Combat Mission: Afrika Korps

Ed eccoci arrivati a trattare degli Italiani. Essendo CMAK dedicato al fronte mediterraneo (con l’eccezione dei Balcani) durante la II Guerra Mondiale, l’ importanza dell’Italia, sia come truppe, sia come teatro di operazioni, non è certo trascurabile. Abbiamo già accennato al fatto che elementi del Regio Esercito ( RE, d’ora in poi ) erano presenti anche in CMBB, ma qui la varietà di periodi, equipaggiamenti ed unità, è di ben altra portata. Innanzitutto è il caso di specificare che quando parliamo di truppe italiane ci riferiamo a quelle appartenenti al Regio Esercito nel periodo 1940-1943. Non sono rappresentati combattenti italiani posteriormente all’8 settembre 1943. Se questa scelta è in un certo senso giustificata per le truppe della Repubblica Sociale Italiana (i repubblichini sono stati quasi esclusivamente impiegati in azioni antipartigiane) poteva essere interessante invece riprodurre qualche azione di questi ultimi (ce ne sono state di militarmente significative: basti pensare a quelle dell’appena scomparso Nuto Revelli: Ufficiale degli Alpini e Comandante partigiano). Ma, retrospettivamente, è meglio così, visto che la possibilità di rappresentare avvenimenti di guerra posteriori all’armistizio potrebbe riaccendere polemiche mai sopite. Anche se è patente che tale mancanza è dovuta essenzialmente al fatto che CMAK è un gioco concepito essenzialmente per il mercato USA e non ad una sensibilità della BFC verso il pubblico italiano.

Tornando a parlare del RE, l’impressione generale è che gli autori del gioco si siano sinceramente sforzati di dare il giusto risalto alle truppe italiane, purtroppo senza riuscirvi pienamente. Questo comunque è anche dovuto al fatto che su molti punti non è semplice ottenere informazioni dettagliate. Alcune imprecisioni sono presenti nell’armamento leggero di alcune squadre (abbondanza di mitra Beretta), nell’assenza di proiettili c/c ( contro carro ) ad Effetto Pronto per i cannoni italiani, nella forma sbagliata dell’elmetto dei paracadutisti etc. Tutto ciò, beninteso non deve far comunque pensare che gli italiani siano praticamente “ingiocabili”, tali sviste toccano solo aspetti relativamente marginali. Non si dimentichi poi che la BFC ha sempre provveduto a correggere e modificare i propri giochi per mezzo di patch di aggiornamento realizzate basandosi sul feedback dei giocatori. La nuova patch 1.01, uscita da pochi giorni, corregge alcuni degli “errori” citati in questa recensione, più qualche altro piccolo bug, quale la mancanza di soppressione causata dalle armi c/c a razzo utilizzate in spazi confinati o la possibilità per i cannoni autocarrati di sparare anche in movimento.
Il problema fondamentale però è che su alcune informazioni, specialmente quelle riguardanti gli italiani, è difficile avere dati precisi: giusto per fare un esempio, l’introduzione dei proiettili ad Effetto Pronto, di cui sopra, comporterebbe conoscere le date di introduzione per i diversi calibri. Lo stesso dicasi per quelli ad Effetto Pronto Speciale (che sono presenti per il solo 75/18 dei Semoventi dalla fine del 1942 in poi). Questo può anche essere considerato come un invito a chi possedesse informazioni supplementari o avesse notato delle inaccuratezze (documentabili) in CMAKa contattare la BFC direttamente o tramite l’attivo forum del suo sito.

Un ultimo commento sull’Italia in CMAK, intesa come teatro di operazioni. A differenza del bocage normanno o della steppa russa, il paesaggio italiano è alquanto caratteristico. La numerosità di colline e montagne, la pesante presenza di alterazioni al paesaggio dovute alla presenza dell’uomo (essenzialmente insediamenti agricoli), l’aspetto del terreno generalmente vario, sono ben riprodotti. Una quick battle generata in CMAK presenta un tipo di terreno generalmente più chiuso e rotto rispetto a CMBO o CMBB: questo forza il giocatore ad utilizzare tattiche adatte al terreno. Sicuramente poi anche l’impatto visivo degli edifici in stile italiano, o dei filari nei vigneti, rende il tutto più credibile ed aumenta il fattore di immersività del gioco.

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