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AAR Chiesa Cattolica Universale

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Gamby, 20 Dicembre 2015.

  1. Gamby

    Gamby

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    IL PROGETTO

    L'odio divampa. L'Occidente ha subito la più grossa e tragica spaccatura dai tempi della Riforma. L'odio e l'empietà di cattive guide stanno ricreando la stessa situazione di trent'anni prima, ma questa volta le armi sono più terribili, le dottrine di guerra più efficienti, e la vita umana è meno considerata. Il Papa ha paura.

    “Il mondo sta impazzendo ed io non so che fare” pensa il Sommo Pontefice.

    Buffo vero? La Chiesa, una delle più grandi produttrici di statisti e politici, è bloccata, in stagnazione. Tutto accadde troppo in fretta perchè il Papa potesse avere un ruolo nel mantenimento di una certa dignità nazionale. Gli toccò, nuovamente, più di un millennio dopo la nascita dell Stato Pontificio, farlo rinascere, e nuovamente sulle ceneri di un Italia frammenta, e di una Europa dilaniata. Dopo la travolgente avanzata delle truppe austro-germaniche in tutti i paesi europei dell'Intesa, la guerra di fatto cessò. Certo, Inghilterra e Stati Uniti avrebbero potuto continuarla, cercare di far morire strangolate le economie degli Imperi centrali, ma a quale prezzo e soprattutto, perchè? Così tornò la pace in Europa, una pace amara. Troppo sangue era stato versato e troppo odio era colato, rancido, sulle menti degli uomini perchè i vincitori potessero avere pietà dei vinti. Vae Victis, tuonò Brenno. Ma lui era un Gallo, un rozzo barbaro senza Dio! No, non c'erano scusanti per Germania e Austria. Il Papa avrebbe potuto capire se questo comportamento fosse stato tenuto dagli Ottomani, ma da fratelli cristiani proprio no. Territori strappati ai loro popoli per il solo gusto di potersi dimostrare dominatori. E le sanzioni economiche.... certo, magari fra cinquantanni gli studenti d'Europa pensaranno alle sanzioni come a delle multe, ma sono state proprie queste ad aprire il vaso di Pandora. I popoli di Francia, Inghilterra ed Italia ridotti alla fame da un esercito invasore non hanno retto, ed hanno ceduto all'odio. Le rivoluzioni sono tornate ad infammiare l'Europa, e stavolta hanno colpito duro. Francia ed Inghilterra hanno capitolato subito, ed ora sono Stati fondati su questa nuova ideologia d'odio, che sotto false parole di libertà rende gli uomini schiavi.

    “Se non fosse stato per la Chiesa, anche l'Italia ora sarebbe un paese sindacalista” si compiace il Sommo Pontefice.

    Un po' troppo positivo forse, considerando che ora l'Italia era spaccata all'altezza di Roma. A Nord il Papa, a Sud i Totalisti, in stallo. Nessuno poteva prevalere sull'altro, e parlare di alleanze era fuori discussione. Sarebbe scoppiata una Seconda Guerra Mondiale. Ma è comunque questione di tempo. I francesi e gli inglesi, mossi dalla vendetta, si stanno riarmando. In Spagna e negli Stati Uniti movimenti sindacalisti, supportati dall'Internazionale, stanno organizzando reti clandestine eversive, mentre di risposta, dubbiose sulle blande contromisure prese dal governo democratico, si stanno organizzando milizie controrivoluzionarie ultranazionaliste. Il Mondo è nuovamente una polveriera, e starne fuori non servirà a salvare la Chiesa. È questione di tempo prima che l'Internazionale faccia la prima mossa ed invada l'Italia, o che gli austriaci riescano a convincere i tedeschi a dare il via libera alla totale annessione del Nord Italia all'impero austro-ungarico.

    No, se la Chiesa vuole sopravvivere, deve diventare attore attivo. Basta essere passivi.

    “Sorella! Entri nello studio” urla Pio IX.

    “Dica Pontefice”

    “Mi porti le carte per indire una riunione con tutti i Principi, Conti e Cardinali, e subito dopo cominci ad avvertirli della mia intenzione”

    “Certamente. Gli devo dire l'oggetto della riunione”

    “Gli faccia solo capire che da oggi molte cose cambieranno. Non abbiamo molto tempo, ma abbiamo Dio con noi. Ora vada”

    “...abbiamo Dio con noi... speriamo che sia vero” pensa ereticamente il Papa prima di cominciare a compilare le carte per il Concilio.
     
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  2. Gamby

    Gamby

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    I Gran Concilio di Roma

    Il 10 Gennaio 1936 viene aperto a Roma il “I Gran Concilio di Roma”. Gli animi degli invitati sono per lo più nervosi. Sono presenti tutti i maggiori esponenti delle istituzioni burocratiche, delle forze armate, dell'industria e delle forze politiche. Quasi 250 persone affollano le stanze vaticane, senza sapere che cosa ci si aspetti da loro o a cosa dovranno assistere. C'è chi vocifera addirittura che il Papa, evidentemente turbato nell'ultimo periodo, possa aver individuato nel lassismo e nel baronaggio dei nobili il nemico interno della Nazione, e che voglia ripristinare le antiche funzioni della Santa Inquisizione. Ridicolo ovviamente, ma questo mostra come l'elitè italiana non abbia esattamente la coscienza pulita. Dopo qualche ora di attesa i camerieri vaticani fanno convogliare tutti gli ospiti nella sala delle udienze e, stranamente, trovano già il Papa ad aspettarli seduto di fronte a loro. Non è seduto sul trono, ma su una poltrona esattamente come la loro, giusto leggermente rialzata. La seduta si rivela breve, ma al termine della stessa, gli uomini che escono dalla sala non sono gli stessi che sono entrati. Una nuova volontà li muove: la volontà di riportare Ordine e Fede in un mondo incivile e barbaro. “Sembra che” ironizza subdolo un giornalista napoletano “il Papa abbia usato una stregoneria per impossessarsi delle alte sfere”.

    Nel giro di poche ore dal termine dell'udienza su cosa vertesse il Concilio è ora chiaro a tutti: una riforma totale della nazione, che da ora in avanti sarà orientata a riportare il cattolicesimo e la sua morale alla supremazia. Per le strade di Roma si parla di una nuova crociata.

    Per fare ciò il Papa organizzerà una serie di giornate nelle quali verranno discussi i principali temi nazionali, e di conseguenza le politiche da seguire.

