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Elezioni territoriali: in Corsica i nazionalisti al 28%

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Wotan Masseblut, 17 Marzo 2010.

  1. Wotan Masseblut

    Wotan Masseblut

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    1. Camille de Rocca Serra (Rassembler pour la Corse-UMP) : 21,48%
    2. Gilles Simeoni (Femu a Corsica) : 18,48%
    3. Paul Giacobbi (L'Alternance) : 15,27%
    4. Dominique Bucchini (Front de Gauche) : 9,98%
    5. Jean-Guy Talamoni (Corsica Libera) : 9,44%
    6. Emile Zuccarelli (Gauche Républicaine) : 8,02%
    7. Simon Renucci (Réussir Ensemble) : 6,63%
    8. Tony Cardi (Fiamma Corsa) : 4,15%
    9. Jean Toma (Liste Jean Toma) : 4,22%
    10. Jean-François Baccarelli (Alliance Ecologiste Indépendante) : 1,87%
    11. Jean-François Battini (Forza Corsica) : 0,46%

    Manifestazioni di giubilo a Bastia ed Ajaccio al grido di "Libertà".
    Pur non considerando le elezioni in regime rappresentativo qualcosa che abbia a che vedere con la piena volontà popolare, questo 28% è comunque un dato assolutamente positivo considerando anche che la Corsica è stata la regione con la percentuale minore di astensione dal voto. Sarebbe stato preferibile che il 60, 70% non si fosse recato a votare, ma siccome così non è stato il dato elettorale assume un significato di svolta nei rapporti tra l' indipendentismo "istituzionale" e Parigi a tutto favore dei corsisti. Considerate pure che questi ultimi prenderanno parte al ballottagio e potrebbero anche farcela se unissero i voti, tenendo conto che anche in Corsica come nel resto del mondo occidentale si tendono a votare i partiti maggiori e tra questi quello che è considerato il "meno peggio", ma che di fonte ad una situazione di grande rafforzamento per i nazionalisti, si potrebbero spostare un buon numero di voti a tutto vantaggio di questi ultimi, voti dati precedentemente a gollisti o socialisti da persone che avevano intenzione di non "sprecare" il proprio voto dandolo a partiti considerati senza alcuna speranza di vittoria (come accade in Italia, secondo un ragionamento contorto, quando si vorrebbe votare, ad esempio, Rifondazione. ma poi si vota PD perchè dare un voto a Rifondazione significa non darlo al PD e rischiare che berlusconi abbia ancora più vantaggio).
     
  2. generalkleber

    generalkleber

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    Vediamo: il 28% dei Corsi ha votato per partiti che chiedono l'indipendenza. Non so se questo sia un fatto positivo (?) ma immagino che sia possibile interpretarlo come espressione di una tendenza: quella che percepisce gli Stati nazionali come troppo "distanti" e vorrebbe continuare a vivere con i propri mezzi. La globalizzazione, l'eccesso di modernità (ma anche la poca modernità), la disoccupazione, l'immigrazione, tutto è percepito come prodotto da una incontrollabile dimenzione nazionale, troppo distante. La formazione, in altre realtà diverse dalla Corsica, di distretti industriali a dimensione locale, poi, porta ulteriore acqua al mulino degli autonomisti. Ora, che la Corsica prenda più soldi da Parigi di quanti ne tiri fuori, che il problema della Corsica sia proprio l'antagonismo (sino al terrorismo tempo fa, sino al teppismo oggi) contro Parigi che disincentiva gli investimenti nel territorio è cosa che evidentemente sfugge a quel 28% di Corsi. Così, quando il controllo dell'immenso sistema capitalistico, quando sia necessario (e ammesso che sia realmente possibile) richiede poteri enormi, non solo nazionali ma ormai anche sovranazionali, qualcuno rimpiange i bei tempi andati e vuole l'autonomia. Come protesta nulla da dire. Come calcolo politico davvero di fiato corto. Inoltre in questo caso è una zona povera (rispetto al resto della Francia) a chiedere l'autonomia. Che lo faccia la Catalogna, ricca assai più del resto della Spagna, o la Lombardia, può essere comprensibile: magari sperano, ad onta non dico della globalizzazione ma almeno delle reti di interessi trangeografici che sono consolidati, di guadagnarci e quindi di star meglio. Che non sia possibile è ragionamento troppo sottile e la paura dle diverso rafforza il senso di incertezza e chiede a chiudere le porte. Ma che lo chieda una regione povera è più difficile da capire. Lo hanno capito a loro spese gli Slovacchi che hanno chiesto (sobillati dai ricchi Cechi, cui non sembrava vero di liberarsi dal fardello) di mandare a pezzi la Cecoslovacchia e ora si mordono le mani. Certo, chi spera di far carriera ha interesse a soffiare sul fuoco: le elite che vogliono emergere hanno di che spandere la retorica. Ma è un gioco pericoloso: in Jugoslavia si sono presi 10 anni di guerre.
    Va poi considerato che il resto oltre il 28% non ha chiesto nessuna autonomia. Come ragioevole dopo secoli ormai di integrazione crescente. Facciamo un'ipotesi di fantapolitica: Milano e la Lombardia si dichiarano autonomi e scoppia la guerra civile. La immaginiamo combattuta tra i vicoli di Napoli o attorno al Duomo di MIlano? Risposta facile. Come è facile capire chi ci guadagnerebbe e i vantaggi ottenuti, comunque, dalla criminalità. Anche qui sia la ex Jugoslavia sia la Slovacchia sia l'ex impero sovietico hanno da insegnare. Resta allora la protesta, che però non riesce a esprimersi se non utilizzando una ormai anacronistica retorica ottocentesca sui "popoli". E questo al rende tanto più pericolosa in quanto se la proposta politica è solo retorica allora non può avere altro esito che la demagogia.
     
