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AAR ITALIA

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da alberto90, 27 Gennaio 2015.

  1. alberto90

    alberto90

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    Una nazione in cerca di gloria

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    SETTEMBRE - DICEMBRE 1935
    Lo scoppio della guerra d' Etiopia
    Roma, Ministero delle Forze Armate, 30 settembre 1935

    Ho ricevuto questa mattina una telefonata da parte del Duce, il quale mi ha espresso la sua fermissima intenzione di attaccare l' Etiopia quanto prima in modo da vendicare l' oltraggio subito dalle nostre valorose truppe massacrate nel forte di Ual Ual il 5 dicembre scorso.
    Io ho risposto proponendo al Duce di recarmi presso la sede delle Nazioni Unite per strappare un loro consenso formale all' attacco ed evitare sanzioni contro di noi. Il Duce ha riso di cuore: lui pensa che le Nazioni Unite non agiranno contro di noi, perchè Francia e Regno Unito sanno bene quale peso avremmo in caso di conflitto contro la Germania ed è convinto che lasciandoci mani libera in Etiopia si garantiscano la neutralità italiana.
    Personalmente non sono così convinto di ciò, ma il Duce è stato categorico: l' Etiopia va attaccata ed annessa nel minor tempo possibile.
    Ho ricevuto l' ordine di telegrafare l' ordine di mobilitazione dell' esercito al comando dell' A.O.I
    Il mio compito mi impone di obbedire anche se l' ordine non mi convince e pertanto ho immediatamente comunicato al Generale Balbo di mobilitare entro 48 ore tutte le venti divisioni ai suoi ordini, comprese le quattro ai comandi di Graziani e schierate in Somalia.
    Non dubito affatto sulla nostra vittoria, ma nutro forti perplessità in merito all' utilizzo dell' esercito, ritengo che sarebbe molto più facile strappare all' imperatore d' Etiopia scuse ufficiali per l' aggressione di Ual Ual e ottenere un risarcimento per le famiglie dei caduti.

    Intanto, di mia iniziativa, ho chiesto al ministro Ciano di telefonare al primo ministro francese per sondare il suo parere in merito alle intenzioni del Duce. Purtroppo non ha potuto garantire nulla sulle sanzioni che potrebbero colpirci e ha espressamente comunicato che, in caso di votazione, la Francia esprimerà un voto favorevole.
    Non mi resta che sperare che non serva.

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    Roma, 2 ottobre 1935, ore 23.30 p.m

    Tra mezz'ora saremo in guerra con l' Etiopia. Ho appena telegrafato il

    messaggio del Duce al Negus Sellassiè.
    Il dado è tratto e non possiamo più tirarci indietro ora, affronteremo questa guerra nel migliore dei modi e faremo tutto ciò che è in nostro potere per evitare la sanzioni internazionali che, ne sono certo, non tarderanno ad essere applicate contro di noi una volta scoppiato il conflitto.
    Il ministro degli esteri Ciano è già in volo per Londra dove si incontrerà domani con il ministro degli esteri britannico e ottenere almeno dalla Gran Bretagna un consenso formale all' invasione. Non credo potrà fare molto, anche perchè al momento del colloquio l' attacco sarà già in corso, ma la speranza è sempre l' ultima a morire e non è detto che non abbia successo.
    Il generale Balbo mi ha fatto sapere giusto questo pomeriggio che tutte e venti la divisioni che formano l' Armata dell' Africa Orientale Italiana sono pronte a varcare i confini con l' Etiopia e che combatteranno in nome del Duce, del Re e della Patria.
    Dio non voglia che quei ragazzi debbano subire perdite troppo pesanti e che possano tornare a casa quanto prima. Ho come la sensazione che presto accadrà qualcosa di grosso in Europa e temo che l' Italia sarà coinvolta in questo qualcosa. Se dovesse davvero accadere allora avremo bisogno di tutti gli uomini possibili.