    Pio IX sa di non avere molto ancora da vivere, e l'unica maniera per orientare la nazione verso un obiettivo a lungo termine è quello di creare un sistema che potesse fungere da guida, e l'intuizione del Gran Concilio sembrerebbe poter sopperire a questa necessità. Al termine della prima riunione il Papa annuncia la nuova politica al popolo ed al mondo attraverso l'enciclica “Quadrigesimo Quinto Anno”. Il tema centrale è la nascita ufficiale di un blocco cattolico, economico e politico, che farà capo a Roma. I fratelli spagnoli, austrici, ungherese e croati applaudono, mentre biasimo arriva da Parigi, Londra e Napoli, le quali già parlano di come l'Europa rischi di tornare al Medioevo per colpa di questo”Papa-Crociato”. Ambigua è la reazione tedesca: se da un lato sono contenti di aver un nuovo alleato forte contro l'Internazionale, dall'altro però temono che possa diventare un rivale in Europa, o peggio ancora una testa di ponte delle potenze dell'ex Intesa. Timori ridicoli ovviamente, mai infatti il Papa si unirebbe alle potenze plutocratiche, ma difficile è ragionare quando si ha il mondo contro come la Germania.

    Fin dal giorno dopo l'apertura del I Gran Concilio di Roma, si comincia con le riunioni specifiche.



    I DIE: Sviluppo ed Industria. In questo giorno viene discusso dell'economia del paese. La situazione finanziaria mondiale è critica, e tutte le economie occidentali, sono in recessione, soprattutto per il crollo della Borsa di Berlino. Servono risposte forti e l'assemblea, partecipata da i maggiori esperti di economia e dai capitani di industria, sembra riuscire a darle. Viene lanciato un ambizioso progetto economico, avente come fine la creazione di un blocco corporativista cattolico, attraverso lo sviluppo industriale e la piena occupazione. Il sentimento comune è che ci possa essere una terza via economica al capitalismo ed al comunismo. Per questo si decide per generali aiuti di stato all'industria, al fine di creare una fitta rete manifatturiera sul territorio. La prima mossa è la Bonifica dell'Agro Pontino. Sarà costoso e lungo come processo, ma si spera che nel futuro possa ripagare appieno.



    II DIE: Forze Armate. In questa secondo giorno si discute dello stato delle forza armate pontifice. Forse tra tutte le giornate, con il senno di poi, si rivelerà la meno incisiva, ma d'altronde ogni processo di evoluzione è lento e faticoso. Non ci saranno sorrisi tra i generali, anzi molti piangeranno. Per settimane il Papa ha raccolto resoconti e rapporti sulle singole unità, ed il quadro lo ha abbastanza chiaro. L'Esercito è abbastanza ben messo, almeno all'altezza dell'Austria e superiore alla Armata Napoletana, però le inefficienze sono troppo elevate. Per questo il Papa ordina la pensione anticipata per molti generali, rei di avere una concezione ottocentesca della guerra, e la riorganizzazione delle forze armate in maniera più efficiente. Il risultato è la formazione di 4 Corpi d'armata, composti da 3 divisioni di fanteria (Due sul confine francese. Uno su quello austriaco e l'altro su quello napoletano). Le 3 divisioni di alpini sono state riunite sotto un unico Corpo Alpino, di stanza sul fronte austriaco; è dotato delle uniche tre brigate d'artiglieria dell'esercito. Rimanenti all'appello sono i giovani volontari cattolici, che sono stati accorpati in 2 divisioni di miliziani regolari. Questi sono estremamente poco addestrati rispetto ai soldati regolari, ma sono dotati di grande ardore. Le due milizie vengono radunate nella “Santa Guardia Romana”, e, dotate di moderne unità di autoblinde ed addestrate alla guerriglia urbana, si spera possano trasformare Roma in una casamatta contro l'Armata Napoletana in caso d'invasione da Sud. Per lo meno in attesa dell'arrivo dell'esercito regolare. Meno lavoro richiedono Aeronautica e Marina. Non avendo particolari inefficienze, ci si limita ad accorpare tutte le navi nell'unica “Flotta del Nord” e le 2 squadre di intercettori in una unica “Squadra Aerea” di stanza a Milano. Al tempo opportuno però tutte e tre le forze armate dovranno essere rimpolpate.



    III DIE: Politica Interna. In questo terzo giorno il Papa discute dei problemi interni della nazione. Fortunatamente questo rinnovato obiettivo ha risvegliato una grande ardore nel popolo e nell'intellighenzia. Il malcontento serpeggia, dovuto soprattutto alle precarie condizioni economiche, ma si spera che il nuovo piano industriale (e purtroppo i futuri ampliamenti militari) possano dare nuovi posti di lavoro ed un ritrovato benessere.



    IV DIE: Politica estera. Nel quarto ed ultimo giorno si discute della politica estera, di nemici ed alleati. Il fulcro della discussione è incentrato ovviamente sulla creazione di una alleanza cattolica, ma per ora i tempi sono acerbi. Prima il l'Italia deve trovare il posto al sole, e poi si potrà parlare di alleati subalterni a Roma. Una piccola questione però puo' consentire al Papa di chiarire al mondo la propria determinazione. Negli Stati Uniti un importante capopopolo di estrema destra, il reverendo Charles Coughlin, sta lanciando inventive contro i sindacalisti, i totalisti e tutte le istituzioni democratiche e il governo statunitense ha chiesto ufficialmente alla Chiesa di farlo tacere. Questa figura non è particolarmente in simpatia al Pontefice, ma è anche evidente che la Chiesa non può mostrarsi agli ordini di una nazione come gli Stati Uniti... per questo viene dato pieno sostegno al reverendo. Questo porta ad un peggioramento delle relazione con gli States, ma chissà che non possa addirittura rivelarsi un bene allontanarsi da quella nazione.
     
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    Wow complimenti, mi sono letto tutto! Riesci a caricare degli screen? Non sono avvezzo di HOI dunque non ho ben presente mappa o eventi vari
     
  4. Gamby

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    Guarda purtroppo ho cominciato a scrivere quando sono già un po avanti negli anni, quindi niente screen per ora. Appena mi rimetto in pari però implementerò!
     
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    Ok grazie, io ti seguo! ;)
     
  6. Gamby

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    UN NUOVO PAPA

    Le campane risuonano tra le strade di Roma. Sono le prime luci dell'alba, ma il popolo già confluisce fuori sulle strade. Non c'è però il clamore della città che sveglia, i bambini non si lamentano dell'ora presto, le comari dei rioni non urlano, e gli uomini, che solitamente maledicono il mondo per un'altra giornata di fatica, oggi tacciono. Tutti confluiscono verso San Pietro. Il suono delle campane, il loro pesante clangore, non è messaggero della buona novella oggi, e tutti lo hanno capito. Un uomo si affaccia dal balcone, ma non è il Papa né è vestito di bianco. È Don Luigi Sturzo, vestito di nero. Coordinatore della segreteria pontificia, organizzatore ufficiale del Gran Consiglio, consigliere di Sua Santità e, forse, amico dello stesso. Tocca a lui l'annuncio:

    “Il Papa Re è morto! Preghiamo!”

