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Di quando lo conficcammo nelle terga all'Hohenstaufen ad un quarto d'ora di macchina da casa mia

Discussione in 'Wargames - Generale' iniziata da Luigi Varriale, 10 Giugno 2019.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Quinta discesa del Barbarossa in Italia nel 1176. La neo formata Lega Lombarda ha deciso che tale discesa dev'essere anche l'ultima. La politica rapace e dittatoriale del Sacro Romano Imperatore ha rotto i maroni alle avanzate, fiorenti e non totalmente deboli città del Nord Italia che vogliono l'autonomia da Roma Ladr...volevo dire dall'Impero Ladrone. Si riuniscono a Milano nel palazzo consolare il condottiero Alberto Da Giussano* ed il console Guido Da Landriano, che sono stati designati dalla lega per fermare il Barbarossa. Questi decidono che le truppe imperiali vanno bloccate ed annientate prima che arrivino su Milano o su Pavia, che sono i probabili obiettivi dell'Hohenstaufen dopo il fallimento dell'assedio di Alessandria e dei negoziati di pace.

    Il Da Landriano, valente e focoso cavaliere, vuole radunare tutti i suoi 900 catafratti per la pugna, mentre il Da Giussano, più prudente, è contrario ad attaccare il Barbarossa prima che tutte le truppe della lega si siano riunite.

    "O meo Guido" afferma il Da Giussano: "Li Teutones ancho dopo la befa d'Alexandria ne sunt de meno de qvatro mila pesanti cavalieri. Como li possamai fermare con li tui novecento signori"

    "Eh Ben frate, la mea communale infanteria est pronta con li tremila de cui ancho la mea secreta arma de mille picchieri. La cavaleria inemica andiamo a sgabellar con qvesti"

    "Li tradotori de Como sunt con lo teutone?" chiede il Da Giussano preoccupato dei contingenti italiani ci cui il Barbarossa potrebbe disporre.

    "Qvesto no sapio Alberto meo. Li messi d'Alexandira me verbaron solamente de todeschi, all'assedio de loro civitate"

    "Se la pugna volemo movere al Barbarossa reunir tutti li nobili d'Italia doebemus. Qvesta sa da esser la campagna definitiva vittoria aut distructione", dichiara pensoso il Da Giussano.

    "Eo descendo at Novara a reclutar cavalli del bon Riccardo e puot esser che convicto ancho li cavalieri bergamaschi che tanto bramamano l'endipendentia", conclude il console di Milano. L'esercito tedesco è qui, adesso e l'occasione è da non sprecare.

    Le manfrine diplomatiche, tra suppliche questue e minacce, durano una settimana, durante la quale il Barbarossa da una parte è fermo a Bellinzona ad attendere i suoi rinforzi, mentre dall'altra la lega mette insieme le sue truppe per opporsi all'avanzata del tedesco. Quando alla fine l'imperatore decide di muoversi, il suo obiettivo è Pavia, considerato un osso meno duro da rodere di Milano. L'esempio ai riottosi e cienciosi borghesi italiani verrà dato proprio presso una delle città più violentmente avverse al potere imperiale, con lo scopo di ridurre le altre a più miti consigli.

    I leghisti decidono che la mossa va fermata e per il giorno 28 maggio sono in marcia con tutte le truppe che sono riusciti a raccogliere fino a quel momento.

    La notte tra il 28 ed il 29 l'imperatore è fermo a Cairate, dalla quale diparte la mattina di buon ora con in testa l'avanguardia del vescovo Filippo di Colonia ed i suoi invincibili Catafratti; il resto dell'esercito imperiale segue da presso, costeggiando il fiume Olona. All'insaputa sua, la compagine leghista è pure in movimento da sud verso nord, ben incolonnata e pronta a tutto.

    L'avanguardia della lega formata dalla "Battaglia" dei Lancieri di Novara è all'altezza della cittadina di Legnano...