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    Roma, 10 dicembre 1935

    Sebbene la guerra sia stata dichiarata da ormai oltre due mesi, l' invasione dell' Etiopia non è ancora stata iniziata. Pare che le condizioni meteorologiche nella regione siano proibitive sin dai primi giorni di ottobre e pertanto le nostre forze sono bloccate poco oltre il confine.

    Gli etiopi non sembrano molto vogliosi di combattere e, come noi, sono in posizione difensiva ad un paio di miglia dal fronte. E' una mezza buona notizia, perchè in questo modo le nostre forze non sono prese di mira e possono prepararsi con calma all' offensiva, che partirà non appena le condizioni saranno migliori.
    Il Duce non è felice di questa situazione e insiste per dare l' ordine di attacco prima di Natale, ma personalmente non intendo dare tale ordine prima dell' anno nuovo. Sappiamo che solo alla fine di dicembre la situazione meteo tornerà stabile e in base a queste notizie ho programmato di far partire l' offensiva già il primo gennaio, che il Duce sia d' accordo o meno.
    Nel frattempo cercherò di parlargli e convincerlo.

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    Roma, 25 dicembre 1935

    Il Duce si è finalmente convinto. Mi ha autorizzato a far partire l' offensiva alle prime ore del primo gennaio.
    Sono molto felice di essere riuscito in questa impresa, perchè è risaputo che il Duce non cambia spesso idea e che non è mai semplice riuscire a fargliela cambiare.
    Tra una settimana avremo le prime notizie dal fronte e tutti ci auguriamo che siano buone.
    La caduta rapida dell' Etiopia potrebbe garantire all' Italia il riconoscimento di grande potenza e forse evitare le sanzioni internazionali.
    Le Nazioni Unite si sono già riunite in sessione plenaria per discutere la nostra aggressione e a giorni dovrebbero comunicare al nostro governo i primi risultati. Il Duce ha già detto chiaramente che ricorrerà in appello pur di guadagnare tempo prima della sentenza definitiva, in modo da permettere all' A.O.I di prendere Addis Abeba e annettere l' Etiopia. Forse, trovandosi di fronte al fatto compiuto, rinunceranno ad azioni contro di noi.
    Il futuro non è mai stato incerto per la nostra Patria ....

     
  2. alberto90

    alberto90

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    GENNAIO - APRILE 1936
    Lo sfondamento del fronte e l' annessione dell' Etiopia

    Quartier Generale delle forze armate dell' A.O.I, 15 gennaio 1936

    L' offensiva ordinata dal Duce è scattata come previsto all' alba del primo gennaio e i suoi effetti sono stati immediati. Nel volgere di pochi giorni le nostre truppe hanno varcato vittoriosamente i confini ricacciando indietro i combattenti etiopi per molte miglia.
    La marcia dei nostri fanti è comunque ostacolata dalla complessa morfologia del territorio e prosegue a rilento pur senza rischi particolari. Gli etiopi si stanno ritirando senza combattere.
    Due giorni fa abbiamo preso Adua e Denalli dopo averne scacciato i difensori senza subire grandi perdite. Sebbene sia una vittoria modesta il Duce ha dichiarato che essa vendica la batosta patita nel 1898 proprio ad Adua.
    Il piano di battaglia, preparato da me e approvato dal Duce, è molto semplice: attaccare simultaneamente da nord e da sud, costringere gli etiopi alla ritirata verso la capitale e convergere su Addis Abeba. Una volta presa la città verranno accerchiate e distrutte tutte le sacche di resistenza residue. E' mio convincimento che la guerra sarà conclusa quasi certamente prima di maggio.
    Le truppe del generale Guzzoni, che comanda la prima armata dell' A.O.I, hanno combattuto con tenacia e sono state le prime ad entrare in Adua così come le truppe della seconda armata al comando di Zingales sono entrare in Denalli.
    Stiamo aspettando tutti l' esisto dello sfondamento del corpo somalo di Graziani di cui ancora non sappiamo nulla. Sono fiducioso.