    Sono le prime ore della mattina, il sole è ancora freddo, sotto la linea dei tetti di Roma, ma il popolo è già in raccoglimento ed in preghiera per l'anima del Ponteficie. Il popolo solo però, infatti, il Papa è morto in realtà nelle prime ore della sera prima, per un attacco di cuore durante la cena, a quanto si dice. Tutti i Principi della Chiesa hanno preferito tenere il segreto per l'intera notte, al fine di poter organizzare al meglio la successione di Pio IX. Ed ora, mentre l'Italia è in lutto, loro sono già in Conclave per scegliere il sostituto. L'idea generale di Pio IX di riforma dell'apparato nazionale è condivisa da tutti, quindi non è quella la questione; il problema è scegliere chi possa individuare la via più adatta. Tre sono i nomi che più risuonano nella sala:

    -Eugenio Cardinal Pacelli: forse il più simile come mentalità al fu Pio IX, sembrerebbe anche il più papabile al ruolo. Come il vecchio pontefice però il Cardinal Pacelli è contraddistinto da una forte propensione alla prudenza, e molti, sia in Vaticano che al Governo, pensano che ora più che mai possa servire un uomo d'azione come Papa.

    -Elia Cardinal dalla Costa: questo Cardinale, il più anziano tra quelli in lizza, è conosciuto per avere forti simpatie verso l'Intesa, avendo costui diretto la Diocesi di Algeri (la più importante fuori dall'Europa) per quasi quarant'anni. La sua nomina a Papa legherebbe l'Italia a questa alleanza, garantendole grande supporto economico e, in caso di guerra, appoggio militare non indifferente. Questo però vorrebbe dire addio al sogno di un blocco cattolico, a favore delle plutocrazie dell'Ottocento.

    -Achille Liènart: sorprendentemente non tutto il Vaticano è così in odio verso l'Internazionale. Una buona fetta della Curia è propensa alle tesi dell'avvicinamente alle posizioni sindacaliste. “Il sindacalismo sfocia in ateismo e totalismo perchè non ha la guida di Dio. Se potessimo parlare ai popoli francesi, inglesi ed italiani senza pregiudizio, costoro ritroverebbero la retta via. I veri nemici sono gli Imperi e l'Intesa, fondati gli uni sul Potere e l'altra sul denaro” afferma un cardinale proponendo il frate francescano Achille Liènart come Papa. Eleggerlo porterebbe ovviamente ad un avvicinamento della chiesa all'Internazionale, con tutto che ciò questo comporta.

    Dopo due giorni di discussione però purtroppo non viene trovata la fumata bianca. Troppo spaccato è il Conclave. Quando però il mondo comincia a sbeffeggiare l'indecisione della Curia, ecco che nuovamente la Chiesa dimostra di non temere nessuna avversità. Illuminato da Dio, Don Sturzo, consapevole di ciò che stava accadendo, contro ogni formalità irrompe nella sala, e prima che le guardie svizzere possano portarlo fuori, propone un nome, ed un motivo per nominarlo. Così, dopo una sola votazione, quasi per acclamazione, viene annunciato il nuovo Ponteficie:

    “Habemus Papam! Julius IV”

    E' il 3 Marzo, e viene nominato il Cardinale Theodor Innitzer. Uomo duro, il Cardinal Innitzer è amato da italiani, ungheresi e croati, per aver militato in prima linea con la Croce Rossa Internazionale, curando indifferentemente italiani e austro-ungarici durante la Grande Guerra. Famose sono le sue gesta sul Carso, dove guidava un gruppo di Arditi della Croce Rossa, andando a curare i civili direttamente sotto il fuoco delle bombe, senza aspettare che il fuoco d'artiglieria cessasse. Per contro, costui è estremamente inviso ad ogni potenza politica, dato che più di tutti sostiene la necessità di una leadership della Chiesa nello scenario internazionale.

    E' il 3 Marzo ed il mondo ha un nuovo Papa. Un Papa nuovo. Un Papa calmo. Un Papa deciso. Un Papa che sa cosa deve essere fatto e che smuoverà i monti pur di ottenere ciò che vuole.

    “ Abbiamo Dio con noi sorella” dice Giulio IV alla suora che gli porge le carte da studiare. Ma questa volta non c'è dubbio nella mente del Ponteficie.
     
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    Bello il colpo di scena, non me l'aspettavo. Con che mod giochi?
     
  8. Gamby

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    Kaiserreich. È una mod che parte nel '36 e simula un mondo dove gli Imperi hanno vinto la prima guerra mondiale.


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  9. Gamby

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    LA TERRA DI DIO

    Giulio IV siede dietro alla scrivania che fu di Pio IX. Dopo essersi installato nelle sedi vaticane, il nuovo Papa scelse di non modificare niente del vecchio arredamento, che era già abbastanza scarno. Se Pio IX ero conosciuto per non essere un uomo fastoso, Giulio IV era ancora più spartano; abituato alle scomodità del fronte prima, e dell'abbazia poi, il nuovo Papa non si trovava a suo agio nelle comodità del Vaticano. L'unica cosa che si concesse di portare fu una vecchia mappa geografica di tutto il mondo. Era sempre stato un suo piccolo vezzo quello di osservare e valutare la situazione mondiale sempre e solo a partire da una carta geografica senza dati politici; sosteneva che osservare la nuda terra garantiva maggiore chiarezza allo scenario, e la cosa risultava alquanto affascinante per chi ascoltava. Ma in cuor suo Giulio IV sapeva che era una bugia: quella mappa gli ricordava che la Terra non era degli uomini, ma di Dio; anche se Imperatori e Presidenti sembravano averlo dimenticato. Ed ora proprio su quella mappa Giulio tentava di fare mente locale sui nuovi conflitti scoppiati. In un altro periodo storico, sarebbero state solo guerre regionali, ma il Ponteficie era uno statista troppo fine per ignorare che erano solo le avvisaglie di qualcosa di più grande che si stava avvicinando. In Giugno, tre mesi appena dopo l'insediamento, la pace ventennale mondiale dopo la Pace di Versailles del 1918 era stata violata.

    In seguito ad alcuni attentati dinamitardi a carattere anarco-insurrezionalista nella capitale Volgograd, il Kahn dell'Unione Cosacca del Don aveva lanciato una durissima campagna repressiva, con arresti ed esecuzioni sommarie da parte della Guardia Cosacca. L'azione aveva suscitato i biasimi da molte potenze politiche, da quelle dell'Internazionale, per ovvi motivi, fino alla Russia, che come al solito colse anche questa occasione per attaccare diplomaticamente l'Unione Cosacca. Ancora la Russia non aveva digerito l'enorme smembramento che aveva subito, perdendo praticamente ogni territorio ad Ovest di San Pietroburgo e la costa orientale. Gli sfollati ed i dissidenti si contavano in un migliaio, e riuscirono a sfuggire solamente grazie all'asilo concesso dal confinante meridionale dell'Unione Cosacca, la Repubblica Transcaucasica, piccola enclave sindacalista tra l'Impero Ottomano, la Persia fondamentalista ed i feroci cosacchi. Quella che però sembrava la soluzione si trasformò in un disastro: l'Unione colse la palla al balzo, e accusando la Repubblica di aver prima finanziato e poi protetto i terroristi, le dichiarò guerra. L'avanzata fu rapida e brutale; l'Internazionale potè solo rimanere immobile a guardare: infatti un'alleanza formale con la Repubblica era fuori discussione, la Germania e l'Austria non l'avrebbero mai permesso, mentre un appoggio materiale ed ufficioso era fuori discussione, dato che il paese era circondato e impossibile da raggiungere nel cuore del Caucaso. La capitale cadde immediatamente, ed immediato arrivò anche l'armistizio. Ciò non bastò però ai cosacchi , i quali occuparono l'intero territorio, e cominciarono una serie di deportazioni ai danni delle popolazioni caucasiche, che perdurano ancora mentre ne parliamo.