    *si dibatte tra gli storiografi se il Da Giussano sia un personaggio realmente esistito

    Posizioni iniziali dei due eserciti nella battaglia di Legnano
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  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    All'allineamento di Legnano il Capitano Goffredo Libralato in testa ai suoi lancieri di Novara avvista di sfuggita la coda di una battaglia di cavalieri ed adocchia altresì l'araldica teutonica nel mezzo della stessa. Due alture che bloccano sulla valle di Legnano impediscono una visuale completa, ma nella mente del capitano non v'è dubbio di essere entrato in contatto col nemico. Chiama a sé l'alfiere Giacomo Ventura e lo comanda di galoppar indietro ad avvertire il prode Da Landriano che i Teutoni sono in vista. Mentre il Ventura si mette al galoppo la schiera nemica momentaneamente disappare alla vista per ricomparire poi sulla cima della collinetta boscosa alla sinistra, in perfetto ordine di attacco. Con sgomento ancor maggiore, il Goffredo assiste pure all'apparir d' un'altra schiera di nemici, stavolta catafratti, sulla collina per la destra, ripa ripa al fiume, anche questi compatti e disciplinati nonostante lo difficile terreno. L'aroma dell'erba bagnata ché la notte prima ha sprizzolato, si mischia con quello della paura alla vista di tanto compatti ranghi del nemico in posizione dominante.

    Fra quel tempo anche li Tedeschi avean mandato indietro i loro messageri al corpo grande dell'imperatore, con la parola c' avean in vista l'intera battaglia nemica, composta a dir del Vescovo di Colonia da innumerevoli straccioni e da qualche meno cavalieri. E dunque il Barbarossa non si inquieta a dismisura e dispone che l'armata avanzi con flemma lungo la strada e che si porti in posizione tale da rincalzare l'avanguardia. Precede la sua battaglia catafratta la compagine del Vescovo di Woms e seguono i fidi sudditi balestrieri del Regensburgo. Chiudono la colonna gli alleati comegaschi di valvassini e basso volgo che stanno ancora ben indietro attraversando il fiume.

    Intanto da lontano i cavalieri del Teutone appaion anche al Da Landriano, conosciuto bene per la sua vista da rapace, ben dapprima che giunga a lui l'alfiere novarese. E' buona cosa che gli imperiali non siano partiti lancia in resta contro le sue truppe incolonnate. Questo fa si che la sorpresa ci sia ma non sia totale. Almeno lui avrà lo tempo di disporre la sua armata. E della disposizione decide in fretta da consumato homo d'arme qual'è lui; comanda quindi che l'infanteria di disponga a catena tra i borghi di Legnano e Borsano per sostenre la battaglia e che quivi si diponga la cavalleria novarese e bergamasca, come minaccia al fianco destro de' tedeschi. Li campi coltivati appena seminati non disturbano il movimento de' cavalieri italiani ma la semina è devastata dalla marcia de zoccoli e ferri che tutto rivoltano e tutto distruggono. La sua battaglia propria di poderosi catafratti milanesi, il Da Landrianno la dispone sulle terga della linea de' fanti comunali, che a sua volta schiera i borghesi corazzati di argentee armature sulle ali e lo nuovo corpo de picchieri al centro, onde sfracanare la cavalleria nemica che dovesse arrisicare la carica. Si vedrà orsù l aprestanza e lo tattico valore di codesto corpo scelto iventato da borghesi e bottegai per scendere di sella li titolati cavlieri.

    Il Santo Carroccio comunale viene riparato presso un'ansa del fiume e difeso dall'intera compagine de' miliziani milanesi, quando invece la nera Compagnia de la Morte, munita del fior fiore dei bruniti corazzati del Da Giussano, s'allinea come riserva di pronto impiego alla battaglia catafratta.

    Tutto dunque e pronto per ricever lo inimico o nello caso l'attaccare, a seconda di quali che saranno le mosse del Teutone c'ha trovato questa volta pan per denti sui.*

    *Nella battaglia vera pare che il Barbarossa abbia lanciato immediatamente le sue avanguardie all'assalto della cavalleria nemica, scompigliandola e costringendola all fuga. Qui l'imperatore sceglie una tattica un po' più cauta per tenere le sue forze unite ed organizzate. Inutile dire che questo ha dato il tempo alla lega di organizzare a sua volta le truppe. Vedremo se la decisione del Barbarossa digitale è stata saggia oppure no.
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  3. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    usi lo stesso sistema degli altri aar? sembra terribilmente interessante e versatile! ti invidio un sacco, magari ad averci tempo (e spazio, credo).
     
  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Da quando mi si è corrotto lo scenario sulla la seconda guerra mondiale con strategic command e ho dovuto lasciare l'AAR mezz'asta, ho giurato che con i PC wargames ho chiuso. Solo regolamenti a mano. Ma spazio non ne serve, che uso sempre il Computer per le posizioni. In quanto al tempo, un turno a giorno ed un post o due non me ne rubano troppo.
     