  3. Wotan Masseblut

    Wotan Masseblut

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    La Corsica odia la Francia coma ha sempre odiato qualunque oppressore. Il suo spirito è sempre stato di Libertà. Meglio poveri e liberi che ricchi (???) e in catene. La situazione della Corsica non è paragonabile a quella del Nord Italia o della Lombardia perchè dietro il nazionalismo corso non ci sono certo interessi economici. E' assimilibile alla situazione nordirlandese, anche se li gli inglesi hanno proceduto in maniera più intelligente rispetto ai francesi (intelligente non significa che gli irlandesi abbiano ricevuto un trattamento migliore dei corsi).
    PS: Le bande armate in Corsica sono tutt' ora attivissime, il problema è che in Italia queste notizie non arrivano a meno che non te le vada a cercare.
     
  4. l'emanuele

    l'emanuele Guest

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    che vincano pure la loro indipendenza....:approved::asd::asd:
    dopodichè basterà dichiarargli guerra e annettere la corsica al resto d'Italia(cosi come dovrebbe essere!!):asd::asd:
     
  5. generalkleber

    generalkleber

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    In generale, per metodo, quando si discute occorrerebbe tener conto di quello che dicono gli altri. Valutare i concetti e le tesi da questi suggerite. Che non significa accettarle, significa discuterle. Prescinderne, ribadendo solo il già detto, non serve a nessuno. Così, per dare il buon esempio, ci provo io.
    1) I Corsi amano la libertà. Non ho motivo di mettere in dubbio questa asserzione. Mi meraviglierei anzi del contrario. Direi che tutti, almeno astrattamente, amano la libertà. Solo che messa così, appunto, è un'astrazione. Non si discute dell'amore dei Corsi (o di chiuque altro: compreso me stesso) per la propria terra. Si discute di un contenuto politico e questa è cosa diversa.
    2) I Corsi odiano la Francia. A parte che i Corsi, fortuna loro, _sono_ Francesi (e c'è gente che farebbe carte false -e anzi le fa- per poter godere del miglior sistema assistenziale d'Europa) ma, nuovamente, non si sta discutendo di un sentimento psicologico bensì di una scelta politica. E da questa risulta che il 28% dei Corsi si _dichiara_ (un conto è dichiarare un conto è volere) autonomista (o indipendentista: non conosco i programmi dei gruppi che costituiscono questo 28%: resta che tra autonimia e indipendenza c'è parecchia distanza). Il che significa che il 72% non lo è. Ora, qualcuno sicuramente odierà la Francia (io sono del Milan e odio l'inter, maledetta, che è pure passata...ggrrrr) ma la questione non è se odio o meno qualcuno (non odio affatto l'attuale presidente del Consiglio ma preferirei cadesse il più presto possibile) bensì se esista una effettiva linea politica. Che non esce affatto fuori. Al di là della retorica mi sembra che neanche tu abbia avanzato anche solo una proposta teorica.
    3) Meglio poveri che ricchi e in catene? Bellissima frase ma anche frase che rivela assai poco in relazione alla Corsica. La Corsica è in catene? No, naturalmente. E' ricca? in termini relativi direi che potrebbe benissimo esserlo di più e quindi che una larga parte dei Corsi potrebbe vivere meglio. Poiché in Corsica entrano, nei bilanci, più soldi di quanti escono come mai i Corsi hanno in generale, un tenore di vita più basso di quello che potrebbero avere? Mancanza di investimenti, è la risposta. Perché mancano lo ho già citato: nessun investitore sano di mente investe volentieri il suo denaro, senza garanzie, in una terra in cui alcuni, pochi ma certo attivi, fanno di tutto per fargli perdere i suoi investimenti. Se vivessi in Corsica questa cosa mi darebbe parecchio ai nervi. Ancora: quale è il Pil della Corsica? Quanto questo Pil è legato alla Francia? Credo che chiunque si occupi di politica