    Come se non bastasse, due giorni dopo, quasi fosse sparita la magia della pace, scoppiarono altri due conflitti.

    In Asia, la colonia tedesca della Cina del Sud, l'AlGostAsien, subì una serie di tumulti, incentivati dalla Cina del Nord, sotto la dinastia Qing. Nel giro di pochi giorni la ribellione assunse le dimensioni di una vera e propria rivoluzione, la quale però venendo soppressa solo nella parte occidentale diede via ad una secessione. Il “Movimento Costituzionalista Nazionale” prese possesso della Cina Sud-Orientale, resistendo ottimamente alle offensive dell'esercito coloniale tedesco. Dall'esito di questa guerra dipenderà la presenza germanica in Oriente.

    “Se il Kaiser perdesse una colonia come la Cina, sarebbe un durissimo colpo al prestigio tedesco. In effetti si potrebbero organizzare missioni in quelle aree per espandere la nostra influenza” fantastica il Papa.

    Mentre ciò accadeva in Cina, in Sud America venne proclamato l'Impero Brasiliano, attraverso la guerra e la rapida conquista dell'Uruguai.

    Nel pomeriggio il Ponteficie richiede i rapporti sui tre conflitti. Mentre gli vengono portati il consigliere chiede perchè tanto interesse in angoli sperduti del mondo.

    “Quando un uomo si dissangua, le prime parti a perdere sensibilità sono le estremità” sentenzia Giulio IV. Contemporaneamente prende nota del viso del giovane.

    In Ottobre vengono raggiunti due importanti traguardi: viene completato l'ammodernamento di tutte le forze armate e, più importante, viene concluso un accordo con Xavier, leader spagnolo della fazione cattolica Carlista, a favore di una Spagna Cattolica e Monarchica. In cambio delle vecchie armi residue dall'ammodernamento, Xavier acconsente alla formazione di un'alleanza economica tra Italia e le aziende spagnole fedeli alla causa Carlista. Gli animi in Spagna sono esasperati e da un giorno all'altro scoppierà la guerra civile. Le armi italiane faranno comodo alle milizie carliste, mentre, qualora ottenessero il governo, l'Italia avrebbe il suo primo alleato. Viene quindi siglato all'Argentario, in gran segreto, un accordo che sancisce la nascita della “Santa Alleanza Mediterranea”, tra Italia e, si spera, Spagna.

    Due mesi dopo, a Natale, il Papa riceve un gradito dono sotto l'albero; uno stimato stratega, Amedeo d'Aosta, ha finalemente completato il suo lavoro: un piano operativo per l'invasione e l'occupazione lampo di tutto il Sud della penisola, attraverso l'uso congiunto di forze terrestri, aeree e della flotta. Il Papa è molto soddisfatto. Pur avendo militato nella Croce Rossa piuttosto che nei Cappellani militari, ha sempre avuto una passione per le tattiche militari.

    “Un simile regalo però merita che io ricambi” sorride il Papa all'Amedeo d'Aosta.

    Perciò prima nomina il suddetto a capo di una squadra analisti militari, e poi gli assegna il suo primo compito:

    “Il tuo lavoro è eccelso Amedeo. Però vedi...” Giulio stringe le spalle di Amedeo con fare paterno “...ragioni troppo da militare. Prima di conquistare le terre dei meridionali, dobbiamo conquistare i loro cuori.”

    “Cosa intende Sua Santità?”

    “Intendo che deve nascere una rete eversiva nel Sud. Voglio che quei sindacalisti vengano cacciati innanzitutto dal popolo. Solo dopo noi passeremo a raccoglierli. E tu Amedeo, da domani lavorerai per ottenere ciò. Avrai fondi e mezzi a volontà, ti basta chiedere. Ora va, e passa un Santo Natale con la tua famiglia; è la cosa più importante che abbiamo”

    Congedato Amedeo il Papa chiama il giovane consigliere, ordinandogli di sistemare tutte le carte per la nascita di questo progetto.

    “Sua Santità, se mi permette, come dovrò chiamare questi... piani?”

    Giulio è silente, guarda il tricolore con lo sopra il sigillo papale.

    “Secondo Risorgimento”

    “Ma Santità! Non le sembra un tantino... mi perdoni... ovvio? Qualora spie napoletane dovessero sentirne parlare capirebbero subito”

    “Sanno già cosa vogliamo fare. E vogliono farlo anche loro. Ora va, sono stanco, devo vegliare, è Natale”

    Dopo che il giovane fu uscito il Papa si gira, solo, a guardare fuori dalla finestra la brina che va a coprire le strade di Roma e, sorridendo, sussurra:

    “Buona Natale Togliatti”
     
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  10. SkySpace

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    Qua Togliatti ha preso i voti?
     
  11. Gamby

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    No, è ha capo della Repubblica Socialista del Sud! Volevo fare un po' d'ironia, ma mi sa che non mi è venuta:inpain:
     
  12. SkySpace

    SkySpace

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    Aaaah forse sono tordo io :)
    pensavo che il consigliere fosse Togliatti. Su wiki si afferma anche che la famiglia lo voleva indirizzare sulla via ecclesiastica. Quindi ci poteva stare nell'assurdo.
    Essendo un gioco e un ambientazione che non conosco mi aspetto qualsiasi cosa.
     
  13. Alessandro Argeade

    Alessandro Argeade

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    Quindi chi ha vinto il Congresso di Napoli?

    Sono totalisti o socialdemocratici?
     