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    Adua, 14 febbraio 1936

    Tutto procede per il meglio. L'offensiva prosegue senza trovare resistenza accanita e le truppe stanno marciando lente ma inesorabili. Il 23 gennaio il corpo somalo ha preso Mojale e ieri sera siamo entrati in Dire Dawa, mentre si sta combattendo per strappare Dese e Gonder agli etiopi. Ritengo che in pochi giorni saremo a portata di Addis Abeba.
    Il corpo somalo, come telegrafato da Graziani, sta marciando su Ginis per riunirsi a Zingales. L' ordine di battaglia prevede che i somali si occupino della conquista di Ogaden e Harar mentre Zinagales marcerà sulla capitale.
    Per quanto riguarda Guzzoni dovrà invece muovere su Debre Mark'os e stroncare la resistenza nelle regioni sud-occidentali al confine con i possedimenti inglesi.
    Se gli etiopi continueranno a ritirarsi senza combattere e ad opporre la resistenza minima condotta fino ad ora, saremo in grado di pacificare la regione già entro il mese di aprile.
    Il Duce telegrafa quasi ogni giorno per chiedere di accelerare le operazioni perchè i ricorsi contro le sanzioni internazionali non impiegheranno molto per essere respinti e pretende che l' Etiopia sia annessa prima che ciò accada, in modo da mettere le potenze occidentali di fronte al fatto compiuto. Non servirà, ma è uno stimolo sufficientemente forte da spingere i nostri fanti a combattere con maggiore ardore.
    Spero di scrivere il prossimo appunto da Addis Abeba.

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    Addis Abeba, 3 marzo 1936

    Sono al settimo cielo. Le forze di Zingales sono entrate in città ieri nel pomeriggio riunendosi con i somali di Graziani, reduci dalla conquista di Ginir.
    Anche Dese e Gondar sono già nelle nostre mani e ora l' Etiopia è tagliata in due, proprio come da ordine di battaglia.
    Il Duce mi ha telegrafato ieri per comunicarmi che sarà in visita ufficiale alla truppe dell' A.O.I una volta conclusa la pace e quindi ho dato ordine ai generali di fare in modo di stroncare immediatamente ogni tentativo insurrezionale nelle città conquistate. Questi etiopi non mi sembrano grandi combattenti, ma non so fino a che punto sono capaci di compiere agguati e attentati.
    Ormai penso che la conquista totale dell' Etiopia sia questione di poche settimane, considerato il numero sempre maggiore di etiopi catturati o uccisi. Presto l' esercito nemico cesserà di esistere e a quel punto nulla potrà più opporsi alla nostra vittoria.


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    Addis Abeba, 4 aprile 1936

    Sono passati appena quattro mesi dall' inizio dell' offensiva e la guerra è già terminata.
    La pace con Hailè Sellassiè è stata firmata questa mattina dal ministro Ciano e dalla sua controparte etiope e sottoscritta da me, in qualità di Capo di Stato Maggiore.
    Le ultime sacche di resistenza sono state annientate nel giro di 3 settimane dopo la caduta della capitale senza grandi perdite da parte nostra. Le nostre truppe si sono comportate benissimo e sono sicuro che il Duce consegnerà molte medaglie al valore e tante riconoscenze.
    Sono stato informato, sempre tramite il ministro Ciano, che domani Vittorio Emanuele III sarà proclamato imperatore d' Etiopia. Penso che il poveretto avrebbe preferito regnare in un' altra epoca .....
    Comunque tornerò a Roma assieme a Mussolini tra un paio di giorni, perchè mi aspetta un compito piuttosto complesso come la riorganizzazione delle forze armate in Italia e cominciare i preparativi per la produzione e l' arruolamento di nuove divisioni.
    Dopo più di tre mesi in questo paese montano, desertico e desolato, il ritorno alla civiltà mi sembra quasi un sogno.
    Domani saranno terminati i preparativi per accogliere in trionfo il Duce. Meno male perchè sono piuttosto stanco.