  5. metalupo

    metalupo

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    Cosa rappresentano i tringolini di 9 puntini he vedo a fianco delle unità?
     
  6. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    da che parte sono girati
     
  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Turno 2 ore 10.30 iniziativa imperiale

    Passa indietro la parola fino ad arrivare all'imperatore e reporta de lo ischeramento che lo nimico va assumendo. Lo che preoccupa di più è l'assembramento de la cavaleria italiana al borgo de Borsano, ragion per cui tosto il Barbarossa dispone primanque che si affrettino sulla collina per la destra li balestrieri de Regensburgo. Per due secondi s'arrovella non di più se comandare l'attacco alla linea de straccioni nemici che si pone baldanzosa in mezzo campo. Per due secondi soli si sofferma poiché poscia immantinente ordina lo squillo dé trombe che lanciano all' assalto li catafratti vescovili appoggiati per la diritta da una torma di media nobiltà.

    Costoro sanno bene lo significato de li squilli e come se andassero a matrimonio, all'unisono si lanciano in carica sfrenata per la libidine d'insegnar a la plebe fronte a loro di cosa è adatta la cavalleria pesante dell'impero. Nel frastuono e nelle grida con la terra ribaltata da centinaia di equiei lanciati a tuono, li catafratti rovinano per primi su la fanteria pesante milanese, la qual assorbe per il vero l'impatto con onore. Poi le prime perdite per l'italiani nella mischia conseguente, e lo schiacciamento provocato da la furia de teutoni, fa si che prima uno e poi due manipoli di fanti volgano le terga e ripieghino sotto pressura tedesca. LI catafratti del vescovo di Colonia perseverano nella carica irruenti et inarrestabili e vanno ad impattare puranco sulla battaglia del Da Landriano che viene anch'essa squatragnata con perdite sensibili e messa in fuga. Gran brutto inizio per la compagine lighista che c'ha un pertugio aperto nella linea de almeno duecento passi. Con orrore il Da Giussano scorge furia e fuoco da li cavalieri imperiali, i quali lui credea forti ma in realtà demostrantisi fortissimi.

    Il turno imperiale si completa con lo scacco che li cavalieri del vescovo di Worms, odinatidi a caricar anch'essi su quello che rimane de la linea milanese, non ricevono l'ordine o dicon di non riceverlo e rimangono impalati tra le due colline, provocando lo sdegno dell'Imperatore e obbligando la personale guardia sua a far giro largo de la collina di destra, onde presentarsi per lo turno venturo pronta alla contesa. Con l'automatico incedimento de li corpi comegaschi, c'ordin a loro non si può dare data la distantia, si conclude questo turno de tedeschi tra astri ed astii a mezza luce.

    Ne lo turno de lighisti, de l'inerzia inimica e de lo vizio de cavalerie d'esser in tutto tempore troppo impetuose, s'approfittan tosto li balestrieri bresciani rozzi ma scafati, li qual con tocco di fortuna infilzan lo Vescovo di Cracovia in persona, cogliendo con i dardi la sua battaglia nelle terga. Le ferita non è grave che la freccia sfregia ma non conficca, purtuttavia lo spavento de la battaglia sua è tangibile anche se stemprato da l'adestramento di granito de catafratti dell'impero. Il Da Giussano con a tiro la battaglia del Vescovo di Colonia ferito e scornato, ricusa l'assalto a cagione dell'incerta situazione in corso sullo campo, mentre la cavaleria alleata né pressi di Borsano accenna d'attaccar briga con la torma del Barbarossa stesso, arrocata su la collina. Con gran veemenza e gran coraggio abbiamo a dire, li lancieri di Novara caricano lancia in resta, ma la pendenza de l'altura et la ferocia de catafratti de la guardia imperiale, li ricaccian a valle con discreto numbero de morti e de feriti. A Cotal disastro assiste lo contingente bergamasco, che se intenzione habeat de imitar li commilitoni di Novara, codesta intenzione s'ha dovuto offuscar come candela che se spenge al soffio d'un infante.

