Pax Romana

Queste sono solo alcune delle domande a cui voi, in qualità di capo fazione, dovrete cercare di dare una risposta. Il metro di valutazione sarà appunto il prestigio, o come viene chiamato nel gioco “influence” (i latini la chiamavano “auctoritas”!), e potrete ottenerlo in diversi modi: sia con legali elezioni, sia comprandovi voti e appoggi politici, magari con i soldi che avrete raccimolato con le vostre poco pulite manovre mentre eravate governatore in provincia ( dei novelli Caio Verre insomma a patto che, come Verre, siate disposti ad affrontare un eventuale processo una volta tornati in Patria !) I clan storici della Roma antica, i senatori, i generali e i condottieri stranieri, le gloriose legioni (i nomi sono randomizzati ma tutti reali) più altre chicche che per ragioni di spazio non elencherò. Credo però che già così vi rendiate conto dell’enorme complessità e dell’altrettanto enorme fascino di PR. Insomma, come ho gia detto, gli estimatori di EU 2 o Hearts of Iron potranno ritrovare un motore di gioco molto simile facendo però un salto nell’antichità, coloro i quali invece (come il sottoscritto) hanno amato lo splendido board-game “Republic of Rome”, vedranno coronarsi un loro sogno di gioventù: giocarlo su PC senza dover perdere miliardi di anni negli inevitabili tempi morti che caratterizzano il complesso gioco di società della Avalon Hill.

PR può, senza false modestie, cingersi il capo con l’alloro di miglior gioco di “strategia” ambientato nell’antica Roma. Perché dico questo? Semplice: Caesar (I-II-II) non può essere considerato uno strategico, bensì un gestionale, di tutto rispetto per carità (il mio pater familias ci gioca ancora adesso!), ma privo di quella profondità politica di cui un buon strategico dovrebbe essere dotato. Legion è a mio parere inguardabile, posso dirlo perchè avendo fatto l’errore di comprarlo ho avuto modo di giocarlo. Centurion (un vero mito degli anni ’80) è ormai “pensionabile” e quindi non merita di entrare nella competizione perché subirebbe una sconfitta ingiusta. Dunque cosa resta? Non mi venite a parlare di strategici in tempo reale (vedi Ages of Empire e compagnia bella) perché si ritorna a bomba: non sono, o meglio io non li considero, veri strategici ma si aprirebbe qui una lunga discussione sull’argomento che mi porterebbe fuori tema, dunque rimando chiunque sia interessato a parlarne su altri spazi interni al nostro forum. Persino il prossimo attesissimo Rome:Total War non rappresenta un pericolo per PR. Sono due generi molto diversi perché vanno a sviluppare due caratteristiche opposte. La serie “Total War”, bellissima, vuole riprodurre la spettacolarità delle battaglie campali e dunque quel poco di manageriale che vi è dietro è del tutto strumentale ad esse. PR invece, come EU 2 e Hearts of Iron, non vuole essere solo un gioco di guerra, e dunque non ha bisogno di eccellere nella grafica per la raffigurazione delle battaglie che sono solo uno degli aspetti di questo complesso genere che catalogherei con il nome di Political-Strategical Game. Lo so, non tutti sarete d’accordo, ma ho voluto chiarire quello che secondo me è un aspetto importante. Chi si aspetta la guerra pura e frenetica alla Warcraft III o uno “strategico” dalla grafica superiore come i vari Total War non acquisti PR! Se invece amate la riflessione (ora possibile grazie ai Time Settings forniti da Antik), la pianificazione politica a lungo termine, la visione del conflitto bellico non come coacervo di pixels e sangue ma come una mappa che lenta ma inesorabile si tinge del vostro colore e soprattutto una profondità politica e diplomatica senza eguali, allora Pax Romana è il vostro gioco!
E’ indubbio che PR sia assolutamente perfettibile (concedetemi il termine): la mancanza di una Grand Campaign (non inorridite, lo so è dura da accettare ma continuate a leggere) spesso vanifica gli sforzi compiuti nella pianificazione del vostro successo. Inoltre il manuale è assolutamente insufficiente vista la complessità del gioco (io ne sono uscito solo grazie alle ore trascorse davanti a EUII e con gli amici al tavolo di Republic of Rome”), e in realtà direi che questo è il “bug” (anche se non informatico!) più insopportabile, perchè un sacco di particolari si perdono nell’inconsapevolezza. Io per esempio, dopo parecchie ore di gioco, non ho ancora capito perché i miei senatori arrivano alle elezioni con un quinto della popolarità rispetto agli avversari. In ultimo un altro difetto è la mancanza di un livello di difficoltà: ogni scenario ha una sua difficoltà predefinita (da 1 a 5 non modificabile) questo vuol dire che un neofità sarà impedito nel cimentarsi con una particolare epoca mentre un esperto magari potrebbe annoiarsi nel giocarne un’altra, questo, lo capirete, abbassa di molto la longevità di giochi del genere che (ancora una volta EUII la fa da padrone!) possono in teoria rivelarsi infiniti! Quando però si ha a che fare con un gioco simile, la promessa di patch a ripetizione e add-on può far perdonare errori e mancanze, e come potrete notare sono tutte pecche che con una patch possono essere corrette. Non resta che affidarsi ad Antik e sperare che queste promesse siano mantenute al più presto; ciò non toglie che, anche così, PR sia un gioco che toglie il fiato a coloro che (come me) hanno atteso per anni di poter vestire i panni (o meglio la toga) di uomini come gli Scipioni, Livio Druso, Lucio Cornelio Silla , Lucullo, Pompeo e Cesare per riviverne non solo le imprese belliche ma soprattutto la folgorante carriera.
Il mio voto è 8,5 per la longevità (almeno potenziale) e la profondità. Il voto potrebbe aumentare con le patches promesse da Antik Games che inseriranno nuovi scenari più la Grand Campaign.

Per ulteriori informazioni potete raggiungere il del gioco o, ancora meglio, il presente all’interno del forum ufficiale della software house che ha sviluppato il gioco.

Pages: 1 2