  14. Gamby

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    ne parlerò a tempo debito :cool: abbi fede in me come ne hai in Giulio IV
     
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  15. Gamby

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    CAINO E ABELE

    La situazione precipitò velocemente. E la guerra era sempre più vicina. O forse in effetti era già arrivata. Non guerra fra nazioni, no; quella ancora incuteva un certo timore per le fazioni in campo. Era guerra civile quella che stava infiammando il mondo. L'internazionale aveva osato finalmente. Nel giro di due settimane le uniche tre grandi nazioni che non erano allineate ad una delle alleanze, Russia, Stati Uniti e Spagna, ora erano messe a ferro e fuoco dai propri stessi cittadini. Lo scenario era speculare: prima tumulti operai e contadini nelle zone più sensibili socialmente dei tre paesi (Scioperi generali nelle fabbriche di Detroit e Chicago, proteste di piazza a San Pietroburgo e Mosca, assalti agli edifici governativi di Barcellona), poi, a seguito della inevitabile soppressione violenta della polizia, i tumulti sono diventati vere e proprie rivolte armate e, successivamente rivoluzione, con la proclamazione di un nuovo stato. Erano così nati l'Assemblea dei Sindacati d'America (CSA in inglese), l'Unione dei Soviet e la Federazione Anarchica d'Iberia. Ovviamente la simultaneità e la riuscita delle rivolte non era casuale. Come il Papa sapeva bene, erano anni che l'Internazionale preparava il terreno, ed ora i tempi erano maturi: con grande coordinazione la Francia, l'Unione Britannica, in minima parte anche il Sud Italia, erano riusciti a far arrivare in quei paesi esperti militari e rifornimenti, cosicchè ora gli Stati rivoluzionari avevano un esercito armato e, nel caso della CSA anche una consistente flotta, ammutinata dal governo centrale. I deboli governi democratici non erano riusciti, tranne la Russia, a opporre una tempestiva contromisura, e ciò diede origine a scenari piuttosto differenti. Ma andiamo con ordine:



    STATI UNITI

    Negli Stati Uniti dopo la proclamazione del CSA, proclamazione effettuata dal più importante sindacalista americano, Jack Reed, il governo non aveva saputo organizzare la polizia, e così prima che l'esercito riuscisse ad intervenire, i CSA avevano occupato tutto il Nord-Est. In realtà non tutto, infatti il Canada aveva, per proteggere i propri interesse, annesso di fatto il New England, una tra le regioni più ricche degli States, inviando l'esercito nella regione. Il governo centrale non aveva potuto fare molto, anche perchè era immediatamente arrivata una nota dal Re inglese esiliato (dopo la rivoluzione inglese infatti la famiglia reale era fuggita in Canada dove poter continuare a dirigere il Commonwealth residuo) che aveva assicurato che al termine della guerra civile il New England sarebbe tornato sotto controllo statunitense. Inoltre, aveva pensato il presidente, meglio ai Canadesi che ai sindacalisti. Il governo, disperato, cominciò addirittura le trattative con Reed, al fine di placare gli animi e di poter raggiungere un compromesso; ciò però non avvenne, anzi peggiorò la situazione, infatti a Sud i comitati nazionalisti e religioso si ribellarono all'idea di arrendersi ai sindacalisti, e negli Stati del Sud-Est nacque l'Unione Americana, presieduta proprio da quel Reverendo Coughlin che Pio IX aveva, seppur controvoglia, appoggiato. L'Unione Americana cominciò una guerra parallela con il CSA, e le due milizie paramilitari cominciarono così a fronteggiarsi lungo la costa Est. Temendo che la guerra ad Est potesse spostarsi ad sulla costa Ovest, i governatori di quegli Stati, capeggiati dal Governatore della California, scelsero di staccarsi anche loro, seppur momentaneamente, formando gli Stati Uniti del Pacifico. Ormai il governo legittimo era relegato solamente agli stati del centro, dovendo fronteggiare le truppe del CSA. La situazione rimase in stallo per circa una settimana, finchè il generale McArthur non compì un colpo di mano militare, destituendo il Presidente, decretando la legge marziale e la coscrizione obbligatoria sopra i 21 anni. Chiunque si fosse sottratto all'impegno sarebbe incorso nella pena capitale. Purtroppo però, sostenendo di non rispondere al governo centrale, Unione Americana e Stati Uniti del Pacifico rifiutarono; i primi sostenevano di stare già combattendo contro il CSA, e che non accettavano la guida di McArthur, mentre gli Stati del Pacifico avevano intenzione di mantenere la neutralità, con le proprie truppe di stanza ad Occidente e non sul fronte Est. McArthur, furente, dichiarò guerra ad entrambi, e così le quattro fazioni, entrarono di fatto ognuna in guerra con l'altra, con però gli Stati del Pacifico e l'Unione Americana in posizione di sfavore, a causa della minore quantità delle truppe. Molto addestrate infatti erano quelle di McArthur, mentre molto numerose quelle del CSA.



    SPAGNA

    In Spagna la situazione si rivelò subito più chiara, anche se altrattanto tragica e fratricida. Contemporaneamente alla nascita della Federazione Anarchica Iberica a Barcellona, a Bilbao venne proclamata la Legittima Spagna Carlista, mentre a Sud continuava a vivere il Governo Nazionale. La guerra entrò immediatamente nello stallo che ancora perdura, infatti a nessuna delle tre fazione riuscì il colpo di mano che si era sperato. Il governo centrale infatti aveva dato per scontato di riuscire a sopprimere le rivolte e le milizie, ma ciò non era accaduto. La Federazione invece, sperava in una sommossa generale del proletariato spagnolo, e mentre la nazione fosse stata nel caos, marciare con le proprie truppe vittoriasamente su Madrid; ciò non era avvenuto però, e quindi il fronte si era subito staticizzato in trincea. La Spagna Carlista invece, sperava, attaccando all'improvviso, di far collassare la Federazione, ed una volta che essa fosse stata annientata, marciare supportati dalla popolazione e dall'esercito, e ottenere il potere. In realtà però dei dissidenti baschi avevano agito da spia per l'Internazionale, cosicchè la Federazione non si fece trovare impreparata e schierò fin da subito truppe al confine.



    RUSSIA

    In Russia invece la situazione è più simile agli Stati Uniti. A seguito della proclamazione a San Pietroburgo dell'Unione dei Soviet, le minoranze del centro Asia colsero la palla al balzo, e si dichiararono indipendenti anche la Repubblica Siberiana, democratica ma di simpatie sindacaliste, e l'Orda Alash nella zona degli Stan, con capitale Asthrakan e forte dell'appoggio militare cosacco. Mosca, che negli ultimi anni aveva subito una deviazione autoritaria, abolendo la costituzione monarchica e tornando ad una visione sacra dello Zar, anche grazie all'appoggio della Chiesa Ortodossa.



    Per chiarire, in questa anarchia internazionale, la posizione e la condotta dell'Italia, Giulio IV convoca un “Gran Concilio di Roma Extraordinarium”. Questa volta però la condotta delle riunioni è riservata e soprattutto aperta solo a pochi membri. Il fulcro della discussione è ovviamente l'impegno del papato nelle tre guerre civile. L'assemblea è spaccata sui vari temi, soprattutto perchè ogni membro attribuisce un valore differente alle tre nazioni. Giulio IV dalla sua non sa cosa pensare, infatti un impegno sui tre fronti appare troppo gravoso per una nazione come l'Italia, così assorbita nel potenziamento industriale. Vengono così organizzate tre giornate.