    Che dir dunque di sto turno al cronologo che lo voglia commentare: la cavaleria germanica è invero instrumento de morte et destructione come se reporta su le fonti tutte de la historia; sconsiderata si ma certo non sine disciplina, arma potentissima a lo servizio de l'impero. Grande aspettativa lo Console Landriano avea reposto né la fanteria sua e de su comune, ma pel momento tale schiera non habeat demonstrato lo valore che se ascrisse. Per questa mezza ora de battaglia, tattica diversa ma mesmo risultato che la reale historia ci consegna. Vinceranno li leghisti come ardire ebbiro ne la pugna historica? Sembrerebbe di no, ma così sembrò anche al tempo.

    La situazione alla fine del turno secondo: la cavalleria media e pesante imperiale ha fracassato la linea della fanteria comunale milanese, e nell'impeto ha pure offeso e causato perdite sensibili alla battaglia di cavalleria catafratta del Console Da Landriano. Picche e picchieri sono volati per aria. Considerevoli le perdite degli alleati, valutabili all'incirca a 600 uomini, mentre i cavalieri del Vescovo di Colonia hanno avuto un paio di centinaia tra morti e feriti, in prevalenza da balestra. Un'altra 180ina di armati li hanno persi i Lancieri di Novara, nel tentativo eroico ma futile di attaccare la battaglia di supercavalieri teutonici della guardia personale del Barbarossa.
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  8. supertramp

    supertramp

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    Da Comasco non posso che fare il tifo per gli imperiali, daie Barba... solo la nebbia, c'avete solo la nebbia!!!!
     
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  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    turno 3 ore 11.00 iniziativa imperiale

    Di propria initiativa le truppe de la cavaleria teutone si lanciano innanzi per l'opera di desgregazione del nimico continuare, ma la fortuna ed il valore sono alterni in questa impresa. Là dove la media nobiltà succede nello sbaragliare uno de manipoli de l' inimica infanteria caracollando a destra e a manca per lo campo, per contrario la battaglia catafratta soccombe dopo lunga e dura mischia con le forze del Da Landriano. Molti morti et feriti le parti hanno ambe fino a che rotti, li pesanti cavalieri germani se devon ritirare in preda a panico e sconforto. Se tratta con evidenza della reabilitazione sullo campo del console prode milanese, c'ora mai comunque vede dimezzata la forza sua ancorché invitta. E paga per di più il condottiero italiano col grave ferimento a la gamba sinistra che viene di sella scavallato e dai suoi soccorrito. Non è cominciata con fortuna codesta campagna per lo Guido ed ancor più tristemente va a finire. Consolazione è che lo stesso vescovo di Colonia, trafitto da una lancia lighista che passa la corazza, si riesce a mala pena ad indietro trascinarlo nella retirata generale de la battaglia sua.

    Il Barbarossa sempre vigile sull'altura comanda con il corno a balestrieri di aggirar l'altura stessa per attaccare con li dardi i bergamaschi ancora indecisi sul dafarsi. Et da indecisi quali sono li cavalieri di Bergamo non sono veloci al punto da preceder lo nimico; e prima che possano controcaricare vengono investiti da una pioggia di dardi, che prima ne scompigliano e poi ne fugano una battaglia senza che l'altra possa colpo ferire. Et così quest'altra forza di prodi cavalieri è provata duramente et da lo segno di quanto in corso pieno sia oramai questa contesa.

    Lo imperatore stesso scruta il campo di battaglia ché gli prudono le mani alquanto per l'azione. Nel mezzo non vuole caricare che va a rischio accerchiamento, e quindi si rivolge alla dritta dove c'è da stabazzare lo resto de Bergamaschi cavalieri. Codesti prodi recevono in pieno l'impatto de la guardia imperiale formata come ben sappiamo dal fior fiore dalla iuventute germanica de guerra. Vista la malo parata accaduta a su compagni di battaglia lo reparto de cavaleria alleata, ad evitar travagli ripiega lungo il fiume sine ingaggio.

    Nel suo turno prossimo venturo, la liga dovrà controllare la coerenza di tutta la compagine, avendo perso un'unità repiegata fora mappa. E lo vedremo quindi se dopo le mazzate subita sarà in grado di prolungar contesa.


    Si combatte ancora a fondo nella valle tra idue fiumi. Più successo a ovest che ad est, dove i catafratti del vescovo sono repinti con perdite dal Da Landriano. La lega perde un'unità di fanteria pesanta cacciata fuori mappa e ha gran parte dell forze mobili da campagna scompigliate e con sensibili perdite. Il turno della lega che seguirà a quello imperiale sarà fondamentale. Se la cavalleria teutonica riesce a schiacciare il nemico tra il fiume ed il bordo mappa, per la lega è drappo nero.
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  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Turno 3 ore 11.00 Lega Lombarda

    E' la volta de le truppe accatastate a lo Ticino di rinserrar le fila, cosa che la massa framischiata milanese, bergamasca e novarese riesce a fare non senza iniuno sforzo e non senza un certo tempo. Ci occorre quindi remarcare come pur provate e malagnate, queste forze ripreser animo da pugna per continuare la battaglia, nonostante li morti e li squartati.