seriamente, e non trattandola come si tratta il calcio, una cosa del genere dovrebbe saperla e discuterla. Quanti dei risparmi dei Corsi restano sull'isola? Chi gestisce questi risparmi? Sono sufficienti (e qui, a naso, direi di no) per investimenti importanti? Quali risorse economiche e intellettuali ha la Corsica per crescere economicamente? Ad esempio a me farebbe piacere sapere simili dati e direi che è una cosa assai più importante del sapere, ovvio, che i Corsi amano la libertà. Di che vivrebbe una ipotetica Corsica "libera"? Infine: meglio poveri? A meno che a pronunciare questa frase sia S. Francesco, è solo una fesseria. Chi ha conosciuto la povertà si guarda bene dall'esaltarla.
    4) Dietro la richiesta corsa di indipendenza (o autonomia?) non ci sono interessi economici? Ma viviamo sulla luna? E' chiaro che molta della manovalana della protesta crede questo: non ho dubbi. Ma è anche chiaro che si tratta di una grossa bufala. Abbiamo idea del cambio di valore della proprietà terriera, tanto per fare un esempio, in caso di una larga autonomia? O del crollo dei prodotti dell'allevamento?
    5) Corsica = Irlanda. Ogni situazione è semrpe un caso a sé e tuttavia vale la pena di considerare le somiglianze. E le differenze. Gli Irlandesi sono stati a lungo sudditi (nemmeno cittadini) di serie B del Regno Inglese. In Irlanda da Cromwell in poi sono state usate varie forme di violenza per sottomettere una popolazione che era effettivamente diversa. Tra i metodi usati vi sono state carestie artificiali che hanno dimezzato, tra morti ed emigrazione, la popolazione. La "diversità" della popolazione è stata deliberatamente coltivata dagli inglesi che hanno scelto di dominare l'isola mediante una classe dirigente del tutto importata direttamente dall'Inghilterra. Sino agli inizi del '900 gli Irlandesi erano privi di una serie di diritti elementari. Deliberatamente soggiogati nel senso che si è impedito il formarsi di una classe dirigente irlandese. Dopo la I Guerra per via democratica glli Irlandesi hanno scelto l'indipendenza. E da allora hanno avuto rapporti cordiali con la Gran Bretagna, che occasionalmente si sono freddati per via dell'Irlanda del Nord, le contee nelle quali la maggioranza della popolazione aveva votato per rimanere inglese. L'esercito inglese è andato in quella zona per _difendere_ i cattolici-irlandesi dalle violenze protestanti-inglesi della maggioranza. L'Ira ha, scriteriatamnte, scelto lo scontro con il risultato che la minoranza cattolica ha visto il proprio tenore di vita drammaticamente abbassarsi. La linea ufficiale del governo inglese è stata _sempre_ quella di agire da pacificatore tra le parti, anche se, comprensibilmente, le forze in loco hanno sovente simpatizzato per i lealisti che evitavano di sparere loro addosso. In Corsica, da Napoleone in poi (ignoro i precedenti) i Corsi sono cittadini della Repubblica come tutti gli altri. Non è davvero una situazione analoga a quella irlandese.
    6) Vi sono bande armate? Lo ignoravo e, da studioso, sarei interessato a saperne di più. I miei contatti in Corsica, docenti universitari soprattutto, non mi citano casi recenti di lotta armata (e spero che abbiano ragione loro, naturalmente).
     
  6. Megalomane

    Megalomane

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    prepariamo i cannoni :asd:
     
  7. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    La Corsica si avvicina all indipendenza e voi sardi ve ne state calmi sulla vostra isola a guardare San Remo.

    Vergogna sardi!!!!! :p
     
  8. Solctis

    Solctis

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    Notare i cognomi e farsi due ragionamenti.
     
  9. Wotan Masseblut

    Wotan Masseblut

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    No, ogni popolo farà le sue scelte in libertà, così come deve essere.
     