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  3. alberto90

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    GIUGNO - LUGLIO 1936
    La riforma militare e la guerra civile spagnola
    Roma, 12 giugno 1936

    Sono tornato a Roma da meno di un mese, dopo aver rischierato le truppe dell' A.O.I su ordine di Mussolini in modo da poter controllare l' Etiopia senza dover impegnare più di sei divisioni e avere sempre pronte ad eventuali azione nella regione le due armate dell' A.O.I comandate da Guzzoni e Zingales.
    Quattordici divisioni che potranno essere schierate sia contro gli inglesi ( ma il Duce è molto scettico riguardo ad una guerra contro gli alleati e anzi, sembra essere molto desideroso di mantenere buoni rapporti con l' Inghilterra e la Francia ), che per eventuali operazioni in Arabia e in Medio Oriente.
    Ora il mio compito in qualità di Capo di Stato Maggiore dell' esercito ( ma con deleghe alla marina e all' aviazione ) sta nello schierare le trenta divisioni che formano la forza militare che l' impero può schierare sullo scacchiere europeo.
    Il Duce mi ha dato carta bianca su tutto: posso disporre le truppe a mio piacimento e affidarle ai generali che ritengo più adatti. E' un atto di fiducia che, francamente, non speravo di ottenere e che mi riempie di orgoglio. Il Duce, in veste di ministro delle forze armate, avrebbe tranquillamente potuto gestire in prima persona questo compito ma considerata la mole di lavoro che lo tiene inchiodato alla sua scrivania a Palazzo Venezia sarebbe stato decisamente troppo dedicarsi anche allo schieramento delle truppe.
    Domani mattina partirò per un' ispezione ufficiale alle caserme dove gli effettivi destinati alla formazione delle divisioni sono posto in ferma. Una volta tornato a Roma con tutte le informazioni necessarie darò inizio alla formazione delle divisioni e alla loro assegnazione ai vari generali.

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    Roma, 9 luglio 1936

    Il mio giro d' ispezione è terminato. Sono già al lavoro per formare le nuove divisioni e tra pochi giorni i generali riceveranno l' incarico e le divisioni saranno ufficialmente destinate ai rispettivi quartier generali.
    Nel frattempo mi sono pervenute notizie poco rassicuranti dalla Spagna, dove sembra che il governo socialista non sia tranquillo. Pare che gli oppositori di destra stiano preparando una sommossa per tentare di rovesciare un governo legittimamente eletto. Il Duce mi ha informato che, qualora scoppiasse un conflitto civile in Spagna, l' Italia non si schiererà con nessuna delle parti. Non subito per lo meno.
    Sappiamo invece che Hitler invierà mezzi, uomini e forse anche rifornimenti, ai miliziani di destra.
    Temo che la pace europea stia per giungere al termine ed è per questo che farò il possibile per far trovare l' esercito italiano pronto in qualsiasi momento per fare la sua parte.