    I DIE: Spagna. Il Papa sceglie per aprire il Consiglio straordinario il tema più semplice da trattare. Infatti tutta l'assemblea si rivela favorevole all'invio di aiuti, sia come rifornimento sia come materia prima a prezzo di gran favore, a Xavier, leader della fazione Carlista. L'accordo dell'Argentario in realtà non prevedeva anche l'impegno indiretto dell'Italia nella guerra, ma solo della donazione dell'arsenale residuo italiano (grazie al quale Xavier fu in grado di armare seriamente i propri uomini); l'assemblea intera però è concorde nel pensare che qualora i Carlisti perdessero la guerra, tutti gli sforzi effettuati sarebbero vani. Inoltre sparirebbe prima di cominciare la Santa Alleanza Mediterranea. Approvata a pieni voti passa quindi la proposta di aiuto economico alla Spagna. Contemporaneamente inoltre Giulio IV, sprona Amedeo d'Aosta, ormai suo faccendiere, ad organizzare una spedizione di volontari cattolici in Spagna, su modello della Santa Guardia Romana.



    II DIE: Russia. In questo secondo giorno si discute il comportamento nei confronti della guerra civile russa. Una buona fetta dell'assemblea è favorevole al non intervento fintanto che Zar riesca a rimanere in posizione di supremazia sui Bolscevichi. Viene quindi proposto di spendere energie affinchè Zar, Orda Alash e Repubblica Siberiana stringano una pace, utile a sconfiggere l'Unione. La mozione però non passa su veto del Papa: è convinto infatti che la Repubblica Siberiana finirà prima o poi nell'Internazionale, ed oltretutto l'Orda Alash è appoggiata dai cosacchi, ed il Papa, veterano del fronte, non vuole dimenticare le crudeltà inflitte dai cosacchi ai cittadini della Repubblica Transcaucasica.

    “No” sostiene il Papa “l'unico scenario che ci potrebbe aiutare è quello in cui la Russia rimanga divisa in varie nazione. Oltretutto qualora appoggiassimo lo Zar come facciamo con Xavier nessuno ci assicura che poi la Russia possa prendere le parti degli Imperi o dell'Intesa, e loro sono nemici nostri tanto quanto lo è l'Internazionale”.

    In realtà avrebbe dovuto aggiungere “o che chiunque vinca lo faccia sputando tutto il sangue che ha”, ma si limitò a pensarlo. Non sarebbe sembrato molto “ cristiano ”. Il risultato è quindi il non intervento a favore di nessuno, tranne che per la vendita di preziosi rifornimenti a tutte le parti in campo, al fine di livellare il conflitto il più a lungo possibile.



    III DIE: USA. Sugli Stati Uniti la questione è complessa. Infatti, pur essendo tutti consapevoli che sarebbe assolutamente tragico qualora i CSA vincessero, mettendo a disposizione dell'Internazionale la propria potenza industriale, è anche vero che il governo legittimo è sempre stato a favore dell'Intesa, mentre la Unione Americana sta già ricevendo molti aiuti dagli Imperi Centrali. Non esiste quindi una fazione che possa interessare come terzo blocco (gli Stati Uniti del Pacifico sono i più deboli delle fazioni, e non hanno la minima speranza di vincere. Oltretutto sono una fotocopia del governo legittimo, quindi anche qualora vincessero si ritroverebbero alleati dell'Intesa. La discussione è accesa, ed alla fine si opta per l'appoggio materiale all'Unione, attraverso rifornimenti e volontari. Per questa volta l'Italia si affiancherà alla Germania. Il Papa però, tra se e se, ha già preso la decisione di contattare personalmente il Reverendo, al fine utilizzare la propria importanza religiosa sull'uomo del clero ed assicurarsi la sua fedeltà.



    IV DIE: (segreto). Il quarto giorno si decide di organizzarlo segretamente, e di annunciare che le giornate sarebbero state solo tre. La seduta composta solo da una decina di persone, tratta dello sviluppo del piano Secondo Risorgimento. Amedeo d'Aosta mostra la Papa come si è deciso di operare e gli sviluppi rispetto alla nascita di una rete filo-Nord nelle terre del Meridione. Già le prime cellule sono nate in Sicilia e Calabria, attraverso l'appoggio della Mafia, da sempre ostile al governo sindacalista. I mafiosi hanno infatti cominciato a sabotare l'apparato industriale da dentro. Soddisfatto dello sviluppo il Papa comunica l'evoluzione del piano Secondo Risorgimento nel “Progetto Italia”, cioè nell'operato sinergico al fine di riportare all'unità nazionale. Per ora l'unica implementazione è la richiesta a Thaon di Revel di elaborare un piano per garantire un blocco navale qualora la Francia a Nord dovesse abbandonare l'alleanza con Napoli o se scoppiasse direttamente la guerra. Viene inoltre messo a capo del Progetto Italia Amedeo d'Aosta.

    Amedeo è spaventato dalla responsabilità ma il Papa lo rassicura:

    “Credi forse che Garibaldi fosse sicuro di ciò che stava facendo?”
     
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    Ultima modifica: 30 Dicembre 2015
  16. Gamby

    Gamby

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    NUOVE ALLEANZE parte I

    La storica foto viene scattata a Roma il 3 Gennaio 1938, con sfondo la Cattedrale appena compiuta del neo quartiere Avvento. Il quartiere è nato sulle ceneri del progetto Eur, pensato per ospitare l'Expo mai avvenuto a causa del boicottaggio dell'Internazionale e dei paesi del Kaiserreich. Pio IX decise però di continuarlo, per non lasciare senza lavoro i migliaia di lavoratori che operavano nella realizzazione; ed ora, grazie ai sussidi statali del I Gran Concilio, non solo era stato completato, ma era anche motivo di vanto per Roma. Rispetto al progetto iniziale molte cose erano state cambiate, e Giulio IV aveva lasciato carta bianca ad architetti ed ingegneri, tranne che per una cosa: aveva chiesto di intitolare la cattedrale a Pio IX; gli sembrava corretto, dato che tutto ciò era stato possibile solo grazie a lui. È mezzogiorno quando viene scattata, e si appena conclusa la messa, tenuta proprio dal Papa. La messa aveva consacrato il più grande successo politico di Giulio IV, ed aveva dato una speranza al futuro; era avvenuto tutto nel giro di tre giorni ma ovviamente aveva richiesto due anni interi di preparazione. Due anni che poi, ad essere sinceri, erano stati fin troppo pochi per poi il risultato che si era avuto.

    “E' la prova che Dio è con noi” si ritrova a pensare sorridendo all'obiettivo.