  10. Wotan Masseblut

    Wotan Masseblut

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    Vedi la cosa da un punto di vista economico e sconosci, non per colpa tua, la storia della Corsica se non nei dettagli che arrivano per vie ufficiali. I Corsi hanno una storia di violenza di stato non dissimile a quella degli irlandesi e i cosidetti nord-irlandesi non sono altro che i discendenti dei coloni britannici, ed hanno piena consapevolezza di questo. L' Irlanda quindi se non è una non è, perchè il voto di chi è in effetti un britannico in un referendum che riguarda l' indipendenza non avrebbe dovuto essere stato permesso ( tra l' altro, nel ' 21 sie è ottenuto soltanto il cambiamento dell' accento dei potenti, nulla di più) e lo stesso voto avrebbe dovuto essere stato sottoposto all' intero territorio con un unico risultato e non in base ad accordi tra delegati alla Collins che preferiscono scatenare una guerra civile, perchè l' hanno scatenata loro, combattuta servendosi dei cannoni inglesi e per conto degli inglesi. Tornando alla Corsica la snazionalizzazione forzata, gli eccidi compiuti anche da Napoleone (che è per tanto un traditore della propria terra e che non sono dissimili da quelli compiuto dai britannici in Irlanda), il genocidio compiuto sulla gioventù dell' Isola durante la Grande Guerra e la scelta di Parigi di lasciare che l' Isola sprofondasse nella miseria per molto più che un secolo, sono soltanto una parte della tragedia che ha colpito quel popolo fin dall' inizio dell' occupazione francese e dalla guerra, durata circa 15 anni, che la giovane repubblica mediterranea ha combattuto contro l' esercito che la invadeva. La lotta continua ancora, le bombe dell' FLNC esplodono ancora ma non contro la loro stessa gente.
    Per quanto riguarda quel 72% che teoricamente ha detto "no" ai partiti corsisti è da inquadrare in un altro contesto che già ho tentato di spiegare prima, ne farò un altro più semplice: quanti elettori del MSI dopo Fiuggi erano realmente in linea con Fini e quanti invece credevano che Rauti avesse ragione? (per me fu una manovra comune studiata a tavolino e non dissimile da quella che portò i cossuttiani e staccarsi dall' ormai ex PCI nel 1991, non me ne vogliano gli ex missini) molti di più di quelli che possiamo immaginare. Ed allora tu mi dirai perchè AN aveva il 10% e la Fiamma Tricolore il 2% (approsimativamente) se quest' ultima era molto più gradita ai missini di quanto le percentuali dicevano? perchè votare la Fiamma, che stava fuori dal centro-destra, significava dare un vantaggio alla sinistra e pertanto tra chi votava AN erano in molti a condividere la scelta dei rautiani ma non così tanto da "sprecare il loro voto".
    PS: Nell' ultimo esempio mi riferisco all' incirca al primo quinquennio dopo Fiuggi, poi le cose sono cambiate.
     
  11. Arminio90

    Arminio90

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    E ci troviamo i Corsi a Roma:D
     
  12. Wotan Masseblut

    Wotan Masseblut

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    I ragionamenti sono proprio due, lo so io e lo sai tu. Detto questo dobbiamo tener conto che il maggior successo ottenuto dall' occupante francese è quello di aver bloccato simili ragionamenti agli stessi corsi. Allo stato attuale (dell' Italia) è un bene che sia così, in linea di massima, no. L' importante è che gli eventi si compiano prima che anche l' ultima bandiera sarà ammainata e l' intero popolo verrà addomesticato, come è accaduto qui da noi e non solo da noi.
     
  13. Solctis

    Solctis

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    Il discorso sulla Corsica è un discorso piuttosto semplice, tutto sommato, nel panorama costitutivo dell'Italia culturale (ma non devo certo dirtelo io:D).
    Semplicemente sarebbe già un bene che i corsi potessero godere dell'autogoverno avendo pagato in maniera immane la prima guerra mondiale, la campagna anti-italiana (con lo stigma fascista) pre-bellica ed infine la francesizzazione gollista e l'immigrazione dall'ex Africa francese in funzione snazionalizzatrice.
    Sarebbero poi loro finalmente a poter decidere per se stessi, se da soli o con noi.
    Ma penso che ci sia ancora molto da lavorare...per il momento auguri ai nostri fratelli corsi.
     
  14. archita

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    Corsica indipendente? per campare potrebbe anche proporsi come paradiso fiscale :D
     
  15. McEron

    McEron

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    Beh da famo una bella guerra contro la Francia per Corsica e Nizza, alla Croazia per L'istria e la dalmazia e il quarnaro, dopo ci prendiamo il nord africa e dopo invadiamo tutta europa, FUCK YEAH....



    Ah dimenticavo siamo in un contesto reale, quindi non si può fare :D
     
  16. archita

    archita

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    dimentichi la Padania indipendente e il ritorno del Principato di Taranto e la Trinacria :contratto:
     
  17. Solctis

    Solctis

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    Io non farei ironia.
    O meglio vorrei vederti a fare ironia davanti ad un corso.

    E per la rubrica 'riempiamo spazi vuoti' abbiamo un nuovo concorrente.
    Ah dimenticavo, se non ti spiace era una discussione seria con Wotan e gli altri...
     
  18. GyJeX

    GyJeX

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    Direi che in quel caso vedremo il corso cambiare sesso e trasformarsi in una "corsa"... dietro archita...



    scusa Sol, non ho saputo resistere :ador:
     

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