai dati ISTAT il fenomeno del lavoro nero è molto molto più limitato (nell'industria, nell'edilizia, nei servizi) e quindi quel lavoratore straniero molto probabilmente sarà in regola, con contributi, diritti sindacali, salario perlomeno a minimo sindacale, ... ; quindi cose che forse potrebbe fare anche un italiano ...
     
  15. Duke

    Duke

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    In Italia ho lavorato per 3 anni in un´azienda agricola,all´inizio eravamo tutti italiani e per ottenere 10 minuti di pausa dovevamo lottare,stessa cosa per arrivare a 1000€ mensili e per farci trovare un´occupazione nei giorni piovosi,quando avevamo raggiunto una situazione decente e´arrivato un tizio (italiano) con 30 pachistani,chiedendo all´azienda il 20% in meno di quello che prendevamo noi e nessuna richiesta contrattuale,ora in quell´azienda lavorano solo 2 italiani. Naturalmente la colpa non e´di quei poveretti che erano disposti a lavorare in condizioni peggiori delle nostre al loro posto avrei fatto la stessa cosa.
    Non credo ci siano lavori che gli italiani non vogliono fare,ma solo lavori che gli italiani non vogliono fare sottopagati,qui in Germania il tizio che lava le scale del condomino dove abito prende 2000€ netti al mese,nessun italiano vorrebbe fare quel lavoro per 500€ al mese ma per 2000€ penso che lo farebbero in molti.
     
  16. rob.bragg

    rob.bragg

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    Duke, non credo che qui in Italia, con i salari degli operai a 1200 euro medi, si possa pensare di pagare 2000 euro per le pulizie nei condominii. E' tutta la struttura delle retribuzioni che è completamente diversa.

    Purtroppo non siamo in Germania. Quindi se vuoi lavorare da operaio, purtoppo, devi accettare quel salario.

    E nonostante il livello sicuramente basso, i nostri imprenditori de-localizzano nei Balcani, nellEst, in Asia, in Sud-America.
    L'alternativa è la de-industrializzazione totale.
     
  17. Duke

    Duke

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    Sì.lo so che non ci si possono aspettare salari del genere,volevo soltanto dire che i "lavori che gli italiani non vogliono fare " sono tali solo perchè non retribuiti adeguatamente,anche il peggiore dei lavori ,se pagato adeguatamente (anche senza arrivare a 2000€ ) sarebbe accettato da ogni italiano disoccupato,
    Per esempio se la raccolta dei pomodori venisse pagata 7 € l'ora (che è circa quello che prendevano i nostri lavoratori stagionali durante le vendemmie) anziché 3€ ( in nero) penso che la farebbero gli italiano disoccupati al posto degli immigrati.
     
  18. rob.bragg

    rob.bragg

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    Dato che i dati ISTAT mostrano relativamente poco lavoro nero al Nord (agricoltura a parte; ma alta concentrazione di stranieri, quindi in gran parte in regola) e molto lavoro nero al Sud (ma bassa concentrazione di stranieri; quindi al Sud ad accettare il lavoro nero sottopagato è anche una forte aliquota di italiani), penso che in linea di massima - generalizzando e usando il buon senso - valga il discorso di Lister :

    cioè che gran parte della disoccupazione giovanile (per quella non giovanile : uomini e donne licenziati e lasciati a casa, è tutto un altro discorso) dipenda da un scostamento tra domanda e offerta : l'offerta è elevata per lauree umanistiche, la domanda è elevata per lauree scientifiche (che creano sintomi allergici ai più) e per lavori di livello inferiore (e manuali), per i quali ovviamente gli immigrati sono più predisposti.

    Ma se un laureato in materie umanistiche accetta un lavoro temporaneo in un call-center a 800 euro, significa che l'ammontare del salario non è una discriminante fondamentale.
     
  19. Carlos V

    Carlos V

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    Le materie umanistiche in Italia (che possiede, lo ricordo, il 60% del patromonio culturale del MONDO) non sono per nulla incentivate ed è per questo che chi ha una laurea in Beni Culturali, in Filosofia o in Archeologia è costretto a compiere lavori non all'altezza, come il benzinaio, l'autista di pullman o l'operatore telefonico (pare che il call center siano la dimora dei cosiddetti "schiavi moderni").
    Per carità, ogni lavoro è degno di rispetto, ma un ragazzo che spende anni della sua vita perchè vorrebbe fare un mestiere nel settore umanistico non dovrebbe ritrovarsi a svolgere mansioni che, in fin dei conti, non li competono.

    E badate bene, io parlo solo delle facoltà umanistiche, perchè quei pochi investimenti che vengono erogati alla ricerca vanno tutti alle facoltà scientifiche! Il perchè avvenga questo è abbastanza scontato: le discipline come Medicina, Ingegneria ed Informatica hanno un ritorno economico per lo Stato e le aziende.
    La nostra classe politica calpesta ogni giorno il patrimonio artistico italiano: nel 2011 i fondi per i Beni Archeologici del Lazio si sono ridotti del 75%, sono passati da 4 milioni di euro ad un solo milione. Quel denaro deve servire alla custodia di siti importantissimi, Villa Adriana giusto per citare la più famosa (non parlo di Roma, ma della Regione Lazio). Poi è normale che le abitazioni di Pompei e l'Ara Pacis a Roma cadano a pezzi.

    Gli Archeologi, poi, non sono nemmeno riconosciuti come categoria professionale. Non hanno un Albo loro dedicato e questo da il via alle speculazioni più assurde (niente ferie, niente malattia, niente maternità per le archeologhe), salari da fame, ecc... Egli operatori culturali non vengono nemmeno pagati dal Ministero o dalle Sovrintendenze, in cui ci lavora solo il 2% dei laureati, ma dalle ditte edili! Queste chiamano gli operatori culturali solo in caso di scavi per le fondamenta degli edifici, per la costruzione di nuovi settori della metropolitana e poi vengono mandati via senza troppi complimenti. Il lavoro fisso diventa un miraggio, o un'illusione.
     
  20. Blueberry

    Blueberry

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    probabilmente è un po' "tutto"...
    diciamo che è più facile rifiutare qualcosa di "faticoso" e "manuale" perchè si aspira a qualcosa di degno.
    e allo stesso tempo c'è chi pensa che con una retribuzione migliore le cose potrebbero cambiare
     

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