    Nello mezzo de lo schieramento de militie vi è ancora invitto il Da Giussano. Oramai ello comanda l'impresa, ché l'altro prode condottiero deve abbandonare la pugna con su gamba squinternata, scortato d'un picchetto de suoi più fedeli cavalieri.

    E per quindi il signore della Compagnia della Morte guarda intorno lo macello dello campo de battaglia e decide non perché vile ma in quanto saggio, di tener a freno le sue truppe. A tutti i punti cardinali circondanti il fiume Olona, non vede che giostrar cavaleria nemica per la final stoccata; decide quindi di tenerse a stretta defensa dello Santo Carroccio in ausilio alla volgar militia della prode Mediolanum.

    Fino a quando e se, la nobiltà lighista se repiglia, non c'è alteranza e non c'è mossa; occorre in iscacco permanere. Giusto al norte se decide d'ordinar carica de militiani per alleggerir pressura de cafoni balestrieri appostati su di un guado del fatale fiume. Questi, assaliti dalla pllebe si, ma valorosa, se ripiegano da vili quali sono, rifiutando pugna e onore.

    La battaglia di Legnano, dopo un'ora di mazzate più da una parte che dall'altra, dobbiamo dire è ancora aperta. La cavalleria alleata, se si riprende, e nonostante le perdite severe, secondo me può ancora fa sentire il fracasso di lance e spade. L'esito è quanto mai incerto, come fino all'ultimo lo fu nella battaglia vera.
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  11. StarUGO

    StarUGO

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    Non si puo' andare a bastonare i vili traditori comaschi? :asd:
     
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  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Turno 4 ore 11.30 iniziativa imperiale

    Li cavalieri comegaschi appena sboccati oltre la linea delle alture sono i primi a notare la stranezza nel campo avverso: senza iniun motivo che non tragico errore, la milizia milanese, cangiandoli per inimici, attacca una compagine di balestrieri loro. Questi sorpresi e non volendo venire a pugna con li concittadini di meglio non trovan che retirarsi in buon ordine in attesa che la milizia rinsavisca.

    La tragedia vera però se consuma né pressi del Ticino. La battaglia de cavalieri bergamschi, veduto bene che gli omonimi teutoni dal mezzo della valle si preparan caricarli, carican loro primi con certa organizzatione. Malamente per loro va lo fatto che i Tedeschi resistono a pié fermo, aggredendo, disordinando e finalmente fugando l'intiera battaglia bergamasca. Non contenti li militi a cavallo de lo imperatore, contrataccano il nemico in retirata, lo schiacciano al Ticino e al fin lo annientano per ferite e annegamenti. Questo potrà invero essere funesto per l'esito finale, ché una seconda compagine alleata scompare da l'ordre de battaglia, con gran scorno per l'onore della fiera città de Bergamo.

    Per finire i Comegaschi completano lo sbocco dalle colline e se schierano a guardia de lo settore loro con la cavaleria nel mezzo. Al consegliere del prode Da Giussano, il nobiluomo StarUGO prudono le mani e vorrebbe assalir li Comegaschi che gli stanno particolarmente su le bale e che lui innomina traditori. Ma lo prode ancora consiglia prudentia, consideranto anco lo stato generale de la cavaleria alleata.

    Con lo sfortunato annientamento di una battaglia di cavalleria bergamasca, le cose cominciano a mettersi davvero male per la lega, di fronte ad una cavalleria teutonica che eccettuata la bataglia del Vescovo di Colonia, è ancora sostanzialmente intatta.
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  13. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Turno 4 11.30 Lega Lombarda

    Sotto l'occhi stralunati del Da Giussano, desgreatione dell'armata lighista seguita a far lo corso suo. A l'invito de se reparare in linea con l'infanteria pesante milanese et ancorar la manca a lo Ticino, la seconda battaglia de bergamaschi se perde invece d'animo e s'infuga verso il sud. La di questi rempatriata, scompiglia fila e morale de Novaresi che s'uniscono alla fuga. Non v'è dubbio che li nobil della lega, dipartito il Da Landriano, vedano la battaglia compromessa e la vogliano lassare. Per loro il Barbarossa ha vinto, è più niente s'à da fare. Il Da Giussano impreca: non si rendon costor conto di che guaio van parare? Lassar vittoria a lo Tedesco e la liga far morire! Ma neanch'egli se risolve all'azione solutiva, quand'invece se rinquatta a difender lo Carroccio a suoi occhi ultima spea de resistenzia a lo inimico.