    Era stato un anno molto intenso il 1937: la polveriera internazionale non ha fatto altro che riempersi sempre più, ed ora la guerra che verrà non è più una minaccia, ma una certezza; le tre guerre civili hanno preso pieghe inaspettate, dopo lo stallo iniziale, mentre i tre blocchi di alleanze contemporaneamente hanno cominciato a mostrare le proprie carte ed a impegnarsi aggressivamente a livello internazionale. Ecco una breve cronistoria degli avvenimenti:

    Guerra Civile Americana

    Il primo giro di boa fu negli Stati Uniti, quando McArthur, consapevole della impossibilità di condurre una guerra su due fronti capì che la guerra ai Stati Uniti del Pacifico (PSA) era stata un azzardo, e perciò concluse una frettolosa pace con questi ultimi, i quali a loro volta firmarono a gran velocità; in fondo avevano dichiarato la secessione proprio per non essere invischiati nella guerra. La pace fu fondamentalmente un patto di non belligeranza tra i due paesi, con la promessa scritta che qualsiasi questione si sarebbe risolta al termine della guerra. Contemporaneamente il Canada, in seguito ad alcuni dubbi sulla bontà dell'annessione del New England sollevati dallo stesso McArthur in una nota ufficiale, decise di mostrarsi propositivo e rinunciò la controllo diretto della regione, organizzando una milizia autoctona ed aiutando la formazione di un autogoverno. Nacque così la Repubblica del New England, la quale immediatamente cominciò i rapporti diplomatici con gli Stati Uniti, entrando in guerra con il CSA e dimostrando una chiara volontà di ri-unificazione; curiosamente però dimostrò anche una certa ostilità verso il Canada, che pure però la aveva protetta ed ora armata. Evidentemente l'occupazione canadese era stata, seppur pacifica, mal sopportata dalla popolazione. Chiusi su due lati i CSA vennero rapidamente annessi, ed a seguire anche l'Unione Americana. Gli USA quindi riuscirono a sconfiggere le regione autonome, a costo però di migliaia di morti e della secessione della costa Ovest; il New England, inoltre, decise per un momentaneo mantenimento dell'indipendenza dal governo centrale. Il primo fronte quindi, quello americano, si rivelò come una iniziale sconfitta per il Papato.

    Guerra Civile Russa

    In Russia invece fu una relativa vittoria per il Papa, dato che la situazione che si era augurato avvenne. La guerra civile russa è infatti la più sanguinosa guerra civile della storia, con quasi tre milioni di morti e decine di milioni di sfollati, destinati oltretutto a salire, dato che perdura ancora oggi. Lo Zar infatti riuscì ad annettere abbastanza velocemente l'Unione dei Soviet, ma la reazione dopo fu atroce. Sordo ad ogni richiesta di umanità, condannò a morte tutti i cittadini sopra i 16 anni che avessero, anche solo per poco tempo, militato con i Bolsevichi; ovviamente inoltre giustiziò nei mesi successivi tutti coloro che ritenne un potenziale pericolo per l'unità nazionale. L'Orda Alash invece, retrocedendo su tutto il fronte, strinse un accordo con il Turkestan, ed i due stati si fusero sotto la bandiera turkmena. Lo Zar inutilmente minacciò ritorsioni, ma il Turkestan non volle sentire ragioni di fronte ad un raddoppiamento del proprio territorio nazionale. Le minacce dello Zar caddero perciò nel vuoto, dato che il numeroso esercito turkemeno era necessariamente fuori portata in quella situazione. Dopo pochi giorni Zar attuò un'altra pessima decisione, infatti la Finlandia desiderosa di completare l'unificazione della penisola reclamò la Karelia, sicura che se lo Zar avrebbe taciuto, considerando che già lo aveva fatto per l'enorme territorio degli Stan; si rivelò un errore però, infatti la Russia dichiarò guerra alla Finlandia, mentre ancora imperversava la guerra ad oriente contro la Repubblica Siberiana, la quale da piccolo stato regionale, era diventata nel giro di pochi mesi un avversario temibile. Essa aveva infatti annesso il Transnamur (lo stato fantoccio giapponese sulla costa Est della Russia) e guadagnato di fatto il controllo su lettaralmente mezza Russia. E così ora lo Zar si ritrova a combattere nuovamente su due fronti, in una guerra che sembra ben lontana ad avere una conclusione. Con grande gioia di Giulio IV.

    Guerra Civile Spagnola

    Anche se gli altri due si sono rivelati fronti non eccezionali per le intenzioni italiane, il Pontifice può dire in questo momento che la sola vittoria spagnola ha ripagato di ogni aspettativa, sia per il risultato sperato che per quello insperato e non aspettato! Il fronte che all'inizio si rivelò piuttosto statico a causa della sostanziale parità dei tre contendenti; i carlisti erano infatti sostenuti dall'Italia, il governo nazionalista dalla Germania ed i sindacalisti ovviamente dalla Francia. Ciò che portò alla risoluzione del conflitto fu, come si dice per le strade, una “botta di culo”, o come la chiama il Papa “l'intervento divino”. Infatti un attentato dinamitardo della Federazione a Madrid, atto ad uccidere il primo ministro spagnolo, aveva si compiuto il suo obiettivo, ma l'esplosione aveva anche causato una reazione a catena in una vicina fabbrica tessili che, esplodendo, aveva ucciso quasi un migliaio di persone, tra fumi tossici e fuoco. Ciò aveva destato un tale clamore nella popolazione fedele al governo nazionale che subito essa aveva preso le parti dei carlisti. E così, utilizzando anche la propria influenza sui membri del clero spagnolo, Giulio IV aveva presieduto un incontro a Bilbao (capitale momentanea dei carlisti) che aveva portato all'unione delle due fazioni sotto la corona di Xavier, contro il comune nemico della Federazione. La sconfitta di quest'ultima fu dunque questione di mesi, che comunque si ridussero a due soli, dato che dopo i continui bombardamenti dei carlisti la popolazione si ribellò ai sindacalisti, causando la caduta della Federazione Anarchica Iberica. Il 24 Novembre si dichiarò a Madrid la fine di ogni ostilità, e subitò dopo Giulio IV incoronò, per volontà di Dio, Xavier Re di Spagna.

    Mentre tutto ciò avveniva però nel mondo accaddero altri importanti eventi. Per prima cosa, l'Austria, per non cadere vittima anch'essa di una guerra fratricida, organizzò un rinnovamento imperiale, sia in termini diplomatici che politici. L'impero venne restaurato attraverso una maggiore centralizzazione economica e sociale (omologazione del diritto e delle tariffe in tutte le regioni) contrapposto ad una maggiore autonomia politica. Questa riforma venne accolta positivamente da tutti, tranne che dalla Boemia. Questa ricca regione infatti, cuore produttivo dell'impero, doveva la sua ricchezza anche grazie allo statuto speciale che le permetteva di usare il Marco tedesco piuttosto che il Fiorino; reagì perciò duramente alla riforma, dichiarando la secessione dall'impero. In questo atto era fiduciosa dell'appoggio e della protezione tedesca; ma si rivelò un calcolo errato dato che la Germania evidentemente preferì mantenere un rapporto di amicizia con l'Austria. La rivolta fu dunque di breve durata, e si risolse con l'annessione della Boemia al territorio austriaco, senza che nessuna ulteriore autonomia fosse concessa. A livello diplomatico l'Austria lanciò una politica di distensione rispetto ai paesi vicino, specialmente con l'Italia, la Serbia e la Guardia di Ferro Romena. Per quanto riguarda i rapporti Italia-Austria, ci fu uno scambio di “regali”, infatti l'Austria concesse l'amnistia agli italiani incarcerata per “intenti rivoluzionari”, ovvero per quegli italiani che operavano per riannettere il Veneto all'Italia, mentre Giulio IV nominò Ministro dello Sviluppo Josef Von Osterreich-Toskana, nipote dell'Imperatore. Si ricominciò quindi a parlare della questione veneta tra i due paesi, senza ostilità però questa volta....