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    Roma, 12 luglio 1936

    Ho presentato questo pomeriggio la lista delle divisioni e i rispettivi comandati al Duce, il quale si è mostrato in pieno accordo e soddisfatto del mio lavoro.
    Trenta divisioni non sono molte, anche se corrispondono a 10.000 uomini ciascuna, il che porta l' esercito italiano ad un totale ( in Europa almeno ) di 300.000 uomini.
    Ho pensato di raggruppare le divisioni in piccole armate, forti di 50 - 60.000 uomini ciascuna in modo da rendere più fluide le linee di comando.
    La prima armata, composta da 5 divisioni e comandata dal duca degli Abruzzi, Amedeo di Savoia, sarà acquartierata a Torino.
    La seconda, anch'essa composta da 5 divisioni, è invece affidata al generale De Bono, amico personale del Duce e cofondatore del nostro partito. Il quartier generale di De Bono è fissato a Milano.
    La terza armata, forte di 6 divisioni, comandata dal generale Gambara, verrà acquartierata a Padova.
    La quarta armata, 5 divisioni al comando di Caviglia, sta già preparando il quartier generale a Udine.
    Infine, la quinta armata, composta da 5 divisioni ai comandi del generale Vacca-Maggionalini, è in viaggio verso Taranto, sede del quartier generale.
    Vi sono poi la Riserva generale, 1 divisione posta agli ordini di Badoglio e con sede a Roma, che avrà il compito di protezione del governo e del Duce; il corpo d' armata siculo, messo agli ordini di Bastico, formato da 2 divisioni e acquartierato a Palermo.
    L' ultima divisione, denominata comando libico e comandata dal promettente Vercellino, sarà posta come guarnigione a Tobruk. Ho in progetto di farne il nucleo per il gruppo di armate di Libia, con le tre divisioni già in fase di arruolamento e che saranno pronte entro l' anno.
    Conto di inviare in Libia entro il 1940 almeno 10 divisioni.

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    Roma, 19 luglio 1936

    Alla fine è accaduto quanto temevo. Francisco Franco, un nazionalista spagnolo, ha preso il comando militare di tutti gli oppositori al governo di Manuel Azana e, passando dal Marocco in Spagna, ha ufficialmente dato inizio alla guerra civile.
    Questa mattina il Duce mi ha convocato a Palazzo Venezia per comunicarmi la sua intenzione di non intervenire nel conflitto ne direttamente ne indirettamente.
    E io sono d' accordo con lui.
    Hitler invece ha già fatto sapere che invierà aiuti a Franco ( con la segreta speranza, ma questo è un pensiero mio, di ottenere la sua amicizia una volta preso il potere, ammesso che Franco vinca naturalmente ), mentre Francia e Inghilterra hanno votato per mantenere la neutralità più stretta. E' quasi certo che i sovietici manderanno rinforzi ai socialisti.
    Non resta che sperare in una rapida conclusione della guerra civile, chiunque sia il vincitore. Il Duce ha lasciato intendere che, qualora vincesse Franco e Hitler riuscisse a farselo amico, il governo italiano romperebbe ogni rapporto eventualmente instaurato con i nazionalisti. Mussolini non ama Hitler e teme un riarmo della Germania. Infatti ha inviato Ciano a Parigi e Londra per cercare di aumentare i rapporti esistenti tra noi e gli alleati, pur restando fuori dal gruppo degli Alleati.
    E' possibile che, se la missione di Ciano avrà successo, l' Italia possa ricevere il compito di occupare militarmente le nazioni balcaniche ostili agli Alleati in modo da bloccare eventuali avanzate tedesche nello scacchiere balcanico. E in quel caso il governo italiano potrebbe ottenere dagli Alleati il permesso di annettersi tutte le nazioni occupate sino al momento in cui la Germania non rappresenterà più una minaccia alla libertà.
    Non sarebbe male se l' Italia ottenesse nuove terre lungo l' Adriatico o sul Danubio, in fondo si tratta di terre ancora irredente.


     
    Ultima modifica: 29 Gennaio 2015
  4. alberto90

    alberto90

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    E' normale che la guerra scoppi nel '37? non mi da tempo di prepararmi .... ho interrotto il gioco.
     
  5. ronnybonny

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    Hai provato a ricaricare? Ci possono essere degli eventi in cui la Germania o gli Alleati possono scatenare la guerra prima... Ma non vedo il problema, stanne fuori finché non sei pronto e preparati a infierire su chi sta per perdere
     
  6. alberto90

    alberto90

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    Ho provato ... ma mi è arrivato il dissenso a 12 e in salita .... ho perso gli stimoli perchè avevo un programma diverso. Diciamo che sto cercando una strategia ...... magari provo a giocare con gli alleati.
    Comunque questo AAR non è terminato .... prima o poi lo riprendo.
     

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