    Solamente i balestrieri, adocchiati li Comaschi, ne fan segno con li dardi. Solamente che quegli altri, prima d'esser bersagliati, saggiamente si riplian retro la collina reparati. La seconda battaglia de li stessi balestrieri prende a mira li comaschi cavalieri; in tutta resposta la cavaleria comasca pure questa in cerca di gloria, controassalta lancia in resta scompigliando lo inimico. A lor volta i balestrieri, retirando sulle terga rompono le righe de miliziani retrostanti che s'infugano d'appresso.

    Lo disastro è si totale che nella vittoria e non più lecito è sperare. L'ultima defesa s'arringa intorno a lo carroccio, con movemento de truppe intorno ad esso, per le fila rinserrare.

    Se a lor signori non despiace, mi gioco un'altro turno giusto giusto per vedere. Non sia mai li resti de la cavaleria lighista recuperin valore, la partita la si può forse ancor giocare. La speranza e quasimente vana, ma pur sempre l'ultima a morire.

    La lega non ce la fa...! Sembra andare tutto male per gli alleati della proto Italia Settentrionale. La cavalleria non risponde, la Compagnia della Morte non incide, e le sorti della battaglia le prende in mano il nemico. E i grossi calibri teutonici, vale dire balestrieri e guardia personale dell'imperatore non sono nemmeno ancora stati impegnati a fondo. Il fondo lo vedo ormai solo per la lega.
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  14. StarUGO

    StarUGO

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    E' chiaramente un sistema di gioco anti Salvini e anti lega....:p
     
  15. Tuchačevskij

    Tuchačevskij

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    Il ghibellino che è in me sta ghignando :pompous:
    Tornando seri da che fonti hai preso l'ordine di battaglia? Usi lo stesso regolamento che hai usato per la Libia e per Calatafimi?


    Ovviamente scontati i complimenti per gli AAR! (ma li aggiungo lo stesso) :D
     
  16. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Pari pari da uno scenario di Fields of Glory, che più o meno corrisponde a quanto trovato in rete. Tieni presente comunque che è tutto molto approssimativo. Mi è stato utile un video su youtube di quello che credo essere un ricercatore italiano che cerca di parlare in Inglese.

    Si...riadattato per il periodo. Si tratta di un regolamento veramente molto flessibile. Un giorno proverò un plotone di Abrams A1 contro una legione romana.:p
    Non posso che ringraziarti per il tuo apprezzamento. Spero di continuare a darvi una buona lettura. Finita questa battaglia ho già in forno un nuovo progetto.
     
    Ultima modifica: 13 Giugno 2019
  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Turno 5 ore 1200 iniziativa imperiale

    Li imperiali strappano una volta ancor l'iniziativa, se pure de misura. La mossa prima che decidel Barbarossa è caricar di brutto li rimasugli sul Ticino, che tanto il Da Giussano è impegnato a tener insieme i cocci del carroccio; eppoi se vol venir che venga, ché la sua cavaleria pesante taglierà a fette lui e de la morte la sua compagnia; non teme il Barbarossa, ingnuna iniziativa.

    Prima de la carica però, il Sacro Romano Imperatore vol s'avanzare i balestrieri; che lavorino un po' questi pezzenti e si guadagnino i mestieri. Squillan le trombe della guardia personale; mentre il volgo passa armato di balestra, un ufizial del sommo l'intima di lasciar varco alla carica imperiale. Che s'avanzino dunque separati, a qualunque risico accettare. Le du schiere vanno avanti ponendo distanza tra di loro, onde permettere a li catafratti di percorrere il traforo. Li balestrieri vanno al tiro; la battaglia di sinistra lancia i dardi a più non posso, ma tal qual'è quella distanza che niun nemico viene smosso. La fanteria pesante milanese osserva e riderebbe pure, se così magra situazione non dovesse fronteggiare. La risata, anche se stata, nonun granché sarebbe durata, ché li imperiali catafratti se gettan nel varco de balestrieri e devastano li pochi superstiti fanti, pesanti o non pesanti. Non contento il Barbarossa squilla attacco a la battaglia del Da Landriano, che rimasta con ducento cavalieri, nemmanco ella riescce ad arrestare. A bordo mappa anche sti prodi se dovranno ritirare.