    N.d.A. Data la lunghezza del post lo divido in due. Saluti:)
     
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  17. Gamby

    Gamby

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    NUOVE ALLEANZE parte II


    Purtroppo però, pur avendo una distensione sul fronte austriaco, il Papa dovette prendere atto di un peggioramento della questione “Internazionale”. Il 1 Maggio, festa dei lavoratori, venne infatti indetto il secondo Congresso dell'Internazionale. Seppur fosse stato tenuto a porte chiuse, è evidente al mondo intero il tema trattato dai paesi Sindacalisti e Totalisti: la rivoluzione mondiale. Il Congresso durò quattro giorni, e vennero prese molte decisioni, al fine di portare ad un nuovo livello la cooperazione e la sinergia tra i vari paesi; molte di queste decisioni si sono già palesate, mentre molte altre ancora devono trovare manifestazione. Come primo atto, con una violenza diplomatica inaudita, la Francia costrinse la Svizzera ad indire a Ginevra un referendum per l'annessione allo stato francese; attraverso la pressione dei vari gruppi sindacalisti sulla popolazione il referendum passò, ed ora il più ricco e popoloso cantone svizzero è territorio francese. Un bel problema per noi, dato che Ginevra rappresenta un nuovo fronte d'attacco francese ai nostri danni in caso di guerra. Contemporaneamente alla questione Svizzera al secondo congresso fecero il loro ingresso tra i paesi sindacalisti due nuove nazioni: l'Ucraina e la Georgia. L'Ucraina fu sicuramente la sorpresa più grande per il Papa, infatti la nazione, nata dalle trattative di pace Russo-Germaniche, era storicamente legata alla Germania, pur non essendo ufficialmente parte del Kaiserreich. Qualche settimana prima però la nazione aveva subito un colpo di stato, guidato dal Generale Zukhov. Costui aveva quindi acquisito le posizione totaliste di Oswald Mosley, ed ora era membro ufficiale del Congresso Internazionale. Sorprendentemente la Germania si dimostrò remissiva in entrambi gli avvenimenti, lasciando che la Francia dettasse le condizioni ad un altro stato europeo e permettendo sempre che una grossa nazione, con ricchezze e bacino umano non indifferente, si affiancasse al suo principale nemico, oltretutto venendo chiusa su due fronti.

    Tutti questi avvenimenti però preoccupano eccessivamente il Papa; non tanto perchè non fossero preoccupanti in sè, ma piuttosto perchè Giulio IV ha la testa occupata da ben altri eventi, molto più interessanti; e questa foto che sta venendo scattata nel quartiere Avvento, di fronte alla Cattedrale Pio IX, serve a testimoniarli.

    Dopo la vittoria della fazione carlista in Spagna, quest'ultima strinse l'alleanza programmata con l'Italia, facendo nascere la “Santa Alleanza Mediterranea”, la quale, grazie al nuovo modello corparativista, riuscì a risollevare le economie dei due paesi, facendogli recuperare molte delle ricchezze andate perse con la crisi economica. In un mondo così caduto nell'oblio della guerra e della corsa agli armamenti, non ci volle molto perchè questa nuova alleanza cominciasse ad attirare le attenzioni di paesi che da un lato non avevano intenzione di legarsi a paesi che li avrebbero portati al conflitto, ma dall'altro temevano a restare soli, dato che sempre meno il concetto di neutralità era sacro. Così a qualche mese dalla nascita dell'alleanza mediterranea anche il Portogallo di Salazar chiese di potervi entrare. Seguì una riunione a Maiorca tra il Papa e Re Xavier che fu naturalmente di breve durata, dati i rapporti estremamente positivi che esistevano già all'epoca tra i tre paesi.

    Passarono i mesi, e furono di relativa tranquillità e sviluppo economico per i paesi dell'Alleanza, mentre furono, e sono tuttora, di armamento per gli altri. Ad Ottobre però accadde l'impensabile: i PSA organizzarono il 1 Ottobre, come era stato sancito dall'accordo di pace, un referendum per la riunificazione con gli USA. McArthur al momento della stipulazione dell'accordo non aveva nemmeno ipotizzato un esito negativo, perciò aveva acconsentito all'indipendenza formale momentaneamente dei PSA; ciò che nessuno si aspettava però avvenne, ed i cittadini della costa occidentale decisero per rimanere separati dallo Stato centrale. McArthur semplicemente ignorò l'esito del referendum e proclamò la riannessione dei PSA; inutile dire le vivaci proteste degli Stati Pacifici. Prima che potesse scoppiare una nuova guerra civile in America però questa volta l'Intesa, capitanata dal Canada, estese la propria longa manus sui PSA, garantendo pieno supporto militare, economico e diplomatico in caso di aggressione, facendo entrare di fatto questi ultimi nell'Intesa. L'azione del Canada fu evidentemente dettata dal rancore verso il comportamento statunitense nella questione New England. McArthur, nuovamente sordo ad ogni cambio di scenario, reagì nell'unico modo nel quale un cowboy può intervenire, sparando. E così nuovamente la guerra macchia il continente nord-americano, ma questa volta ad un livello molto più alto: USA contro Intesa. Solo Dio sa come potrà concludersi una situazione del genere. Non tutti i membri dell'Intesa però furono d'accordo con questo conflitto, e così il Regno di Francia dichiarò la propria non belligeranza e l'esclusione dall'alleanza. Il Regno di Francia (nazione guidata dal Generale De Gaulle e comprendente i territori coloniali francesi prima della rivoluzione sindacalista) però colse questa occasione per palesare una intenzione che nutriva già da tempo, infatti erano parecchi decenni che le sue aspirazioni erano differenti da quelle egli altri paesi. Appena uscì dall'alleanza, cominciò subito i colloqui con la delegazione italiana ad Algeri.

    Così, il 3 Gennaio 1938, viene dichiarato l'allargamento dell'Alleanza Mediterranea al Regno di Francia, e questa foto, comprendenti il Papa Giulio IV, Re Xavier, De Gaulle e Salazar, mostra al mondo che un nuovo futuro per i popoli mondiali si sta avverando.
     
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  18. Alessandro Argeade

    Alessandro Argeade

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    Le piccolezze che adoro del Kaiserreich :D
     
  19. Gamby

    Gamby

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    Fenomenale, insieme alla Fatherland, la miglior ucronia fatta a mio avviso
     

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