Rome: Total War

Veniamo ora alla parte strategica a turni, da sempre la mia preferita. Ancora una volta la grafica è bellissima, sebbene a questo livello di gioco anche grafiche semplici e più ‘simboliche’ possano essere altrettanto piacevoli ed efficaci.
Scopo del gioco è conquistare almeno 50 province e diventare imperatore (per i romani). Le due attività non sono del tutto collegate, nel senso che all’aumentare della propria potenza il senato passa dall’amarvi all’invidiarvi, fino a decidere di rivoltarsi contro di voi. A quel punto vi tocca attraversare il Rubicone e andare a spiegargli che non è un bel modo di comportarsi! Ed è questo l’unico modo per diventare imperatore. Il controllo dei mari è ora meno astratto che in Medieval, ma sicuramente meno divertente e più caotico, inoltre le navi mercantili viaggiano indipendentemente dal controllo del tratto di mare antistante. L’unico modo per impedire il commercio navale è mettere il porto sotto embargo con una flotta, tuttavia l’AI non lo fa mai, anche con assoluta superiorità navale.
Le battaglie navali sono solo automatiche e ben poco coinvolgenti, inoltre sono anche poco prevedibili. Personalmente preferivo il sistema precedente.
Ma è davvero tutto peggiorato a livello strategico? No, ci sono anche degli importanti miglioramenti.
E’ ora possibile posizionare le nostre legioni in un punto specifico della mappa, bloccando di conseguenza un passo montano o un ponte o, ancora, il guado di un fiume. Se attaccati, la battaglia si svolgerà su di un terreno esattamente coerente con l’aspetto della mappa strategica e quindi avremo il vantaggio della posizione.
E’ inoltre possibile costruire dei forti in legno in qualunque punto della mappa, permettendo quindi di bloccare in modo permanente (o fino a che assediati e sconfitti) dei punti strategici della mappa. Decisamente una valida aggiunta. Sebbene questa possibilità, per essere realistica, dovrebbe essere caratteristica dei romani. E’ invece possibile farlo con tutte le etnie.
Una variazione di un certo rilievo è anche quella con cui si migliorano le caratteristiche dei famigliari. In RTW i discendenti del capofamiglia sono importantissimi, poiché possono fungere sia da generali che da governatori delle province. Come nella vita reale, nascono, crescono, si sposano, fanno (si spera) figli, invecchiano e poi muoiono, con tempi più o meno realistici. Ognuno di loro ha caratteristiche particolari che influenzano l’efficacia in battaglia e la loro abilità di governare una regione. In Medieval le uniche caratteristiche rilevanti erano il comando e la lealtà, entrambe facilmente influenzabili con titoli e matrimoni.
In RTW questi scompaiono e vengono sostituiti da un ‘staff’ del personaggio che aumenta nel tempo e che può essere scambiato tra generali nella stessa città. L’idea è certamente valida, però come giocabilità preferivo decisamente il sistema di Medieval.

Da questo momento in poi mi trovo però costretto a valutare degli aspetti negativi del gioco.
Anche la diplomazia ha ora più funzioni, però sono sostanzialmente inutili. I miei alleati non mi hanno mai concesso il diritto di passaggio o dato aiuto in battaglia o dato informazioni sulla mappa o altro ancora. Il più delle volte mi dichiarano guerra quando gli gira, anche se gli ho regalato ingenti quantità di denaro, dato accesso militare o altro. Si è persa la possibilità di organizzare matrimoni con altri regnanti e inoltre non sono mai riuscito ad ottenere la cessazione delle ostilità in corso, qualunque offerta abbia fatto e nonostante la mia palese superiorità militare.
Veniamo ora alle città. In Medieval esisteva una guarnigione cittadina, la cui dimensione poteva crescere all’aumentare delle fortificazioni ed una guarnigione ‘provinciale’ potenzialmente illimitata, data l’ampiezza del territorio.
In RTW invece la guarnigione ha una dimensione massima invariabile. Che si abbia una città di 500 abitanti senza una straccio di staccionata o una ‘metropoli’ da 30.000 abitanti con le ‘mura epiche’ la dimensione della guarnigione non cambia!?! Cambia invero la capacità di resistere agli assedi, ma decisamente non sembra abbastanza. Naturalmente posso ancora collocare quante truppe voglio nella provincia.
Il problema è acuito dal fatto che la guarnigione serve anche a tenere la popolazione sotto controllo, avendo però un limite massimo, essendo le spie non più utili al controllo dello scontento popolare e mancando la figura del prete, è spesso difficilissimo se non impossibile mantenere il controllo. Pur con tutte le strutture edificate, le tasse al minimo e la guarnigione al massimo. Inoltre le truppe collocate nella provincia non sembrano avere alcun effetto sulla riduzione del malcontento. Davvero fastidioso.

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