    Il Barbarossa guarda a destra e guarda a manca, il lavoro vuol finire. Chiama tosto a suon di tromba le rimanenti due battaglie, che'l turno devono iniziare. Scopo loro e caricare e l'ultima spes nemica debellare.
    Manco sentono la tromba i medi cavalieri, che già al galoppo sono, di gran vittoria già forieri. Due battaglie due obiettivi il Da Landriano e i Bergamaschi, che sul tergo prenderanno mentre arretrano fuggiaschi.

    La prima carica fallisce nonostante il gran morale, la seconda s'esaudisce per la contesa terminare. E' lo Vescovo di Worms che su Bergamaschi va impattare. A questi colti sulle terga non rimane che infuggire. Un'ennesima battaglia dalla mappa disappare, con poche spes per la liga lo prossimo turno superare.

    Con quest'azione d'arte militare, si conclude lo turno imperiale, anche se c'occore dire che'l nemico era finito, forse prima e molto prima che il turno andasse a incominciare.

    Or già v'anticipo signori che con un 5 su 14 la liga va a liquidare, ma lo dado ha dato un otto e la sentenza ch'el Da Giussan vuol continuare. Sarà pazzo o sarà prode? Certo non sta a noi plebei de giudicare.

    Per finir questa porzione, c'è da dir de li Comaschi. Questi allegri e già sicuri, nulla vogliono rischiare.
    li cavalli loro arretran per non farsi balestrare. Molto tattici i signori: a battaglia vinta, non voglion veder per loro tempi duri.
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    Ultima modifica: 13 Giugno 2019
  18. StarUGO

    StarUGO

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    :bag: :p
     
  19. supertramp

    supertramp

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    Aah, brutta cosa la sconfitta, cari milanesi periferici!!
     
  20. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Turno 5 ore 1400 Lega Lombarda

    La scorta c'ha portato il Da Landriano al securo se rientra alla battaglia rimpolpando lo squadrone. Con rincalzi così fatti, se rinforzan catafratti. Ora sono 400, mezza battaglia a cuor contento. Li restanti sono morti o mutilati, o dispersi oppur sbandati. Li comanda un subalterno che interpella il Da Giussano. Se la lega ha da morire, deve farlo con onore. Il Da Giussan concorda in pieno, e se volta a le su truppe per disporgli un po'd'ardore.

    "O figli miei italiani" prega revolgendosi ai volgari "siate voi l'ultima roccia per arrestare gli imperiali"

    Detto questo il nobil uomo, condottiero e grande faro, s'encamina l'arma in pugno alla testa de Brescesi *. Dà l'assalto a li tedeschi che rimangono sorpresi. Tanto e l'impeto e la furia, che de neri cavalieri ne rimane una decuria. Si devastante fu l'impatto che parve quasi catafratto. A rivendica d'onore il Da Giussano l'ha provato che l'armati de l'Italia, non men di niuno han mai valuto. La battglia di neri crociati se ripiegan squatragnati, lo Barbarossa che li osserva, freme e sbuffa di conserva. Son li vili lui pensò, c'all'assalto non andò.

    Rifrancati dal successo, i miliziani van d'appresso e lo volgo de Milano muove in valle mano a mano. Col carroccio se dispiega dietro al prode Da Giussano.

    Spicca alfiere il cavaliere con la dritta a balestrieri. Prender punta sull'Olona per defendere la zona. La compagnia della morte lo giurò ed il carroccio mai, e dico mai, abbandonò.

    *Secondo la tradizione e la leggenda, la maggior parte dei durissimi della compagnia della morte erano stati reclutati nel bresciano e nella Lombardia Orientale. Si tenga presente che molta storiografia mette in serio dubbio che il Da Giussano e la sua compagnia siano mai esistiti. Non è ben chiaro inoltre se questa forza fosse composta da cavalieri o da uomini d'arme pesanti appiedati. Io mi sono adeguato ai due scenari di Fields of Glory e Medieval Total War, che li dipingono come fanteria pesante.

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    Ultima modifica: 14 Giugno 2019

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